Diciamolo: molti di noi ogni Natale si sentono un po’ come il Grinch. Ma da dove viene la creatura verde che odia le feste? Ecco la sua storia
Il Grinch è una delle figure più popolari della cultura pop contemporanea. Lo è per un motivo specifico: odia il Natale. Odia le feste, le decorazioni, i canti natalizi, i regali. Per come è interpretato da molti osservatori, il Grinch sembra rappresentare una critica verso l’ipocrisia dell’allegria natalizia “a comando”, l’obbligo insomma di sentirsi felici solo perché ci si trova in un particolare periodo dell’anno.
Tutti conoscono questo personaggio, specialmente grazie alle sue numerose apparizioni in film e adattamenti in cartoni animati. Il più famoso è certamente quello in cui è interpretato da Jim Carrey: Il Grinch, del 2000, diretto da Ron Howard. Per quanto però il personaggio sia universalmente noto, non tutti ne conoscono l’origine né la storia che sta dietro alla sua creazione.
Partiamo dall’inizio: il Grinch compare come personaggio principale e con le caratteristiche per cui lo conosciamo nella storia How the Grinch Stole Christmas!, del 1957, scritta e illustrata dal famoso autore americano noto come Dr. Seuss. Costui, Theodor Seuss Geisel, è celeberrimo per aver scritto moltissime storie per bambini dai tratti grotteschi e inquietanti come questa.
La vicenda la conosciamo: non si sa bene perché (qualcuno dice perché è nato con un cuore due volte più piccolo del normale), il Grinch odia il Natale. Lo odia così tanto che arriva al punto di cercare di distruggerlo, rubando i regali della gioconda gente di Whoville. Dopo averlo fatto, realizza con sconcerto che la gente della città è capacissima di essere felice e di festeggiare anche senza presenti.
A quel punto realizza che forse il Natale ha un significato più profondo di quello che si pensa, e la commozione che ne risulta porta il suo cuore a ingrandirsi (letteralmente, aumenta di dimensioni), trasformandolo di fatto in un essere buono. Così cambiato, si unisce volentieri alle celebrazioni: lieto fine.
Chi è il Grinch e perché è così popolare?
Sembra che il personaggio venga basato inizialmente su un solo momento di disagio vissuto dallo stesso Dr. Seuss la mattina dopo quella di Natale nel 1956. Leggenda vuole che lo scrittore si stia lavando i denti quando realizza di “non sentirsi bene”. Racconterà poi: “Ho notato un aspetto molto da Grinch nello specchio. Ho realizzato che qualcosa era andato storto con il Natale. O più probabilmente, con me stesso“.
Da qui l’ispirazione a scrivere una storia, pubblicata l’anno successivo, che porti il Dr. Seuss a “Riscoprire qualcosa sul Natale che ovviamente dovevo aver perduto”. Anche per questo, l’autore fa in modo di evitare qualunque riferimento religioso, spogliando la “narrativa” del Natale, di fatto, della sua base più tradizionale e cristiana: la nascita di Gesù Cristo.
Da qui la creazione molto fantasy della città di Whoville (che ovviamente non esiste) e dei suoi abitanti, i Whos. Forse anche perché priva di toni religiosi retorici, la storia ottiene subito una enorme popolarità. Il personaggio è stato giustamente accostato a quello di Ebenezer Scrooge, anche se in quest’ultimo caso erano più accentuate caratteristiche come avarizia e avidità.
Al 1966 risale il primo, storico special televisivo dedicato al personaggio, che viene doppiato per l’occasione da un anziano Boris Karloff. Qui sotto possiamo vederne un estratto. Negli anni successivi sarà protagonista di diverse altre storie, come Halloween Is Grinch Night (1977) e The Grinch Grinches the Cat in the Hat (1982), quest’ultima assieme ad un altro personaggio creato dal Dr. Seuss.
Oltre al film del 2000, forse la sua apparizione più famosa in assoluto, al Grinch sono stati dedicati anche un musical del 1994, un videogioco per Nintendo DS nel 2007 e un altro film d’animazione, nel 2018, in cui viene doppiato da Benedict Cumberbatch. Il personaggio è insomma popolare ancora oggi come settant’anni fa e tutti lo conoscono bene.
Questo perché la sua storia e la morale che lo interessa va a colpire l’immaginario collettivo in un punto particolarmente sensibile. Il Natale, per la nostra tradizione e ormai da secoli, dev’essere un periodo di festa e celebrazione. Ma questo figuro vi si oppone: difficile per molti resistere alla tentazione di identificarsi. Ma, certo, non manca il lieto fine: e come potrebbe?