Nicolas Cage: “Non mi piace il termine attore, sono un thespian, un ribelle”

Parlando con Variety, Nicolas Cage ha spiegato la sua visione della recitazione, spiegando di essere un thespian, non un attore

nicolas cage, pig
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Nicolas Cage lo sappiamo, è un attore molto particolare nel suo modo di approcciarsi al mestiere. Durante una recente intervista con Variety ha dato una nuova chiave per capire il suo lavoro dichiarando di non amare essere definito attore.

Per me implica sempre: “Oh, è un grande attore, quindi è un grande bugiardo” – dice Cage. Quindi, con il rischio di sembrare uno stronzo pretenzioso, mi piace la parola ‘thespian’ perché significa che stai attingendo al tuo cuore, ti stai immergendo nella tua immaginazione, nei tuoi ricordi o nei tuoi sogni, e riportarai qualcosa da comunicare al pubblico

Cage sa che le sue scelte recitative uniche a volte possono essere percepite come eccessive. Quando gli viene chiesto del termine “sopra le righe”, risponde: “Beh, ditemi dov’è il limito e ti dirò se l’ho superato o no.”

L’attore prosegue nota che le sue scelte sono state progettate per rompere la forma di ciò che il pubblico era abituato a vedere.

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È stata mia zia Talia Shire a dirmi per prima: “Il naturalismo è uno stile”. Ed ero anche un grande sostenitore della sincronicità artistica, e pensavo che ciò che si poteva fare con una forma d’arte si poteva fare anche con un altro significato. Sai, nella pittura, ad esempio, puoi diventare astratto, puoi diventare fotorealistico, puoi diventare impressionistico, perché non provarlo con la performance cinematografica?

Stanislavski ha detto che la cosa peggiore che un attore può fare è imitare. Essendo un po’ ribelle, volevo infrangere quella regola. Così ho provato in “Cuore Selvaggio”, un approccio in stile Warhol al personaggio di Sailor Ripley. In film, come “Prisoners of the Ghost Land” o anche “Face/Off” o “Stress da Vampiro“, stavo sperimentando quello che vorrei chiamare Western Kabuki o uno stile cinematografico più barocco o operistico. Liberandomi del naturalismo ed esprimendo un modo più ampio di realizzare una performance

Tuttavia Cage ha ammesso di voler tornare ad uno stile più sottile ultimamente. Ora infatti sta tornando alla ribalta grazie al suo lavoro in Pig, film del regista esordiente Michael Sarnoski, che l’attore chiama “l’Arcangelo Michele”.

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Sapevo dopo un paio di flop che ero stato emarginato dal sistema degli studio; e non sarei stato più chiamato da loro. Ho sempre saputo che ci sarebbe voluto un giovane regista che tornasse o si ricordasse di alcuni film che avevo fatto e sapesse che avrei potuto essere giusto per la sua sceneggiatura e riscoprirmi. Ed è per questo che non è solo Michael, è l’Arcangelo Michele. Questo non sarebbe accaduto se non avesse la mente aperta per dire: ‘Vieni con me”

Che ne pensate di queste parole di Nicolas Cage?