I 10 momenti più spaventosi di The Last of Us 2 [VIDEO]

Condividi l'articolo

5. Gli stalker

La prima apparizione di uno stalker nel gioco: un infarto vero, inutile girarci intorno. Ed è solo l’inizio: questi maledetti non compaiono spesso, per fortuna, ma ogni volta portano a vere docce di sudore freddo. A differenza degli altri infetti come clicker e runner, che sono rumorosissimi, gli stalker sono invece silenziosi e letali. Si nascondono, tendono agguati, vi aggirano alle spalle.

Il loro primo incontro con Ellie è forse il momento più memorabile per quanto li riguarda, ma lo scontro più difficile è quello nell’hotel che Abby e Lev devono discendere dopo essere caduti nella piscina (vedi sopra). Lei entra per prima per recuperare una maschera anti-spore e… se avete provato ad attraversare quell’area senza farvi sentire, sapete di cosa parliamo.

4. La spiaggia

Il climax assoluto del gioco (o perlomeno, uno da top 3) si raggiunge quando Ellie, sempre assetata di vendetta, si fa strada verso la spiaggia dove trova le vittime dei Serpi, l’ultima e più crudele banda nella quale i protagonisti si imbattono. E qui si trova di fronte ad uno scenario davvero apocalittico, che fa gelare le ossa.

Persone brutalmente legate ai pali e lasciate a loro stesse senza riguardo alcuno per la vita umana né per nient’altro: oltre le ideologie dei Serafiti e delle Lucciole, il vero trionfo della crudeltà umana sulle mostruosità della natura. Una crudeltà che Ellie in quel momento sembra incarnare a sua volta, ma… sappiamo quello che succede poi.

3. Nella stalla

Questo episodio del gioco è particolarmente segnante per diverse ragioni. Uno: pesca nella psicologia umana al di là dello scenario del racconto: il ritorno dell’incubo vissuto da Ellie in questa forma è indice di sindrome da stress post-trumatico, sviluppata dalla ragazza così come da molte persone nel mondo reale (per esempio, i reduci del Vietnam).

LEGGI ANCHE:  The Scimmia Awards 2020: i migliori videogiochi secondo la Scimmia

Due: avviene in un momento di relativa calma, nel quale il gioco sembra anche in procinto di concludersi felicemente (ma già intuiamo che non è così). Dina cerca di aiutare Ellie ma dentro di lei qualcosa si è spezzato e non si può riparare. Non può più vivere con sé stessa come prima e le dimensioni del suo incubo ce lo rendono ben chiaro.

2. L’uccisione di Joel

Molti saranno d’accordo, molti altri no: del resto, parliamo di uno dei momenti più divisivi non solo di questa saga, ma di tutta la recente storia dei videogiochi. La brutale uccisione di Joel da parte di Abby non fa “paura” nel modo in cui la potrebbe fare un infetto acquattato nell’ombra. Ma è un momento terribile che atterisce per la sua imprevedibilità e per il suo realismo.

Un momento che del resto è centrale anche a livello di trama, intersecandosi con le vicende di The Last of Us e fungendo da prestesto d’avvio per la narrazione di questo intero capitolo e per le azioni che porteranno tutti i personaggi, Ellie soprattutto, molto ma molto lontano. Tutto questo in una scena estremamente cruda e colma di una spietatezza umana e inumana al tempo stesso.

1. Il mostro dell’ospedale

Già il momento nel quale Abby deve avventurarsi nell’area “non liberata” dell’ospedale di Seattle è orribile di per suo, perché la vede infilarsi consapevolmente in un nido di infetti, al buio, e senza sapere bene dove cercare quello che le serve. Quando poi, tanto per gradire, si trova di fronte questo super-mostro (noto come Rat King) mutato per anni e anni in una camera chiusa, l’incubo si somma all’incubo.

LEGGI ANCHE:  The Last of Us 2, Gross: "Importante raccontare storie sulla diversità"

Questo è l’infetto più potente e pericoloso che si può incontrare, da solo, in entrambi i giochi. Per due motivi. Primo: è possente, ben piazzato e parecchio tenace. Secondo: un altro “ospite” si stacca da lui durante il combattimento e comincia a darvi la caccia, nascondendosi negli angoli, MENTRE affrontate lui, cioè il “padre”. Una battaglia parecchio impegnativa. E sempre al buio.

Bonus – Quel maledetto cinghiale

Ok, forse non si tratta di un momento esattamente “spaventoso”, anche se arriva al termine di un percorso affrontato dalla sola Ellie, nell’arco di uno dei flashback, in un ambiente bello tenebroso. Ma non possiamo dire che quel maledetto cinghiale che spunta dal nulla non abbia tolto qualche anno di vita a tutti noi, ammettiamolo.

In ogni caso si tratta della chiosa un po’ “spiritosa”, se la vogliamo mettere così, di uno dei passaggi centrali, a livello di trama, dell’intero gioco. Joel ed Ellie visitano questo museo abbandonato ed è un’occasione d’oro per scoprire di più sulla complessità del loro rapporto e su ciò che si lascerà.

Continuate a seguirci sulla nostra pagina Facebook ufficiale, La Scimmia Gioca, la Scimmia fa.