Anche se non fanno Simpson di cognome, questi 15 personaggi hanno reso speciale la serie fin dall’inizio. Ecco chi sono
I Simpson li conosciamo bene: Homer, Marge, Bart, Lisa e Maggie. Ma non è tutto qui, lo sappiamo. O meglio, non è tutto qui l’universo immenso in cui ha luogo la serie creata da Matt Groening ormai quasi trentacinque anni fa. Quando diciamo “I Simpson”, infatti, non ci riferiamo solo al nucleo familiare dei gialli, ma a molti, molti altri personaggi.
E sono tantissimi: in anni e anni i produttori e autori dello show ne hanno inventati a bizzeffe. Alcuni per la maggior parte semplici “macchiette” destinate a fare “colore” sullo sfondo, come Disco Stu, La Gattara (Crazy Cat Lady), il giudice Snyder, il bandito Serpe (Snake) o Hans Uomo Talpa (Hans Moleman).
Lo show prende in giro anche l’introduzione di figure studiate apposta per rendere lo show più “accattivante”, nello specifico quella di Poochie (Pucci), con un esperimento metatestuale che ha fatto epoca. Ma, al contrario, tantissimi dei protagonisti della serie, seppur non principali, vengono spesso approfonditi adeguatamente e trovano spesso spazio nelle storyline degli episodi.
Parliamo dei personaggi secondari de I Simpson, dei quali conosciamo carattere, personalità, vicende personali e persino evoluzioni o backstory. Costoro, dal signor Burns al giardiniere Willie e da Apu a Nelson Muntz, sono spesso co-protagonisti di parecchie storie e persino interpreti di trame a sé stanti. Oggi riscopriamo i migiori di loro, e spieghiamo perché senza di essi i Simpson non sarebbero gli stessi.
15. Grattachecca e Fichetto
I protagonisti dei tremendi (in tutti i sensi) corti in onda durante lo show di Krusty il Clown (vedi sotto) sono la parodia precisa un concetto essenziale: la violenza nei cartoni animati. Violenza qui volutamente esasperata per ricordare e ridicolizzare i prodotti animati Warner Bros. (i Looney Tunes e le terribili torture che subisce, per esempio, Daffy Duck) e MGM (Tom e Jerry, e abbiam detto tutto).
D’altra parte c’è anche da dire che la storia dietro allo psicopatico topo e al gatto che subisce ogni sorta di crudeltà richiama quella di Walt Disney e dell’industria del cartone animato come fabbrica per soldi che fa leva da una parte sulla de-sensibilizzazione del pubblico giovane e dall’altra sui buoni sentimenti esplorati ad ogni piè sospinto.
“Salve, sono Troy McClure! Forse vi ricorderete di me per… “ è una delle frasi più celebri della serie. Troy McClure è un attore navigato, famoso nei tempi andati (anni ’60 / ’70) che, superato il picco della carriera, cerca di re-inventarsi come può in ogni tipo di prodotto: pubblicità, documentari, spot, video didattici, musical e film d’infimo ordine.
McClure è il simbolo della superstar americana masticata e risputata dallo show business, che non riesce a concepire nessun altro lifestyle e quindi non ha altra scelta che seguitare ad accettare ogni minimo ruolo pur di poter restare “sulla scena”. Il suo sorriso falso, le sue rughe a malapena nascoste e il suo aplomb proveniente da un’altra epoca dicono molto più di ciò che viene mostrato.
13. Edna Krabappel
Edna è l’insegnate di Bart, una donna che viaggia veloce verso la mezza età portando con sé disillusione, sogni di romanticismo infranti, sfiducia nella vita e negli altri e tante, tante sigarette. Nella sua professione è chiaramente superficiale: non le interessa essere insegnante più di quanto non le interessi lavarsi i denti ogni mattina.
Bart, in particolare, rappresenta la sfida suprema che le si para davanti. Scopriamo che è lui il motivo per il quale si è decisa a diventare insegnante, ma è anche probabilmente il motivo che rende il suo mestiere tanto frustrante. E la rende, perciò, solo un’altra lavoratrice disincantata, operaia dell’insegnamento, che non trasmette nulla ai suoi allievi se non il proprio stesso senso di vacuità.
12. Moe Szyslak
Moe (Boe in italiano) rappresenta, a Springfield, l’epitome dell’individuo spregevole, tremendo nella propria disperazione e nella pochezza della sua esistenza. Si dedica spesso ad attività illegali e anche i metodi con cui gestisce la sua squallida bettola non si possono dire esattamente onesti.
Approfitta senza ritegno dell’alcolismo di Homer, Barney e degli altri della combriccola, tenendoli intrappolati in un ambiente che non ha nulla da offrire e che è estensione dello stesso carattere arido e cinico del barista. Dalla bottiglia al locale, Moe è sinonimo di alcolismo, vizio e perdizione che non conducono da nessuna parte se non in fondo al famoso “bicchiere”.
Krusty il Clown è tutto il peggio di ciò che, nel mondo dei Simpson, riguarda il mondo dello spettacolo. In superficie, solo un clown vecchio stile, da torte in faccia. Sotto la maschera, un vip perso tra gli eccessi del mondo delle celebrità, cinico e viziato dal proprio decennale successo (che prosegue, scopriamo, almeno dagli anni ’60).
In sè incarna non solo tutte le caratteristiche negative del VIP, ma anche i lati peggiori dell’uomo inglobato e fagocitato dalle fauci della spietata industria dello show business. Ecco perché lo vediamo disincantato, cinico e francamente stufo di fare quello che, sulla carta, dovrebbe essere il miglior lavoro del mondo: far divertire i bambini.
10. Lenny e Carl
Non li si sarebbe mai potuti separare: sono due personaggi distinti, ma Lenny Leonard e Carl Carlson ne costituiscono in pratica, da sempre, uno solo. Coppia inseparabile, i due si ritrovano uniti in una bromance da manuale fatta di cameratismo da classe operaia che, nella loro amicizia indissolubile, si estende anche ben oltre.
Lenny e Carl non simboleggiano, nella serie, solo un legame di amicizia. Le loro sono anche figure di persone anonime ed inizialmente prive di spessore che, nel ruolo di “amici” di Homer, rivelano caratteri e personalità ben più complessi e profondi di quanto ci si potrebbe aspettare.
9. Nelson Muntz
Nelson è il bullo della scuola di Springfield e non di rado prende di mira Bart e i suoi amici. Si esprime principalmente a pugni ed è sempre pronto a deridere il prossimo con il suo famoso “Ha-ha!” Anche di lui, tuttavia, scopriamo lati inaspettati: la sua infanzia è segnata da un padre inesistente (colpa delle famose sigarette che sarebbe uscito a comprare) e da una madre che s’è data a mestieri discutibili.
La violenza è l’unico modo che spesso trova per comunicare ma in diverse occasioni, grazie per esempio a Lisa oppure a Marge, il suo vero animo emerge e rivela la presenza di una persona come tante altre: indecisa, insicura, sola. Anche Nelson, pur dietro la sua maschera da duro, è solo un altro personaggio che aspetta il momento giusto per rivelare sé stesso; ed essere, magari, accettato.