Il 1992 se lo aggiudica Luca Barbarossa con questa canzone nostalgica totalmente incolore e insapore, completamente priva di ritmo e dal testo melenso e retorico. Dulcis in fundo: Barbarossa trionfa su Mia Martini, arrivata seconda ma data per favorita fino all’ultimo. Proprio uno di quei “colpi” Sanremesi, insomma, che tendono a premiare sempre sentimento e smielatezza.
6. Annalisa Minetti – Senza Te o Con Te, 1998
Annalisa Minetti è oggi nota come straordinaria atleta paralimpica e volto televisivo. Ed è così che andrebbe ricordata. Il suo brano vincitore di Sanremo 1998, Senza Te o Con Te, è l’usuale trionfo canoro di una artista esordiente che musicalmente esprime poco o nulla al di là dell’emozione stessa legata alle parole cantate. Che no, non dovrebbe essere requisito sufficiente per vincere Sanremo, specie con i criteri di oggi. In ogni caso, potete giudicare da voi.
7. Povia – Vorrei Avere il Becco, 2006
Proprio lui, il cantante de I Bambini Fanno Oh e di Luca Era Gay, in un dolcissimo brano in cui si immedesima in un piccione (con tanto di onomatopee corrispondenti inserite nell’arrangiamento). Che dire di Giuseppe Povia? Abbiamo assistito alla sua evoluzione in questi ultimi quindici anni, e basti dire che rimpiangiamo alquanto questa sua fase del “piccione”. Un brano, in ogni caso, per niente meritevole del primo posto (che del resto viene annunciato anche con poco o nessun entusiasmo).
8. Giò di Tonno e Lola Ponce – Colpo di Fulmine, 2008
Un pop rock completamente inconsistente che affida tutto alla potenza inusitata delle voci dei due performer: come al solito, il pubblico italiano (di un tempo) vede e sente solo l’ugola, dato che tutti noi si è nel paese del bel canto. E come resistere a quell’impetuoso e un po’ blasfemo verso “Che Dio ci fulmini?”. Ma la febbre passa subito, tant’è che nessuno dei due cantanti riuscirà a mantenere saldo il successo dopo la vittoria: entrambi si ricicleranno come figure televisive di second’ordine.
9. Valerio Scanu – Per Tutte Le Volte Che…, 2010
Sfidiamo chiunque a ricordarsi dell’esistenza di questa canzone. Non a distanza di unidici anni, ma proprio dopo i quattro minuti di ascolto del brano stesso: è talmente inconsistente che si cancella dalla memoria da sé. Cosa che si può del resto dire dello stesso Scanu, completamente eclissatosi in seguito a questo exploit e nonostante la vittoria ad Amici di Maria de Filippi che gli aveva conferito notorietà in primis.
10. Il Volo – Grande Amore, 2015
Il trio Il Volo ha conquistato un grande pubblico con questa pomposa dichiarazione d’amore lirica, ma in tutta onestà non la si può non liquidare come identica a mille e mille altre. Un trionfo di voci vicino alla tradizione operistica che rappresenta uno dei grandi cliché della musica nostrana: il successo di brani del genere toglie ogni possibilità d’evoluzione ad una musica italiana che eppure sa esprimersi su ben altri registri.