La tortura di essere umani
La Sirenetta, naturalmente, accetta il patto, ma non sa che sta andando incontro a dolori indicibili.
Infatti per lei, creatura degli abissi, camminare nel mondo degli uomini coincide con il provare una costante agonia. È come camminare sui coltelli.
Perciò per la Sirenetta la missione di far innamorare il principe e convincerlo a sposarla sono pressoché nulle.
Come potrebbe mai affascinare un regnante, mentre si muove provando un dolore senza uguali, senza nemmeno avere la voce per spiegare la sua situazione?
Sì, perché questo elemento rimane invariato tra la fiaba di Andersen e quella Disney: la Strega del Mare toglie la voce alla protagonista.
Solo che nel film Disney lo fa con un incantesimo e una delle canzoni più note di sempre: Andersen, invece, non va tanto per il sottile.
Nella sua opera la Strega del Mare usa una lama per tagliare la lingua della sirena, assicurandosi così l’impossibilità a parlare.
Un uomo che non merita amore
Il principe è attratto dalla Sirenetta, ma non riuscendo a comunicare con lei non riesce a tramutare quell’attrazione in un sentimento più forte.
Tuttavia, a leggere bene la fiaba, appare evidente come il principe non sia propriamente un esempio di uomo da amare. Anzi.
Nella fiaba lo si vede invitare la Sirenetta a dormire ai piedi del suo letto e si rivolge a lei con un compiacente La mia trovatella.
La tratta alla stregua di un animale domestico, una bambola di pezza messa lì a bella mostra per il suo piacere.
Le parla del mare, le racconta di profondità e tenebre che lei conosce benissimo, ma nonostante il tempo che passano insieme, il Principe non si innamora.
Così parte per il regno vicino, alla ricerca di una moglie. Qui incontra una ragazza che aveva già incontrato sulla spiaggia, dopo il naufragio.
Pensando che si tratti della sua salvatrice e di colei a cui deve la vita, il Principe decide di sposarla, spezzando il cuore della Sirenetta.
Una sanguinosa notte di nozze
Quest’ultima apprende così di essere arrivata alla fine dei suoi giorni, dal momento che ha fallito la missione imposta dalla Strega del Mare.
Ma non tutto è perduto. Durante la notte di nozze le sorelle si presentano alla Sirenetta, con un pugnale acquistato proprio dalla strega, in cambio dei loro capelli.
Il piano è semplice: la Sirenetta deve uccidere il principe con il pugnale e bagnarsi i piedi col suo sangue prima dell’alba. Se ci riuscirà, tornerà ad essere una sirena.
Ma i sentimenti della protagonista per il principe sono troppo forti e l’idea di fargli del male è pressoché inaccettabile.
Così, quando il sole sorge oltre la linea dell’orizzonte la Sirenetta si tuffa in mare e si dissolve in schiuma.
La sirenetta, figlia dell’aria
La bontà della ragazza, che ha accettato la morte pur di non fare del male al suo amato, le porta la possibilità di diventare una Figlia dell’Aria.
Le viene fatta la promessa di poter avere un’anima e salire al Paradiso dopo 300 anni di buone azioni.
In più il suo destino è legato a quello dei bambini: per ogni bambino buono che le offrirà un sorriso avrà uno “sconto di pena”.
La Sirenetta come allegoria dell’omosessualità dell’autore
Nei molti studi che hanno accompagnato l’opera di Andersen sono molti coloro che hanno visto nella storia della creatura marina un simbolo dell’omosessualità dell’autore.
Il tema del diverso, dell’amore tra due persone che non avrebbero dovuto incontrarsi, è stato preso come prova del fatto che l’autore scrisse questo racconto per curare una sua delusione.
Pare, infatti, che La Sirenetta sia nata dopo che Andersen scoprì che l’amico Edvuard Collin, a cui scriveva numerose lettere, aveva deciso di sposare una donna.
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