Chi non ha avuto una cotta per Emma Watson invece? Da maghetta più adorabile di Hogwarts a icona di bellezza, passando per tante collaborazioni con alcuni dei registi più affermati di oggi. Dopo la saga di Harry Potter, l’attrice inglese ha avuto il piacere e l’onore di essere diretta da registi del calibro di Sofia Coppola, Alejandro Amenàbar e Darren Aronofksy. I risultati non sono mai stati eccezionali, però rimane il curriculum di prestigio.
Proprio con Sofia Coppola Emma Watson ha lavorato a The Bling Ring, ispirato ad un fatto di cronaca. Nella Los Angeles dello star system, 4 adolescenti, affascinate dalla fama e dalla ricchezza, derubano le celebrità di Hollywood dei loro avere più “iconici”. Questo è il ruolo più provocante e seducente interpretato dalla giovane Emma, insieme a Kirsten Dunst, Lidnsay Lohan e Orlando Bloom tra gli altri.
Coppola osserva i suoi personaggi, sempre affascinata all’età dell’adolescenza, che perdono la propria innocenza sedotti e corrotti dall’avidità e della vacuità della vita. The Bling Ring è un film patinato e spesso sopra le righe, pervaso da un generale senso di impotenza e amoralità, senza mai condannare l’azione o i suoi fautori, ma osservando semplicemente il decadimento.
Piccole Donne – Greta Gerwig, 2019
Il salto di qualità però avviene con uno dei film più chiacchierati ad apprezzati del 2020: Piccole Donne. Adattamento cinematografico del classico della letteratura ottocentesca firmato da Greta Gerwig. La trama è più attuale che mai e vede la giovane protagonista Jo scontrarsi con una società patriarcale che la vorrebbe sottomessa. Ma grazie al supporto delle sorelle riuscirà a farsi volere contro ogni stereotipo, ribaltando gli standard dell’epoca.
Il successo del film deriva principalmente dalla bravura registica della Gerwig che riesce ad infondere al racconta la propria autenticità, capace di un lavoro autoriale molto efficace e maturo. Quella di Piccole donne è una storia profondamente intima eppure estremamente universale, capace di ispirare ieri come oggi. Emma purtroppo non brilla mai per le sue capacità attoriale però riesce a inserirsi in un cast eccezionale, affiancando Saoirse Ronan, in un film dalla risonanza davvero importante.
Charlie Countryman deve morire – Frederik Bond, 2013
Non è toccato lo stesso destino a Rupert Grint che invece ha all’attivo pochissimi film e neanche troppo validi. L’unico da segnalare, forse più per il titolo figo che per l’effettiva qualità è Charlie Countryman deve morire, che vede la partecipazione di Shia LaBeouf e Mads Mikkelsen tra gli altri.
Dopo la morte della madre Charlie si reca a Bucarest dove entra in contatto con la malavita, dando vita ad un film dal tono surreale, penalizzato dall’atteggiamento adolescenziale del regista, Frederik Bond. Il racconto è allucinato e trova la sua forza solo in alcuni momenti in cui James Buckley e proprio il nostro Rupert Grint entrano in scena con fare sfrontato per l’accompagnamento comico.
Charlie Countryman deve morire pecca forse per originalità e forza, ma a modo suo cerca di conquistare il suo pubblico grazie proprio all’energia sprigionata in questi brevi momenti.
Le strade del male – Antonio Campos, 2020
Prima di concludere l’articolo però vorremmo parlare di un altro film, che nel corso del 2020 ha già fatto parlare di se, Le strade del male. Il film diretto da Antonio Campos è stata una graditissima sorpresa che, oltre ad essersi affermato come opera molto valida, ha attirato l’attenzione di tutti per la prova straordinaria di Robert Pattinson.
Le strade del male, disponibile su Netflix, racconta di un’america rurale e di periferia attraversata da una drammaticità carica di morte e disperazione. Campos dirige un’autentica tragedia moderna, in cui nessuno è innocente e il male pervade ogni cosa. L’unico che se ne discosta è il narratore onnisciente che descrive i personaggi senza alcun giudizio.
Ne Le strade del male abbiamo ritrovato un altro volto noto proveniente dalla saga di Harry Potter, Harry Melling (per chi se lo stesse chiedendo, è il cugino st***** di Harry). Forse, sorprendentemente, Melling è tra ex maghetti quelli che si è rivelato per il miglior talento. Dimostrato con Campos grazie all’interpretazione folgorante di un fanatico e carismatico guaritore.