Strappare lungo i bordi, serie animata di Zerocalcare, sta ottenendo un successo clamoroso su Netflix dove si è piazzata al primo posto di gradimento nel primo weekend dal suo rilascio. Oltre ai molti complimenti, sono arrivate tuttavia anche diverse critiche al fumettista romano inerenti ad un singolo elemento. L’utilizzo per alcuni eccessivo del dialetto. L’artista, all’anagrafe Michele Rech, ha deciso di rispondere a queste polemice su Twitter, ovviamente in romanesco.
Per chi non fosse troppo avvezzo al modo di parlare della Capitale, ingarellarsi significa adoperarsi in qualcosa con entusiasmo fuori dal comune. Dunque Zerocalcare intende dire che non c’è bisogno di dare così troppa importanza a questo elemento, ovvero sia l’eccessivo dialetto nella sua serie.
Questa serie Netflix rappresenta il lavoro più importante della carriera dell’artista al di fuori della carta. In questo ambito infatti i suoi fumetti sono da anni tra i best sellers in Italia. Prima di questo mastodontico progetto infatti, Zerocalcare aveva fatto compagnia a tutta l’Italia, durante il primo lockdown, con i suoi episodi della miniserie Rebibbia Quarantine. Grazie all’enorme successo ottenuto da quegli sketch, l’artista è potuto arrivare alla fama assoluta anche verso chi non era avvezzo alle sue opere scritte e giungere infine a Netflix.
Inoltre, qualche mese prima di questa apprezzata serie, l’artista aveva lanciato anche una nuova serie animata, La vita segreta degli Over 35, progetto nel quale la storia avrebbe dovuto ruotare attorno ai problemi e alle ansie delle persone che si trovano nella stessa fascia d’età del fumettista. della quale però è stato rilasciato solo un breve teaser (qui per vederlo) al quale non hanno però fatto seguito altri episodi. Staremo dunque a vedere se ora che Strappare lungo i bordi è terminata, ci rimetterà mano, staremo a vedere.
Cosa ne pensate di questa polemica? Il dialetto romano è eccessivo nella serie secondo voi? Ditecelo nei commenti.