Manca poco all’uscita di Horizon Forbidden West, l’attesissimo seguito di Horizon Zero Dawn
Horizon Zero Dawn, il primo capitolo della già acclamata saga Horizon prodotta da Guerrilla Games, segue come tutti sappiamo le vicende di Aloy, una ragazza selvaggia e coraggiosa, in un mondo post-apocalittico. Capiamo fin da subito che si tratta della nostra Terra, ma che cosa è successo? In che anno siamo? Perché i territori sono popolati da macchine ostili?
E poi: a quale passato appartengono le rovine di ferro che scorgiamo abbandonate tra la vegetazione incolta? Che cosa è successo di tanto eclatante da aver annientato questa intera civilità degli antichi? Queste e altre sono le domande alle quali Aloy, ragazza dalle origini sconosciute e cresciuta come emarginata dal taciturno Rost, cerca di trovare risposta.
Lo fa vagando per i territori di quattro diverse tribù primitive, che estendono i loro territori in quelli che una volta erano gli stati americani dello Utah, del Colorado e del Wyoming. Ben presto, Aloy scopre verità terribili non solo sul suo passato, ma su quello di tutti quanti, aiutata da un enigmatico individuo che si fa chiamare Sylens. E che cosa scopre?
Torniamo indietro nel tempo: negli anni ’60 del ventunesimo secolo (2060-) la Faro Automated Solutions, guidata dal magnate Ted Faro, è la più importante industria del mondo. Assieme ad una serie di altri servizi (tra i quali il Focus, il dispositivo per la realtà aumentata che Aloy sfrutta a suo vantaggio), la Faro fornisce specialmente una linea di robot da guerra, chiamati ipocritamente “pacificatori”.
Proprio questi robot, impiegati in tutto il mondo in astrusi conflitti territoriali e aziendali, perdono il controllo a causa di un virus di origine sconosciuta che ne causa la corruzione. Essendo tutti collegati, e potendosi alimentare a materia organica (idea davvero assurda), creano presto un esercito fuori controllo che inizia a distruggere tutto e tutti sul pianeta: nasce la “Piaga di Faro”.
Una soluzione terribile viene trovata dai potenti, con l’aiuto di Ted Faro e della geniale dottoressa Elizabet Sobeck: il progetto Zero Dawn. Inizialmente viene venduto alla popolazione come una chiamata alle armi generale, contro i robot, per permettere alla Sobeck di sviluppare un’arma in grado di contrastare la piaga. Ma è una menzogna.
La tremenda verità è che eserciti formati da civili in tutto il mondo vengono mandati al macello mentre la Sobeck, con un manipolo di altri scienziati e menti geniali, dà vita ad un progetto di rinascita di nome GAIA. Il fatto è che la Piaga di Faro non si può fermare: l’umanità è destinata all’estinzione. Ma GAIA, una I.A. studiata all’uopo, potrà far ripartire tutto da “un’alba zero”.
Come? Per trovare un codice in grado di violare l’impenetrabile difesa digitale dell’esercito di robot ci vogliono cento anni almeno. Nel frattempo l’umanità non potrà sopravvivere, causa distruzione dell’intera biosfera. Ma una volta resa innocua la schiera di macchine di Faro, GAIA procederà ad una vera e propria “ri-terraformazione”, ripristinando sul pianeta flora, fauna, e naturalmente la specie umana.
Varie sub-unità, con i nomi di divinità greche antiche, si occuperanno ciascuna della gestione di un aspetto della ri-terraformazione. Una soluzione terribile, insomma, che sembra però sicura ed efficace a fronte del totale annientamento della nostra specie. Ma qualcosa, naturalmente, va storto.