I 10 migliori Classici Disney secondo la Scimmia [LISTA]
Abbiamo, con grande fatica, selezionato i nostri 10 classici Disney preferiti, tra classici intramontabili a titoli più freschi.
Se c’è un modo per presentare Fantasia è dire che non si tratta solo di un lungometraggio. Se ci fosse bisogno di dargli un’etichetta si potrebbe dire che Fantasia è un’opera d’arte visiva in movimento.
Il film consiste in otto segmenti tenuti insieme dalla scelta di usare brani di musica classica, diretti da Leopold Stokowski e, nella maggior parte dei casi, realizzati dall’Orchestra di Philadelphia.
All’inizio – anche a causa della seconda guerra mondiale che impedì al film di arrivare al mercato europeo (come nel caso di Pinocchio) – Fantasia non ebbe molto successo e in parte non venne capito nemmeno dalla critica.
Viene poi riscoperto al termine del conflitto, ottenendo un’accoglienza decisamente più calorosa. Uno dei segmenti più noti del film è quello de L’apprendista stregone di Paul Dukas, basaso sulla ballata scritta da Goethe, in cui si vede Topolino con indosso la casacca rossa e l’iconico cappello blu trapuntato da stelle.
Un’opera estremamente ambiziosa, diversa dai due film precedenti, che resta una delle vette più alte toccate dallo studio di animazione americano.
7) Le follie dell’imperatore (2000)
Le follie dell’imperatore rappresenta il primo passo che la Disney fece nel nuovo millennio.
Considerato uno dei migliori film dell’epoca post-rinascimentale dello studio, Le follie dell’imperatore è un mélange tra il road movie e il buddy movie.
La storia è quella dell’egoista imperatore Kuzco che, dopo essere stato trasformato per errore in lama dalla sua vecchia consigliera Yzma, finisce con l’attraversare il suo regno in compagnia del contadino Pacha, un uomo dal cuore buono che finirà col diventare il primo, vero amico dell’arrogante imperatore.
Come spesso accade nel film Disney, anche Le follie dell’imperatore ha dalla sua la presenza di personaggi “secondari” in grado di rubare la scena, come la malvagia ma simpatica Yzma e l’irresistibile Kronk.
La vena estremamente ironica del film ha contribuito a renderlo molto amato, ed è sicuramente uno dei migliori titoli Disney post-2000.
6) La spada nella roccia (1963)
Impossibile dimenticare le avventure di Semola, il bambino destinato a diventare Re Artù, narrate nel fantastico adattamento moderno del mito inglese. La spada nella roccia è diretto dal grande animatore Wolfgang Reithermann, già autore de La Bella addormentata nel bosco e che dirigerà poi capolavori come Robin Hood e Gli Aristogatti.
Il film segue la genesi del famoso eroe in una versione rivisitata dallo scrittore T.H.White, autore del romanzo omonimo del 1938. Segue infatti le peripezie del piccolo Semola, undicenne deputato al compito di scudiero nel palazzo reale. Predestinato a essere colui che estrarrà la leggendaria spada nella roccia, lo aspetterà il compito di guidare l’Inghilterra.
Il cammino spirituale del giovane eroe è illuminato dalla figura di Merlino, che renderà possibile la sua crescita. Il ragazzo infatti imparerà l’utilizzo della mente e delle parole sulle armi, nonché l’importanza dello studio e del pensiero nelle questioni umane.
Il film ha segnato l’infanzia di più generazioni, continuando a stupire per la propria modernità e freschezza. L’animazione e il disegno raggiungono una perfezione tecnica impareggiabile e la regia di Reithermann non sbaglia un colpo.
La narrazione fluida, divertente e divertita non manca di un’ironia che ha reso iconici battute e motti ancor oggi citati. Le figure spassose di Merlino e Anacleto rimangono nel cuore dello spettatore. Inoltre, come sempre nei classici Disney, l’insegnamento morale rimane in sottotesto senza risultare didascalico o retorico.
5) Aladdin (1992)
Aladdin è un classicissimo Disney, considerato tra i migliori lavori della casa di animazione, e piena espressione del cosiddetto “Rinascimento Disney“. La storia di Aladdin proviene da una novella persiana della raccolta Le Mille e una Notte, mentre i disegni vengono dal lavoro del caricaturista Al Hirschfeld e poi colorati con l’uso del computer.
Famoso anche per le pluripremiate canzoni scritte da Howard Ashman, Aladdin esce al cinema nel ’92 e riceve da subito un’accoglienza calorosa.
Aladdin è un ladruncolo simpatico, intelligente e sbarazzino, con un cuore grande e una curiosità genuina verso tutto quello che lo circonda. Guarda il poco che ha con orgoglio, pur sognando una vita migliore. E’ così che finisce nei guai, ma incontra anche il meraviglioso Genio della lampada (in italiano doppiato magistralmente da Gigi Proietti) e la sua bella principessa, Jasmine. Non ha però fatto i conti con un cattivo di quelli con C maiuscola, il temibile stregone Jafar.
Pur essendo un classico, Aladdin presenta già due caratteristiche innovative: Jasmine, ad esempio, è una donna di carattere, indipendente e combattiva, che comincia ad allontanarsi dallo stereotipo precedente di “donzella in difficoltà” (in questo simile a Megara di Hercules, che arriverà 6 anni più tardi).
Per i tempi, poi, l’animazione ci regala degli effetti piuttosto suggestivi, poco raggiunti in precedenza. Per quelli cresciuti negli anni ’90 è difficile dimenticare l’inquietante trasformazione in cobra da parte di Jafar. O, ancora prima, l’innalzamento delle sabbie che formano l’enorme grotta a forma di tigre dov’è nascosta la lampada.
E se questo magari non impressiona i giovanissimi, abituati a ben altri effetti speciali e a un femminismo ormai strutturale nei cartoni Disney, Aladdin resta sempre rilevante per aver parlato in maniera diversa della povertà del popolo (gli “straccioni”) e ribadito l’importanza fondamentale della libertà, anche per quelli che sembrano nati per essere al servizio di altri.