Scopriamo storie e curiosità inedite che portarono alla realizzazione del film Le Ienedi Quentin Tarantino, divenuto un cult del cinema moderno e primo testimone della decade tarantiniana.
La nascita: Dalle pagine allo schermo
Los Angeles, fine anni Ottanta: Un giovane cinefilo di nome Quentin Tarantino lavora in una videoteca di Manhattan Beach per guadagnare qualche soldo mentre insegue il sogno di diventare uno sceneggiatore di successo. Il mondo non aveva ancora conosciuto il suo nome, tantomeno i suoi personaggi variopinti, ma un giorno, in quella videoteca di periferia, cambiò tutto.
Nel 1989 il produttore cinematografico Lawrence Bender fece la conoscenza del giovane Tarantino, il quale gli propose la sceneggiatura de Le Iene, progetto che da tempo il regista stava cercando di portare sul grande schermo.
Il produttore rimase affascinato dalla bravura, nonché dall’originalità modernista e fuori dagli schemi del giovane regista e capì che il nome di Quentin Tarantino sarebbe stato ben presto sulla bocca di tutta Hollywood.
Si da il caso che al tempo Bender seguisse un corso di recitazione e presentò la sceneggiatura delle Iene alla moglie del suo insegnante, che a sua volta decise di portarla all’attenzione dell’attore Harvey Keitel. Keitel si fece promotore del progetto e rivestì anche il ruolo di produttore.
Grazie a questo giro di conoscenze, la sceneggiatura delle Iene riuscì a trovare dei produttori, tra cui lo stesso Bender, che insistette sul mantenere la trasposizione cinematografica il più possibile fedele all’idea di Tarantino. Il regista era pronto a girare una sua versione del film, con un budget di appena 30.000 dollari, insieme ad alcuni amici, quando Bender cambiò totalmente la situazione.
Il film si girò in appena 35 giorni, con un budget di un milione e duecentomila dollari. Il budget era così basso che la produzione chiese agli attori di indossare i propri vestiti. Per Le Iene, il regista opta per un cast d’eccellenza composto da: Tim Roth (Mr. Orange), Steve Buscemi (Mr.Pink), Michael Madsen (Mr.Blonde) e lo stesso Harvey Keitel.
Le Iene viene presentato al Sundance Film Festival del 1992, primo vero campo di battaglia per ogni giovane regista che aspetta impaziente di ricevere la benedizione dell’industria cinematografica. Il film fu ricevette critiche miste: alcuni ne elogiarono la freschezza e lo stile di Tarantino, mentre altri lo stroncarono anche piuttosto pesantemente in alcuni casi.
Tarantino in seguito dirà che ai tempi dell’uscita delle Iene, i critici non avevano apprezzato il suo punto di vista nuovo e avanguardista di fare cinema, forse perché ancora troppo legati al genere noir degli anni ottanta o sconvolti da una descrizione della violenza esplicita.
Pronto o meno, il cinema dovette presto ricredersi su Tarantino. Il film divenne infatti un cult degli anni ’90 e ancora oggi viene posizionato nella lista dei migliori film di tutti i tempi.
Curiosità su Le Iene
Eclettici, stravaganti e pronti a sparare. I personaggi delle Iene sono la prima impronta che Tarantino lascia come memorandum per i suoi successivi lavori. La bellezza dei film di Tarantino è proprio la “finzione”: fare cinema per il gusto di farlo, creando un suo universo narrativo fatte di sue regole e tempi.
Con Le Iene Tarantino esprime per la prima volta il suo modo di fare cinema, ma non solo. Tornando al tema dell’ambiguità dei personaggi da lui creati, è giusto dire che nulla nei suoi film è dato per scontato. Tutti i film di Tarantino sono collegati da un sottile filo che unisce personaggi, scene cult e perfino valigette…
I fratelli Vega: Se prestiamo attenzione al film le Iene,noteremo che il personaggio di Mr.Blonde, interpretato dal magistrale Michael Madsen, si chiama in realtà Vic Vega e sarebbe il fratello del più famoso Vincent Vega, il personaggio cult di Pulp Fiction. Inizialmente Tarantino voleva realizzare un film sui Vega Brothers, che ahimè finì nella lista dei suoi progetti incompiuti.
Un set da brividi: Essendo un film low budget, molte delle scene girate nell’edificio abbandonato rivelano un segreto inquietante. Il set usato da Tarantino era in realtà un obitorio in disuso. Lo si può vedere da alcune scene nel magazzino. Se si presta attenzione, si notano tubi e strumenti per l’imbalsamazione in lontananza.
Un titolo alquanto originale: Sappiamo che Tarantino ama dare titoli originali ai suoi film quasi quanto scriverli. Nel caso de Le Iene , il titolo originale del film è Reservoir Dogs. Tarantino diede questo titolo come omaggio ad un film francese Au Revoir-Les Enfants, unito a Straw Dogs (Cani di Paglia) di Sam Packinpah.
Il regista dichiarò che non riuscendo a pronunciare il titolo francese, si riferiva a questo chiamandolo The reservoir film. Nacque così l’idea di combinare questi due titoli per omaggiare la sua passione per il cinema.
Personaggi a colori: Le Iene, rapinatori astuti e senza scrupoli, decidono di usare dei nomi in incognito per mascherare le loro vere identità e riuscire a fare il colpo. Tutti i personaggi acquisiscono il nome di un colore: Mr.White (Harvey Keitel), Mr.Orange (Tim Roth), Mr. Pink (Steve Buscemi) Mr.Blonde ( Michael Madsen) e Mr. Brown (lo stesso Quentin Tarantino). Anche stavolta la scelta del regista non è casuale.
I “nomi colorati” sono un chiaro riferimento al film Il colpo della metropolitana del 1974 diretto da Joseph Sargent, in cui i protagonisti hanno il nome di Mr. Green, Signor Gray e Signor Brown.
Michael Madsen e quella scena quasi incompleta: La violenza esplicita è una costante dell’universo tarantiniano. Avevamo creduto che in C’era una volta ad Hollywood Tarantino ci avesse risparmiato il bagno di sangue e invece…
Il film le Iene non fa eccezione. Anzi, la componente violenta è uno dei punti focali della storia. La scena cult di Mr. Orange che tortura il poliziotto ne è un esempio. Ai tempi dell’uscita del film, il pubblico non era riuscito a sopportare tanta brutalità, ma non solo l’audience rimase sconvolta. Michael Madsen, interprete di Mr. Orange, ebbe non pochi problemi a girare la scena della tortura.
Diversamente dal suo personaggio, che balla compiaciuto sulle note di Stuck in the middle with you, mentre infligge colpi al malcapitato, Madsen se ne voleva tirare fuori. La scena implicò ore ed ore di girato e Tarantino voleva che la violenza non fosse anestetizzata, ma il più esplicita possibile.
Madsen dichiarò successivamente che la vera tortura era stata girare la scena. Non era stato facile per lui colpire ripetutamente il collega Kirk Baltz (Poliziotto Nash), ma alla battuta del poliziotto “Ti prego, ho un figlio piccolo”, Madsen si bloccò. Era da poco diventato padre e il solo pensiero di quella crudeltà, anche se finta, quasi gli impedì di completare la scena.