The Blues Brothers è uno dei classici più amati e conosciuto degli anni ’80. Il film diretto da John Landis, dopo un avvio incerto al botteghino, è diventato un vero e proprio cult, grazie alle interpretazioni dei due protagonisti JohnBelushi e Dan Aykroyd, ed ovviamente i numerosi e bellissimi numeri musicali (e le star coinvolte).
James Brown, Aretha Franklin, Ray Charles e molti altri si alternano infatti in scena con i Blues Brothers. Un gruppo di musicisti veramente impressionante, agli apici della loro carriera. Molto del fascino del film si deve proprio a loro ed alle loro canzoni (quando ci ricapiterà di vedere James Brown nei panni di un reverendo?), ma anche delle canzoni originali dei Blues Brother.
Ecco alcune curiosità su The Blues Brothers, un film leggendario anche in fase di produzione, che causò non pochi problemi.
John Belushi, furore di Dio
Il primo di questi “problemi” fu ovviamente John Belushi, soprannominato “buco nero” perché smarriva costantemente gli occhiali da sole dopo ogni ripresa. Il vulcanico attore infatti causò non pochi grattacapi alla produzione. Belushi si rese protagonista anche fuori dal set. La sua dipendenza dalla cocaina non fece che peggiorare durante la produzione.
L’attore, infatti, nei momenti di pausa dalle riprese girava spesso per Chicago, e tornava spesso in stato alterato, portando con se cocaina. L’uso sul set era poi sdoganato. Aykroyd ha raccontato che parte del budget di produzione andò proprio nell’acquisto di cocaina, per tenere i membri della crew svegli durante le riprese notturne.
Durante una di queste riprese Belushi sparì letteralmente. Nessuno riusciva più a trovarlo. Aykroyd, vedendo una casa con le luci accese, si diresse in quella direzione. Una volta arrivato il proprietario capì subito di chi si trattava.
“Sei qui per John Belushi, vero?“, gli disse. Belushi era entrato chiedendo un sandwich ed un bicchiere di latte, prima di buttarsi sul divano.
L’attore inoltre subì due infortuni durante le riprese. Il primo fu causato dalla caduta delle scale durante la visita alla Pinguina. La caduta causò dei forti dolori alla schiena all’attore, che prese antidolorifici per il resto del film.
Il secondo invece se lo procurò poco prima dell’inizio delle riprese della scena del concerto finale. Belushi salì sullo skateboard di un ragazzino, cadendo rovinosamente sul ginocchio. La produzione avvisò immediatamente la Universal, che mandò d’urgenza un ortopedico dal Los Angeles. Belushi fu riempito di anestetici per poter girare le ultime scene.
Un vero e proprio uragano, che contribuì però a rendere The Blues Brothers un film immortale.
Gli incredibili stunt di The Blues Brothers
Oltre ai numeri musicali, particolare attenzione fu rivolta agli stunt, ed in particolari quelli in auto. Il film inizia con il salto del ponte levatoio, per concludersi con un inseguimento gigantesco per le vie di Chicago. Nel mezzo la demolizione di un centro commerciale.
The Blues Brothers detenne (anche se per poco tempo) il Guinness dei primati per il maggior numero di automobili distrutte, ben 103.
In particolare la scena al centro commerciale fu al centro di numerose polemiche. Il mall rimase chiuso per oltre un anno dopo le riprese. Dopo qualche tempo fu chiaro che qualcosa non andava.
I proprietari fecero causa alla Universal che, secondo loro, non restituì lo stabile nelle condizioni originali. I fatti non furono mai del tutto chiariti. Il centro commerciale però nel frattempo cadde prima in disuso, per finire demolito nel 2012.
Carrie Fisher e Dan Aykroyd
Carrie Fisher, nonostante appaia in relativamente poche sequenze del film, ebbe non poca importanza fuori dal set. Landis stesso avrebbe chiesto all’attrice di tenere Belushi lontano dalla cocaina (cosa poi fallita miseramente), nel tentativo di mantenerlo lucido.
Ma quello che è ancora più interessante è il rapporto che la Fisher ebbe con Dan Aykroyd. I due infatti si fidanzarono ufficialmente sul set. L’attore salvò la Fisher dal soffocamento, applicandole la manovra di Heimlich.
Nell parole di Aykroyd, c’era stata una promessa di matrimonio, con tanto di anelli a sugellare il patto. Poco dopo la fine delle riprese però la coppia si ruppe, e la donna tornò da Paul Simon, con cui si frequentava da tempo. La Fisher avrebbe poi sposato Simon tre anni più tardi.
Un film “religioso”?
Uno dei temi del film, sin dall’inizio, è legato alla religiosità. I due protagonisti, del resto, si dicono costantemente “In missione per conto di Dio” e sembrano protetti nelle loro avventure da qualcuno o qualcosa che, alla fine, li salva sempre.
Dal reverendo interpretato da James Brown e la suora che li ha allevati, le figure della Chiesa sono ben presenti, tanto da permettere a qualcuno di dargli un’interpretazione sacra.
Per il 30° anniversario del film, il giornale del Vaticano L’osservatore Romano ha definito il film un “classico cattolico”, consigliandone la visione ai fedeli.