L’edizione 2022 del Festival di Sanremo è finita da oltre una settimana, eppure la scia di polemica non accenna a fermarsi. In particolare sono finite nell’occhio del ciclone alcune dichirazioni offensive rivolte da giornalisti di sorta a Emma Marrone, Michele Bravi e Gianluca Grignani. La prima accusata di essere troppo formosa per indossare un determianto tipo di calze, il secondo di essere troppo femminile (qui i dettagli) e e il terzo di essere drogato e ubriaco durante l’esibizione sul Palco dell’Ariston. Queste affermazioni hanno fatto alzare parecchie sopracciglia tra le quali quelle di J-Ax. L’ex membro degli Articolo 31 ha pubblicato un lungo video sui social attaccando questo tipo di dichiarazioni fatte ai suoi colleghi.
Non varrà molto il mio sostegno, ma io voglio dirvi che sono dalla vostra parte raga. Ho lavorato con Emma in passato e lei è una delle persone con più talento e forza che abbia mai incontrato nella mia carriera. Vorrei ricordare ai giornalisti che controllano, specialmente alle mie colleghe, quanti centimetri di rughe abbiamo quotidianamente, che siamo cantanti e non sex toys. E che quindi abbiamo anche noi questo difetto di fabbricazione che si chiama invecchiare. Alcuni hanno risolto il problema morendo, ma a molti di noi piacciono le nostre vite. E dato che non parliamo di bambole gonfiabili, chi canta ha il diritto di vestirsi come caz*o vuole e non di seguire il dogma di questo o di quel giornalista. Mi sembra che quando un cantante maschi si esibisce in tv gli venga chiesto se il testo lo abbia scritto pensando alla fidanzata o al vissuto. Quando una cantautrice canta gli viene chiesto se il vestito è di Gucci o di Balenciaga.
Facciamo tanti discorsi no, giustamente, sull’unicità , sulla bellezza di essere diversi, sul fatto che ognuno debba seguire la propria strada e fott*rsene dello status quo. Poi si presenta uno sul palco che è realmente così, realmente fuori moda, realmente fuori da ogni gioco di potere e che fa quel caz*o che vuole e cosa ottiene? ‘Sei un tossico, sei un alcolizzato, questo è strafatto, questo è un pericolo, domani muori’. E la cosa che fa più male che molti di questi insulti provenivano anche da chi la diversità dovrebbe celebrarla. Grignani è uno che a 23 anni ha scritto di suo pugno un pezzo che parla del suicidio e che nel mondo ha 700 milioni di ascolti su Spotify. Dopo quasi 30 anni, ma di che caz*o stiamo parlando? Nel passato abbiamo visto artisti come Mia Martini schiacciati da commenti simili. Il minimo che si può fare è stare zitti e rispettare il talento quando ce l’abbiamo davanti, invece poi di rimpiangerlo quando lo si perde per sempre