Diabolik : La conferenza stampa con i Manetti Bros, il cast e Manuel Agnelli
Il momento è arrivato. Dopo oltre un anno di attesa Diabolik dei Manetti Bros è ufficialmente al cinema da questo 16 Dicembre. Ecco come i registi e il cast raccontano quest'avventura in conferenza stampa a Roma.
Antonio e Marco Manetti, alias i Manetti Bros, hanno presentato alla stampa il loro Diabolik, insieme ai protagonisti Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea, il cast al completo ma anche Pivio e Aldo De Scalzi e Manuel Agnelli, autori della magnifica colonna sonora, oltre ai produttori e Mario Gomboli, direttore di Astorina, storica casa editrice del fumetto.
Diabolik, una delle novità più attese della stagione, sembra aver istantaneamente spaccato la critica, divisa tra chi lamenta la mancanza di un fantomatico ritmo che risponda forse agli standard imposti dal linguaggio audiovisivo dei cinecomic, e chi riconosce invece al film una oggettiva eleganza micidiale. Inutile dire che noi apparteniamo a quest’ultimi.
Ma prima di proporvi la nostra recensione di Diabolik dei Manetti Bros, ecco come gli stessi autori ci hanno raccontato questo viaggio negli anni ’60, nella passione e nel crimine, ispirato dal terzo albo delle sorelle Angela e Luciana Giussani, L’arresto di Diabolik, pubblicato il 1 marzo 1963.
Manetti Bros: “Non un film su Diabolik ma il film di Diabolik”
Marco Manetti: “Un regista fa il film che sente di fare. Diabolik è un fumetto che amiamo, non dovevamo sorprendere per forza, abbiamo fatto la versione che ci immaginavamo, senza voler essere a tutti i costi originali. Certo, ci sono i riferimenti ad Hitchcock, ci piaceva l’idea di fare un film classico, non ispirato ma girato come un film classico.”
“Le maschere sono un misto tra i calchi che sono opera di Sergio Stivaletti e il lavoro della Palantin Digital, anche se abbiamo voluto limitare al massimo l’intervento del digitale. Ogni volta gli attori dovevano girare questo gesto particolare tirando la testa indietro per ‘fare la maschera’.”
“Abbiamo scoperto girando il film che la fedeltà non esiste, è un lavoro soggettivo. Nel momento che metti in scena un fumetto che ami ti rendi conto che sei tu a vederlo così. Un lavoro apparentemente oggettivo. Ma facendolo ci siamo resi conto che era tutta una nostra interpretazione. Alcune inquadrature sono comunque copiate direttamente dalle tavole del fumetto.”
E a questo punto è lo stesso Mario Gomboli, editore e autore di Diabolik, a spiegare perché nel corso degli anni abbia rifiutato moltissime proposte di adattamenti per il grande schermo, mentre ha accettato subito il progetto dei Manetti.
“Mi ha convinto una frase che hanno detto quando sono venuti in redazione a proporre l’idea. Mi hanno detto che non volevamo fare un film su Diabolik ma il film di Diabolik. Ho capito che eravamo sulla strada giusta.”
“Le Giussani prima e poi io di proposte ne abbiamo lette tante e le abbiamo scartate tutte, sono saltati anche progetti economicamente molto affascinanti. C’era sempre la volontà di riportare Diabolik in degli schemi, farlo diventare Zorro, il Giustiziere della notte o un serial killer. Invece la sua forza è essere fuori dagli schemi, un personaggio come mai visto prima.”
“Non c’è Diabolik senza Eva”. L’interpretazione di Miriam Leone.
“Diabolik non è Fantomas, è molto di più, ed è molto di più perché sono Diabolik ed Eva” prosegue Antonio Manetti. E così prende la parola la bellissima Miriam Leone, che ha interpretato Eva Kant in modo veramente impeccabile.
“Mi sono ispirata alle sorelle Giussani, le creatrici del fumetto, e ho dedicato a loro tutto il mio lavoro in questo film. Hanno creato questa donna che non è al servizio di nessun uomo, un pianeta, non un satellite. Insieme con Diabolik sono come due facce della stessa medaglia, il bianco e il nero, lo ying e lo yang.”
“Sono entrata in questo vortice e le sorelle Giussani sono state sul set con me, mi hanno accompagnato nella creazione di questa Eva con i Manetti. Li ringrazio per avermi fatto interpretare questo personaggio così bello, così iconico. Spesso leggo delle sceneggiature e penso che vorrei interpretare il personaggio maschile. Qui invece no, sono pari, due forze che si riconoscono e si attraggono.”
Quanto a Valerio Mastandrea: “Il mio Ginko me lo sono inventato. Ho tenuto l’immagine che avevo da bambino, quando parteggiavo per Diabolik. Mi chiedo quanto Ginko somigli a Diabolik, quanto sia parte di lui, perché senza di lui Ginko non esisterebbe e per questo non lo vuole prendere. Non lo vuole prendere, io mi sono raccontato questa cosa. Si serve della legge per non prenderlo, proprio perché l’unico modo per catturarlo sarebbe infrangere la legge.”
Manuel Agnelli: Un nuovo esordio da solista per la colonna sonora di Diabolik
“Io ho accettato esclusivamente perché i Manetti sono fan dei Blue Oyster Cult che sono uno dei miei gruppi preferiti.” Conclude scherzando Manuel Agnelli, che per la colonna sonora ha firmato due brani folgoranti, La profondità degli abissi e Pam Pum Pam.
“Il mio lavoro con loro è stato facile, ci siam confrontati sul personaggio di Diabolik e la psicologia delle canzoni, il primo brano è quello del Diabolik che vedono tutti, privo di qualunque ipocrisia, un criminale che non cerca giustificazioni di nessun tipo, né etiche né morali.”
“La seconda canzone è il Diabolik che conosce solo lui stesso, quello che parla ad Eva di fiducia. fiducia che lui prima di conoscerla aveva solo in sé e nelle sue armi. La prima è più cattiva, la seconda è molto diversa. Mi sono divertito a cantare questo pezzo in stile anni ’60, alla Charles Aznavour. Magari potrebbe essere il mio futuro!”
Marco Manetti: “Quella del Diabolik cattivo è quella che noi abbiamo chiesto al Manuel che conoscevamo, il cantante degli Afterhours. Poi ci siamo conosciuti meglio, non avremmo mai pensato di chiedergli un brano come il secondo, da crooner, da Dean Martin e invece l’abbiamo fatto. Per noi è un onore che li abbia scelti per il suo nuovo esordio, quello da solista.”