Traslocare non è un’impresa facile, anzi. Provate a interrogare amici, parenti e conoscenti che hanno affrontato una o più volte questo momento nella loro vita e otterrete da tutti la stessa risposta: traslocare è stressante. Dietro però ogni oggetto inserito con cura in uno scatolone c’è un significato ben più profondo del semplice atto in sé. Unpacking, come leggeremo in questa recensione, cerca di trasmetterci, attraverso un semplice puzzle game, tutte quelle emozioni che stanno dietro ad un cambio di dimora.
I ragazzi di Witch Beam, software house australiana, riescono precisamente in questo intento confezionando un prodotto profondo e curato nei minimi dettagli.
Vi ricordiamo che Unpacking è disponibile su Xbox, Pc e Nintendo Switch e su Game Pass. Ennesima piccola perla del catalogo Microsoft che si aggiunge ad una pletora di titoli indie tutti da scoprire.
Un puzzle game di ricordi
Unpacking racconta la storia di una ragazza che, trasloco dopo trasloco, affronta diverse fasi della propria vita. Non ci sono cut scene, non ci sono dialoghi, ma solo pacchi da aprire per sistemare il loro contenuto nelle diverse stanze. Il sapone vicino alla doccia, il pigiama sotto al cuscino e la console vicino alla televisione. La libertà di scegliere dove posizionare tutti gli oggetti varia in base alla casa in cui andiamo a traslocare.
Se in un monolocale ogni mensola è “giusta” per collocare la nostra roba – sempre entro certi limiti, uno scolapasta non va in camera da letto – in una casa con i coinquilini dobbiamo sottostare a delle regole ferree e ritagliarci i nostri spazi. Ci troveremo per esempio a dover incastrare ogni piatto in una cucina disastrata dal disordine delle altre persone oppure a individuare il posto corretto per il nostro accappatoio nel bagno in comune. Nella nostra prima convivenza invece, ci sentiremo come in gabbia poiché, in una struttura già arredata da qualcun altro, la nostra creatività e la voglia di arredare la dimora dei sogni con la dolce metà, è ridotta all’osso. Unpacking presenta quindi un livello di sfida che cresce con la narrazione e con le esperienze del personaggio.
Al completamento di ogni livello, scatteremo una foto che inseriremo in un album fotografico. Ogni scatto, è accompagnato da una breve didascalia che racconta i pensieri della protagonista. La forza di Unpacking è di riuscire a fare uno storytelling ambientale che inizia con il primo trasloco, prosegue con un tentativo di costruire una vita insieme ad un’altra persona, la rottura del rapporto e il ritorno per un breve periodo dai genitori e poi…sorpresa.
In ogni trasloco che affrontiamo ci sono quei giochi, quei peluche, quell’indumento del cuore che porteremo sempre con noi. Vuoi per il legame affettivo che c’è con essi, vuoi perché si può pensare che prima o poi torneranno utili, ci saranno sempre degli oggetti di cui non ci libereremo mai. Unpacking funziona esattamente così. Nei vari scatoloni che apriremo, troveremo sempre alcune costanti come un maialino peluche, un Ipod con le cuffie e nel momento in cui le selezioniamo, sappiamo già dove collocarle.
E’ interessante notare proprio come, proseguendo nei livelli, iniziamo a conoscere sempre più la protagonista, i suoi gusti e il suo guardaroba. Potrà addirittura capitare di meravigliarsi quando, scatolone dopo scatolone, la statuetta della Torre di Pisa, ancora non fa il suo ingresso in scena.
Contemporaneamente però, passano gli anni e tanti oggetti che abbiamo visto nel primo trasloco lasciano il posto alla loro versione aggiornata. La ragazza è infatti una vera e propria fan dei videogiochi e le console che posizioneremo di volta in volta nel salone, ci “sbloccheranno” inevitabilmente un ricordo. Avremo a che fare con diverse versioni del Game Boy, si passa dal Nintendo Game Cube a Switch e non mancherà infine un’Xbox 360. Un omaggio degli sviluppatori alla cultura videoludica che colpisce, senza compromessi, le memorie di noi giocatori appassionati.
Unpcacking si configura come un titolo rilassante e piacevole, capace di conquistare l’utente grazie alla sua narrativa ambientale e ad un puzzle game ben costruito. Un’esperienza stimolante e che non possiamo fare a meno di consigliare. Il suggerimento è quello di giocarlo anche in compagnia, magari con i propri coinquilini o con il partner, per confrontarci con loro e cercare di rendere più ordinata la nostra vita reale.