10 album storici usciti nel 1992, trent’anni fa [ASCOLTA]

1992
MIchael Stipe degli R.E.M. nel video di Man on the Moon
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Dal 1992 al 2022: dieci album musicali ascoltati di nuovo a trent’anni di distanza

Sono passati davvero tanti anni dal lontano 1992. Molti di noi non erano ancora nati, tanti altri erano solo bambini. Eppure, anche se non ce la possiamo ricordare con i nostri occhi e con le nostre orecchie, quella dei primi anni ’90 è una delle epoche più felici per la storia della musica recente; di certo una delle più importanti da vivere.

A partire dal grande fenomeno del rock alternativo e del grunge americano, che vede in trionfo Nirvana, Pearl Jam e Soundgarden; ci sono poi i primordi del britpop, con band come Suede e Blur che preparano la strada alla grande rinascita del rock inglese; e il gangsta rap, che emancipa il genere hip-hop da semplice moda ritmica anni ’80 con le produzioni di 2Pac, Dr. Dre ed Ice Cube.

É anche uno dei momenti più felici per l’elettronica, genere in pieno sviluppo nelle varianti techno e house, alla conquista dei dancefloor ma anche dei night club e dei rave party. Arrivano presto giganti come The Chemical Brothers e Prodigy, mentre in Regno Unito prende avvio l’influente branca del trip hop con i Massive Attack e i Portishead.

Ce ne sarebbe da dire ancora molto: quella del 1992 (anche se non quanto il 1991) è un’era di fioritura, riscoperta ed emancipazione musicale che fa capo all’esordio sulla scena di una nuova generazione, quella X, che ha tutto da dire e da dimostrare. Ecco quindi i 10 album più rappresentativi di quei trent’anni fa che per molti sembrano ancora ieri.

1. Pantera – Vulgar Display of Power (25 febbraio 1992)

Il grande picco di creatività dei Pantera rappresenta anche uno dei punti centrali nell’emancipazione del metal come genere portante della scena anni ’90. La varietà “groove” proposta da Dimebag Darrell e Phil Anselmo cattura e sconvolge l’immaginario dell’headbanger anni ’90 con un misto di brutalità e appeal sonoro fino a una decade prima impensabile.

2. Annie Lennox – Diva (6 aprile 1992)

Terminata l’esperienza degli Eurythmics alla geniale e carismatica Annie Lennox non rimane che lanciarsi nel suo debutto da solista: un debutto che sorprende ed ammalia, conquistando i vecchi fan e vincendone di nuovi con un pop intelligente, maturo ed emancipato quale quasi nessuno si aspetta. Una rivelazione.

3. Pavement – Slanted and Enchanted (20 aprile 1992)

Un disco fondamentale per l’evoluzione del rock alternativo e di quello che già qualcuno chiama indie rock: quel genere chitarristico estraneo a qualunque logica commerciale, lontano dai fasti delle band promosse da MTV ed orgogliosamente, appunto, indipendente. Un rock che brilla per spontaneità, immediatezza e, in un’era in cui è ancora possibile, originalità.

4. Faith No More – Angel Dust (8 giugno 1992)

Questo è il primo album dei Faith No More che vede una reale influenza di Mike Patton sulla musica e sulle liriche prodotte: e si sente. Non più solo il funk/metal/rap estasiato degli anni ’80, ma un rock alternativo che si muove a 360 gradi e coinvolge influenze disparate in un eclettismo che rivela per la prima volta una band dalle possibilità infinite.

5. Kyuss – Blues for the Red Sun (30 giugno 1992)

Lo sanno tutti: se c’è un album del genere stoner rock da ascoltare, è questo. Josh Homme è già di fatto il protagonista e volto centrale di un genere così caratteristicamente legato al suo stile compositivo da rendere anche l’ascolto di un disco come questo impossibile da non legare al futuro dei Queens of the Stone Age.

6. Alice in Chains – Dirt (29 settembre 1992)

Con il secondo album gli Alice in Chains si affermano quale nome centrale ed imponente della scena grunge. Unica la loro commistione di alternative rock ed alternative metal con tratti funk, che passando per le invenzioni chitarristiche immortali di Jerry Cantrell si perde nelle liriche nichiliste del compianto Layne Staley. Il grunge riassunto in una tracklist imperdibile.

7. Stone Temple Pilots – Core (29 settembre 1992)

Gli Stone Temple Pilots sono un po’ gli outsider della scena grunge ma questo non impedisce al loro album di debutto, guidato dall’ispirazione dei fratelli DeLeo e dal carisma di Scott Weiland, di atterrare sulla scena come una meteora incandescente. Un debutto solidissimo per una band validissima che in molti ancora oggi mancano di riscoprire.

8. R.E.M. – Automatic for the People (5 ottobre 1992)

All’unanimità, il punto massimo della carriera degli R.E.M.. Pubblicato proprio nel momento di grazia del rock alternativo americano, quest’album fa da guida e luce a tutta quella serie di altre band che da oltre un decennio s’ispirano allo stile emotivo, astratto e poetico del quartetto di Michael Stipe, e lo fa con una serie di composizioni immortali dalla prima all’ultima.

9. Aphex Twin – Selected Ambient Works 85-92 (9 novembre 1992)

L’album di debutto di Richard D. James, uno dei più influenti produttori elettronici di sempre, è una raccolta registrati nell’arco di sette anni in una continua evoluzione stilistica che rintraccia anche la nascita della techno moderna ma nella sua versione, appunto, più ambient. Questo non è ancora l’Aphex Twin superstar di Come to Daddy, ma il potenziale c’è già tutto e l’album è infatti immortale.

10. Dr. Dre – The Chronic (15 dicembre 1992)

Mentre Dr. Dre spinge avanti l’evoluzione del gangsta rap per come già iniziata con i suoi N.W.A., procede anche ad idearne e svilupparne la variante sonora g-funk con una produzione per l’epoca avveniristica ed epocale. Uno dei primi lavori rap che mostra davvero tutte potenzialità future del genere e tutte le ripercussioni che potrà avere in un decennio a venire oscuro ed incerto.