Gli anni ’60 sono stati un momento chiave nella nostra storia recente, in politica e nella società quanto nello sport e nell’arte. Erano anni di fermento in ogni campo, e due simboli dei rispettivi campi come i Beatles e Muhammad Ali stavano per incontrarsi in un evento unico e totalmente inaspettato il 18 febbraio 1964.
I Beatles arrivavano da una scia di successo che sembrava interminabile, che si infrangerà solo con la loro divisione qualche anno più tardi. Muhammad Ali, all’epoca ancora Cassius Clay, aveva vinto le olimpiadi del 1960 a Roma ed era diventato professionista. La sua parabola ascendente lo aveva portato a sfidare il campione del mondo dei pesi massimi in carica, Sonny Liston, di lì a pochi giorni.
Ali si stava allenando nella sua palestra a Miami quando quattro ragazzi di Liverpool suonarono alla sua porta. I musicisti si trovavano infatti in America per prendere parte all’Ed Sullivan Show, programma seguitissimo in quegli anni in appariranno più volte in quel mese.
A dire il vero i Beatles dovevano, da protocollo, andare da Liston, nettamente favorito dai pronostici. Il pugile però rifiutò l’incontro, anche in maniera piuttosto burbera, ed ai fab fournon rimase che visitare il contendente.
Ali, allora ventiduenne, non era ancora lo sportivo amatissimo che sarebbe diventato più avanti. Si presentava al match per il titolo ampiamente sfavorito, quotato addirittura 7 a 1. Quel giorno diede però sfoggio della grande vena comunicativa, che lo avrebbe accompagnato per tutta la sua carriera (e oltre).
“Hey, Beatles, andiamo a fare un po’ di soldi!”, esclama quando li vede nello spogliatoio, mentre i quattro sono ancora storditi dalla sua imponenza (e per aver atteso non poco).
Poi i cinque salgono sul ring per una sessione di fotografie, scattate dal fotografo Harry Benson.
Ali iniziò, con la sua eloquenza, a parlare ai quattro come si conoscessero da una vita. Mette in piedi un vero e proprio show, per lo stupore dei ragazzi di Liverpool, che non si aspettavano nulla di tutto ciò.
“Non siete stupidi come sembrate“, dice il pugile ai Beatles, al che segue un “No, ma tu sì” di John Lennon, che scatena l’ilarità di tutti i presenti.
Poi iniziano a mettersi in posa per una serie di scatti che sarebbero diventati iconici. Dal pugno a domino ad inscenare un finto scontro i cinque mettono in scena uno show degno di nota, con Muhammad Ali mattatore assoluto della giornata.
Con la sua proverbiale parlantina stordisce tutti i presenti, improvvisando anche uno dei suoi altrettanto proverbiali componimenti poetici.
“When Liston reads about The Beatles visiting me He’ll get so mad, I’ll knock him out in three!“
Il trionfo di Muhammad Ali
L’incontro con i Beatles segna un punto importante della carriera di Ali, così come il match che combatterà pochi giorni dopo.
Ali si dimostra showman ancor prima che sportivo, capendo cosa il pubblico cerchi veramente nello sport: lo spettacolo.
Il match contro Liston sarà un grande successo, ribaltando il pronostico della vigilia che lo vedeva quasi certamente sconfitto, alzando per la prima volta la cintura del titolo di campione del mondo dei pesi massimi.
Di lì a poco il pugile sarebbe diventato a tutti gli effetti il grande Muhammad Ali, in una storia unica che lo renderà immortale nella storia dello sport e non solo.