Robert Pattinson: “The Batman è un noir anni ’70, come The Conversation”

Parlando con GQ, Robert Pattinson ha spiegato che The Batman sarà un classico noir anni '70, ispirato a film come The Conversation

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Robert Pattinson è stato intervistato da GQ per parlare della sua carriera ed anche, ovviamente, del suo futuro. Il prossimo 3 marzo arriverà infatti nelle sale con The Batman, nuova iterazione dell’Uomo Pipistrello diretta da Matt Reeves. Nella chiacchierata, l’attore britannico ha anche svelato alcune caratteristiche circa l’ambientazione e l’ispirazione del film.

Ho visto una prima versione del film da solo – spiega Pattinson. E la prima inquadratura è così stridente rispetto a qualsiasi altro film di Batman ed ha un ritmo completamente diverso. Era quello che Matt stava dicendo dal primo incontro che ho avuto con lui: “Voglio fare un giallo noir degli anni ’70, come The Conversation”. E ho pensato che volesse dire il moodboard o qualcosa del genere, l’aspetto. Ma dalla prima inquadratura pensi: “Oh, questo è un giallo”

Mi sento un idiota, perché non sapevo nemmeno che Batman fosse ‘il più grande detective del mondo’. Non l’avevo mai sentito in vita mia, ma ha davvero senso. Anche solo per il fatto che ci sono un sacco di momentiin cui lui è tra i poliziotti. Normalmente, quando vedi Batman, arriva e picchia le persone. Ma ha conversazioni e scene emotive tra di loro, che non credo siano state in nessuno degli altri film

Andando avanti con l’intervista, Robert Pattinson ha anche parlato delle riprese, spesso tristi e solitarie.

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La natura delle riprese è stata un po’ isolata, girando sempre di notte, era buio per tutto il tempo, e mi sono sentito molto solo. Anche semplicemente il fatto di indossare la tuta tutto il tempo. Non potevo uscire dallo studio con la tuta addosso, quindi sapevo a malapena cosa stesse succedendo fuori. 

Infine ha parlato dell’interpretazione che ha dato del suo Bruce Wayne.

Continuavo a pensare che avesse un’inclinazione più nichilista. Perché, di solito, in tutti gli altri film, Bruce se ne va, si allena e torna a Gotham credendo in se stesso, pensando, “cambierò le cose qu”. Ma in questo, è in qualche modo implicito che ha avuto un esaurimento nervoso. Perchè questa cosa che sta facendo, non funziona nemmeno.

Sono passati qualcosa come due anni da quando è diventato Batman e il crimine è addirittura peggiorato. La gente di Gotham pensa che sia solo un altro sintomo di quanto tutto sia merda. C’è questa scena in cui sta picchiando tutti su questo binario del treno, e adoro il fatto che ci sia anche un momento in cui anche il ragazzo che sta salvando pensa: “Ahh! È anche peggio! O vieni aggredito da una gang, o arriva un mostro che picchia tutti!” Il ragazzo non ha idea che Batman sia venuto a salvarlo. Sembra proprio un lupo mannaro.

Tutto questo rende il film triste. triste. Si tratta di lui che cerca di trovare qualche elemento di speranza, in se stesso, e non solo nella città. Normalmente, Bruce non mette mai in dubbio le proprie capacità; mette in dubbio la capacità della città di cambiare. Ma voglio dire, è una cosa così folle il fatto che pensi: “l’unico modo in cui posso vivere è travestirmi da pipistrello”.

Che ne pensate?

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