Riscopriamo la discografia dei Muse passando per le loro 10 canzoni più importanti
I Muse, piaccia o non piaccia, sono ancora uno dei gruppo rock più importanti al mondo. Non proprio “rock” direbbe qualcuno, specie ascoltando i loro ultimi lavori. Ma Matt Bellamy e compagnia sono riusciti ad entrare nella cultura popolare con una discografia fantasiosa e che esplora vari generi nella creazione di melodie memorabili e veri e propri tormentoni.
Anche se il gruppo non figura più tra i nomi portanti del rock strettamente “chitarristico”, la loro eredità va comunque misurata sulla pubblicazione di una serie di album validi e sicuramente interessanti, dal primo all’ultimo. Oggi, vicini ai loro venticinque anni di carriera, i Muse possono guardarsi indietro dall’alto di un catalogo sicuramente da riscoprire. Ecco le loro 10 canzoni da conoscere sicuramente.
10. Undisclosed Desires, 2009
Nel 2009 i Muse approdano inaspettatamente a un suono synthpop “futuristico”, scelta che in molti all’epoca non comprendono. In realtà, sono uno dei primi gruppi della loro generazione ad avere l’intuizione di spostarsi di genere così notevolmente per non mettere freni alla loro creatività. E il risultato, diciamolo, è una canzone bella intensa e raffinata.
9. Starlight, 2006
Per molti questo brano rappresenta una sorta di punto di non ritorno nell’evoluzione della musica del gruppo. Un rock molto tendente al pop con suoni synth particolarmente orecchiabili, a metà strada verso la forma ballad. Dipende un po’ come considerate la storia della band: un’apertura verso suoni più nuovi e colorati, o la rinuncia a una musica chitarristica più tradizionale ed autentica.
Panic Station è una canzone dei Muse che in molti fan, specialmente storici, sicuramente odieranno dato che si discosta e anche di molto dai toni seriosi caratteristici del trio. Eppure, ascoltandola con orecchie diverse, si può sentire un fantastico pezzo pop funk che, benché riprenda in parte Thriller di Michael Jackson e il parte Another One Bites the Dust dei Queen, di sicuro costituisce uno dei momenti più “freak” della carriera del terzetto.
7. Hysteria, 2003
Il primo brano di questa lista risalente al famoso disco Absolution, del 2003, ancora oggi (giustamente) considerato dalla maggior parte dei fan come il miglior lavoro dei Muse in poco meno di venticinque anni di carriera. Un rock avveniristico, che pesca a piene mani dall’alternative anni ’90 ma con un deciso sguardo verso il futuro e, impossibile non notarlo, una tecnica chitarristica eccelsa.
6. Madness, 2012
L’ingresso ufficiale dei Muse nel mondo dell’indie pop, se è così che vogliamo vederla (e così è sicuramente come molti la vedono). In realtà questo pezzo elettronico dalla tendenza soul è un bel lavoro d’artigiantato digitale nel quale la band impara a sfruttare il linguaggio musicale degli anni ’10 virando al contempo con disinvoltura verso le classifiche. Ascoltatelo bene e lo rivaluterete di sicuro.
5. Drones, 2015
Nel pieno del loro tanto vituperato periodo “commerciale”, i Muse sfornano questo bellissimo brano grottesco dai tratti boogie che ironicamente commenta l’inumanità della guerra futuristica affidata ai droni e ai robot. Un pezzo sicuramente da rivalutare, specialmente per chi è convinto che il periodo d’oro della band termini a inizio anni ’00.
Uno dei super-classici assoluti della band, un rock perfetto e state-of-the-art per il 2001 che gira tutto intorno al mitico riff di chitarra ideato da Matt Bellamy. All’epoca, un pezzo irrinunciabile per chi vuole conoscere le nuove direzioni del genere all’inizio del nuovo millennio. Ancora oggi, un brano amatissimo.
3. Map of the Problematique, 2006
Questa canzone è a metà strada tra rock alternativo ed elettronica. Un connubio perfetto gestito magistralmente dai Muse su un sound heavy ma anche coinvogente quanto basta. Nel disco Black Holes and Revelations, per molti è uno dei pezzi più “vecchio stile” proposti dal trio.
2. Knights of Cydonia, 2006
Uno dei brani più prog del repertorio dei Muse (e di certo non l’unico), nonché uno dei più rappresentativi del loro lato math rock. La canzone ricrea suoni western sci-fi, perfettamente ricostruiti nel relativo video, con un tocco particolarmente originale e caratteristico. Un pezzo assolutamente immancabile.
1. Time Is Running Out, 2003
Di certo la canzone più famosa in assoluto del trio, nonché uno dei brani portanti del rock alternativo inglese. Celeberrimi il crescendo da toni apocalittici del brano, l’atmosfera esasperata della ritmica e anche il video ispirato a Il Dottor Stranamore di Stanley Kubrick. Per molti, semplicemente, il punto più alto della loro discografia.