Tra i film da non perdere per questo Natale arriva anche il candidato spagnolo per la corsa agli Oscar 2022 nella categoria Miglior film in lingua straniera: Il capo perfetto di Fernando León de Aranoa, con un grandissimo Javier Bardem.
Il capo perfetto ha già registrato un record assoluto nella Storia dell’industria cinematografica spagnola. Ai Premi Goya 2022, attesi per il prossimo 12 Febbraio, il film si presenterà con ben 20 nomination, il numero più alto mai assegnato.
Eppure, la cosa non ci stupisce. Parliamo infatti di una nuova grandissima prova di Javier Bardem, primo attore spagnolo mai candidato agli Oscar per Prima che sia notte di Julian Schnabel, quindi, primo a vincere nel 2008 come Miglior attore non protagonista, grazie al suo sublime, insuperato killer psicopatico in Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen.
Oggi torniamo ad applaudire il talento di uno degli interpreti più istrionici al mondo, protagonista di questa brillante dark comedy, dedicata al “buon padrone” di un’azienda a conduzione familiare, ma soprattutto alle mille facce di un essere profondamente ambiguo, capace di muoversi costantemente al limite tra bene e male, generosità e prevaricazione.
Il capo perfetto: La trama
Blanco (Javier Bardem), il proprietario di una storica azienda spagnola di bilance industriali, amato e stimato dai dipendenti per la sua grande umanità , è in gara con la sua impresa per un premio di eccellenza locale.
Considerato da tutti, ma soprattutto da se stesso un capo magnanimo, più simile a una padre che a un boss, è disposto a qualunque cosa pur risolvere i problemi dei suoi dipendenti, soprattutto in virtù dell’assegnazione di questo ambito riconoscimento.
Nella settimana che precede l’ispezione della commissione, Blanco dovrà però fronteggiare l’ira di un dipendente appena licenziato, accampato coi suoi figli proprio di fronte alla fabbrica, senza contare le avances della giovane stagista del reparto marketing, oltre al dramma della gelosia che travolge il suo direttore di produzione.
Fino a che punto dovrà spingersi El buen patròn per riprendere in pugno la situazione?
Il capo perfetto: Recensione in anteprima
Dopo I lunedì al sole (2002) ed Escobar – Il fascino del male (2017) il regista Fernando León de Aranoa e Javier Bardem tornano a lavorare insieme su una sceneggiatura praticamente perfetta, pronta a bilanciare (letteralmente) commedia nera e dramma sociale, opera buffa e quel retrogusto acre che appartiene solo al realismo crudo.
Il risultato è Il capo perfetto, film divertentissimo e amaro, ondivago e ambiguo come il suo protagonista.
La serie surreale di imprevisti destinati a piovere sulla testa del protagonista, concentrati in una unica, assurda settimana, portano inevitabilmente gli spettatori ad avvicinarsi emotivamente a Blanco, boss magnanimo che sembra improvvisamente proiettato al centro della più rocambolesca commedia degli equivoci.
Eppure, scena dopo scena, il film sembra mutare sotto i nostri occhi come uno strano animale. Si tratta di commedia o tragedia? Le decisioni, le reazioni del protagonista sono effettivamente giuste, legittime, oppure rivelano una natura sempre più feroce?
Se la sceneggiatura, la struttura di questa dark comedy si mostrano praticamente perfette, Javier Bardem trova un nuovo vertice nella sua filmografia. Invecchiato e quasi irriconoscibile nei panni dell’industriale di mezz’età , centra un obiettivo ai limiti dell’impossibile.
Ovvero, concentrare tutte le sfumature più odiose dell’arroganza e l’ipocrisia in un personaggio che, alla fine, non possiamo fare a meno di amare.
Gli altri candidati del panorama internazionale, a partire dal nostro Paolo Sorrentino, sono avvisati. Ci sono ottime possibilità che anche la giuria degli Academy Awards, alla prossima notte degli Oscar, dichiarerà il suo amore per Javier Bardem e Il capo perfetto.