L’astro di Jared Leto comincia a brillare tra gli anni ’90 e i primi anni 2000, quando si impone sulla scena grazie al suo carisma. Contemporaneamente fonda la band Thirty seconds to Mars, con la quale colleziona successi album dopo album. La sua fama cresce ed è richiesto in progetti sempre più grandi, che portano la firma di grandi registi.
Nonostante non manchi qualche detrattore, Jared Leto incontra perlopiù il favore del pubblico, che lo ama in ogni angolo del globo. Non poco rilevante a tal proposito è il ruolo giocato dal suo fascino quasi spirituale, misterioso e dal suo comportamento fortemente etico e umanista. Ricordiamo a riguardo la scelta vegana dell’attore e il sostegno dei diritti degli animali. Notevole anche il suo impegno a favore della comunità LGBT. La figura di Jared Leto porta sicuramente una nota positiva nell’ambiente non sempre pulitissimo di Hollywood.
Abbiamo selezionato le interpretazioni imprescindibili della carriera dell’attore americano premiato dall’Academy con l’Oscar al miglior attore non protagonista.
1) Requiem for a Dream, Darren Aronofsky (2000)
In Requiem for a Dream vediamo la prima grande interpretazione di Jared Leto. L’attore si vede coinvolto dal grande regista americano nella prima opera di portata mondiale.
Come ci ha abituato il regista di madre! non si tratta di un film per deboli di stomaco. La storia narrata è quella di quattro personaggi uniti da legami fragili che si reggono sulla comune dipendenza. Harry (Leto) e sua madre Sara (Ellen Burstyn) conducono in modo passivo le proprie vite.
Il primo, vivendo di espedienti, cerca di guadagnarsi le proprie dosi di eroina. La seconda invece passa le proprie giornate guardando il proprio show televisivo preferito. Marion, la fidanzata di Harry, sogna di fare la stilista ma anche lei è logorata dalla tossicodipendenza. Tyrone, amico di Harry, è ossessionato dalla figura della madre. Vorrebbe aprire un traffico di droga con l’amico per eliminare il problema del costo delle dosi.
Il film, grazie alla potenza visiva del regista, mette in scena dei personaggi allo sbando, per i quali non sembra esserci redenzione. Il nostro Leto porta a casa una delle sue migliori interpretazioni. Il suo personaggio, controverso e ambiguo, è diviso, capace di grande amore ma anche di grande miseria. L’attore californiano coglie tutte queste sfumature.
2) Panic room, David Fincher (2002)
Nel film, tra i meno blasonati della filmografia del grande regista di Zodiac, compare anche Jared Leto. In un’atmosfera cupa e asfissiante, tra le mura di una casa, si ambienta l’opera, ricca di suspense, che ricorda la costruzione hitchcockiana della tensione.
Meg Altman (Jodie Foster), appena divorziata, si trasferisce con la figlia in una nuova ed elegante casa a New York. Questa comprende anche una panic room, fatta costruire dal precedente proprietario in caso di incursioni indesiderate. La notte del trasloco, ironia della sorte, tre rapinatori entrano in casa con l’intento di svaligiarla. L’eponima stanza fungerà da salvezza e fulcro della narrazione per quest’opera da riscoprire.
Il nostro Jared Leto interpreta proprio uno dei tre rapinatori, in una parte sopra le righe cucita appositamente su di lui. Il suo personaggio è impulsivo e irrazionale, prende decisioni dettate dall’istinto e porta la situazione a complicarsi più del dovuto. Leto riesce a fare centro superando a pieni voti la prova, si cala nel personaggio cogliendone la pericolosa follia.
L’opera ospita il miglior Nicolas Cage, che interpreta un trafficante d’armi di origine ucraina cresciuto nel quartiere newyorchese di Little Odessa.
La storia messa in scena è reale. Il regista non lesina nel descrivere un’umanità devastata, quella legata al traffico clandestino di armi da fuoco. La spietatezza dei suoi personaggi è pari solo alla perizia del regista nel rappresentarli.
A Jared Leto spetta la parte di Vitaly, il fratello minore del protagonista. Smarrito e tossicodipendente, Vitaly vive di luce riflessa, se così possiamo definirla, del proprio fratello. Difatti il benessere del fratello travolge anche la sua vita, portandolo a desiderare un mondo che non gli appartiene, e che quindi lo rigetta.
Leto, qui in una parte struggente e cruda, convince pienamente per la sua interpretazione, qui più posata ed equilibrata.
4) Mr. Nobody, Jaco Van Dormael (2009)
Nel 2009 Jared Leto accetta di prendere parte a Mr. Nobody, diretto dal visionario regista belga Jaco Van Dormael. Lo stesso autore firmerà nel 2015 il film, assurdo e grottesco, Dio esiste e vive a Bruxelles.
In un mondo futuristico e distopico dove l’immortalità è divenuta normale e accettata da tutti, l’ultimo mortale sulla terra cerca di ricordare la sua esistenza. All’ alba dei 118 anni Nemo Nobody, dall’eloquente nome, capisce di essere prossimo alla sua dipartita. L’evento è seguito da tutto il mondo, che voyeuristicamente fagocita la notizia. Alternati alle sedute di un medico che si occupa di aiutare il protagonista a ricostruire gli eventi passati, ci sono i ricordi del nostro protagonista.
Questi è interpretato da Jared Leto, il quale, grazie a massicce dosi di trucco prostetico, ricopre entrambe le versioni del personaggio.
L’attore americano mostra una particolare intensità e riesce a trasmettere la sofferenza del ricordo, anche a livello fisico. Inoltre, risulta credibile in entrambe le manifestazioni del suo personaggio, soprattutto quella ultracentenaria.
Un titolo che non può mancare nel novero delle migliori performance di Jared Leto e che lo ha lanciato definitivamente come stella di Hollywood.
Il film, diretto con grande mano dal regista canadese, segna anche la grande prova di Matthew McConaughey come protagonista assoluto. Entrambi gli attori sono stati premiati con l’ambita statuetta d’oro.
La storia (vera) è quella di Ron Woodroof, cowboy texano tossicodipendente nel suo percorso di cambiamento e scoperta in seguito alla diagnosi di AIDS. Durante le sue battaglie, condotte contro enti americani responsabili dell’irreperibilità di farmaci necessari alla sua malattia, conosce Rayon, donna transgender tossicodipendente e sieropositiva. L’iniziale distacco del rude e omofobo Ron si trasformerà in sincera e profonda amicizia, segnando l’evoluzione totale del personaggio.
La struggente storia narrata è sostenuta da un gruppo di attori particolarmente ispirati e da un reparto tecnico impeccabile. Jared Leto, nella parte di Rayon, è perfettamente credibile e misurato in ogni gestualità . La sua compenetrazione nel personaggio gli valse decisamente il meritato premio.
Questa narra le vicende dell’agente K (Ryan Gosling), il quale 30 anni dopo gli avvenimenti del primo film, dunque nel 2049, deve indagare su una storia torbida e misteriosa, legata al passato. L’agente si mette sulle tracce di un modello di replicante Nexus, i quali hanno dato inizio a una ribellione e per questo banditi.
Da questa premessa è stato possibile per Niander Wallace (Jared Leto) prendere il monopolio bio-ingegneristico della produzione di replicanti. K è portato, seguendo le tracce, a scoprire se sia stato possibile che uno di questi replicanti si fosse riprodotto.
La presenza di replicanti nel cinema di fantascienza è ormai una costante e rappresenta una grande prova per gli attori deputati a interpretarli. In questo caso Jared Leto supera la prova con grande maturità . La sua interpretazione risulta autentica e la malignità del suo personaggio è resa perfettamente sullo schermo da una freddezza fuori dal comune.