10 band o artisti che, in vari momenti, il pubblico ha ammirato ma la critica ha affossato
Sappiamo che i giudizi della critica in musica sono spesso impietosi. Ci sono artisti che hanno scritto la storia della musica, le cui canzoni vengono tramandate di generazione in generazione e che diventano quasi un’opera d’arte, infinita, immortale, senza età. Eppure esistono cantanti e band che, per quanto siano entrati di diritto nel cuore delle persone, sono entrati al contempo anche nella “lista nera” della critica.
Abbiamo quindi selezionato una lista di 10 artisti musicali amati dal pubblico ma odiati dalla critica.
1) Axl Rose
Il Celebre leader dei Guns N’ Roses – membro per un periodo anche degli AC / DC – è stato criticato spessissimo dalla critica ed è per questo che finisce di diritto in cima alla lista dei 10 artisti musicali più odiati. Il motivo? Magari ce ne fosse solo uno. Le ragioni sono varie e molto diverse tra loro. In primis, Axl Rose è considerato molto poco affidabile (e ne sono una testimonianza tangibile gli infiniti cambi di line-up della sua band).
In secondo luogo, il suo è definito (anche dai suoi colleghi) un vero e proprio caratteraccio. Ne sono un esempio le tante liti che ha avuto con i fan. Emblematico fu il cazzotto che diede in pieno viso ad un fan perché lo aveva definito un sosia di Bon Jovi.
In terzo luogo, ma non meno importante, i testi delle sue canzoni a volte sono stati a dir poco discutibili. Fece scalpore all’epoca (ma lo avrebbe fatto ancor di più adesso) quello di “One in a Million”, brano incluso nel secondo album dei Guns N’Roses “Lies” del 1988. In pratica il singolo riassumeva tutte le parole più offensive e politicamente scorrette che esistano al mondo.
Eppure Axl Rose ed i Guns N’ Roses restano amatissimi dal loro pubblico. Il loro successo è rimasto praticamente invariato dagli anni ’80 ad oggi.
2) Giovanni Allevi
Qui torniamo “al di qua” dell’oceano. Giovanni Allevi è uno dei pianisti e compositori più amati in Italia, eppure di critiche ne ha ricevute tantissime nella sua carriera, sia da parte della stampa, che dei suoi colleghi.
Se volessimo elencarle tutte, potremmo impiegare un mese, quindi cerchiamo di riassumere tutto riportando le tre più emblematiche. Resteranno sempre nella memoria di tutti le parole di Uto Ughi, violinista che a La Stampa dichiarò: “Il successo di Allevi? Mi offende. Che spettacolo desolante vedere le massime autorità dello Stato osannare questo modestissimo musicista. È presuntuoso e mai originale.”
In ogni caso, la critica lo ha accusato di comporre brani “troppo semplici”, ma tantissime persone lo amano anche per questo.
3) Pink Floyd
Era il 1965, l’anno in cui i Beatles spopolavano con “Rubber Soul”, il loro sesto album, Bob Dylan rilasciava il suo quinto lavoro, “Bringing It All Back Home”, negli Stati Uniti si stavano formando i Doors e, contemporaneamente, in Gran Bretagna stava nascendo una band che sarebbe stata destinata a scrivere la storia della musica mondiale: i PinkFloyd.
Nessuno poteva sapere però cosa le sarebbe accaduto tre anni dopo. La band pubblicò il suo secondo album “A Saucerful of Secrets”, che fu un vero e proprio insuccesso per la stampa. New Music Express, un’autorevole testata britannica, giudicò la title track track “lunga e noiosa, che ha poco da giustificare la sua monotona durata” e non ebbe parole gentili neanche per le altre tracce.
Allo stesso tempo, anche Rolling Stone giudicò il secondo lavoro dei Pink Floyd “non interessante quanto il primo, anzi piuttosto mediocre”, contenente brani “melodicamente, armonicamente e liricamente noiosi”. Addirittura arrivò a definire Roger Waters, “un autore, cantante e bassista poco interessante”.
Oggi, a distanza di più di 50 anni, la band continua ad essere comunque tra le più amate al mondo.
4) Nickelback
La rock band canadese nata negli anni ’90 hanno venduti milioni di copie in tutto il mondo, eppure è stata una delle più criticate di sempre dalla stampa. I motivi sono molteplici: sono stati definiti la brutta copia dei Nirvana, criticati aspramente per le loro poche evoluzioni artistiche. E non solo, perché sono stati anche mal visti per aver parlato spesso nelle proprie canzoni di sesso, prostitute, droghe, spogliarelliste e alcol.
C’è un aneddoto di cui pochissime persone sono a conoscenza: l’odio verso i Nickeback è stato addirittura oggetto di studio, da parte di Salli Anttonen, uno studente della University of Eastern Finland, che alla fine ha scoperto che più aumentava la popolarità dalla band, più la critica si accaniva contro di loro.
5) Hoobastank
La band alternative rock, celebre soprattutto per aver partorito “The Reason“, ha ottenuti pochissimi consensi da parte della critica negli anni. Secondo molti giornalisti (e non solo) gli Hoobastank hanno sempre tentato di replicare il successo ottenuto dal succitato singolo e così tutti gli album successivi a “The Reason” (l’omonimo lavoro che conteneva il brano) sono stati solo una sua brutta copia ed alcune loro ballad sono state addirittura definite “The Reason – clone”.
6) Mumford & Son
Risale al 2007 il primo lavoro della band londinese e su di loro da quel momento ne sono state dette di tutti i colori. Addirittura alcuni giornalisti sono arrivati ad insinuare – più o meno implicitamente – che almeno parte del loro successo era dovuto al fatto che Winston Marshall – che di fatto attualmente ha lasciato il gruppo, anche se forse non in maniera definitiva – fosse il figlio di Paul Marshall, uno degli uomini più ricchi del Regno Unito.
Per il resto, quel che proprio non piace alla critica è il loro sound, considerato “senza pretese”, per così dire. In pratica non hanno mai entusiasmato la stampa. Eppure la band ha una fanbase molto solida.
7) Green Day
Chi non conosce i Green Day? Di successi ne hanno sfornati tantissimi negli anni: da “American Idiot” a “Wake Me Up When September Ends“, passando per “21 guns”, tanto per citare alcuni loro singoli. Eppure, nonostante i loro brani siano conosciuti in tutto il mondo, la critica non gli ha mai perdonato di essere passati dal punk puro al pop punk.
Insomma, i Green Day secondo molti si sarebbero “venduti” per riscuotere maggiori successi e vendere di più.
8) Metallica
Ad essere criticata duramente in questo caso non è solo la band nel complesso. Ma anche (per non dire soprattutto) il batterista Lars Ulrich, che ormai però si definisce immune ad ogni parola negativa nei confronti suoi e della sua band.
Anche i Metallica nel complesso, però, hanno subito ogni tipo di accusa. Sono stati criticati per il loro stile, per l’essersi trasformati in una band commerciale dopo la pubblicazione di “Black Album”. Negli ultimi anni sono stati definiti addirittura una band senza più nulla da dire. In ogni caso, il loro successo planetario resta più o meno sempre invariato.
9) Gianluca Grignani
Non sembra affatto strano trovare questo nome nella lista dei 10 artisti musicali amati dal pubblico ma odiati dalla critica, soprattutto dopo la sua esibizione Sanremese in cui ha trovato moltissimi sostenitori. Spiegare perché si trovi qui è superfluo: basti guardare tutto il suo percorso per comprenderne il motivo.
10) Pearl Jam
I Pearl Jam nella loro carriera – che affonda le radici nei primi anni ’90 – hanno venduto hanno venduto più di 60 milioni di copie, di cui la metà solo negli Stati Uniti. Eppure la rivista Rolling Stone, non aveva esitato ad affermare che la band “spese la maggior parte degli anni novanta ad allontanare la propria fama” per colpa del suo atteggiamento sempre anticonformista.
Solo pochi anni fa, la stampa mondiale aveva definito la carriera dei Pearl Jam finita, ma poi probabilmente si è dovuta ricredere quando si è resa conto dell’enorme successo che stava avendo “Gigaton”, il loro undicesimo album. Ma in ogni caso si sono meritati l’ultimo posto della classifica dei 10 artisti musicali amati dal pubblico ma odiati dalla critica.