Jon Hopkins pubblica un disco ambient dall’anima pura ma dai contenuti poco intriganti
John Hopkins è tornato, ma a molti dei suoi fan dell’ultima ora potrebbe non sembrare così. Questo specialmente perché il suo nuovo album, Music for Psychedelic Therapy, è un disco ambient. Sì, parliamo proprio di quel famigerato genere “noioso” associato spesso a yoga, teorie new age, Moby e… lunghi momenti di tedio musicale.
Questo perché l’ambient, per come concepito da Brian Eno una quarantina di anni fa, esiste per una ragione precisa: non essere ascoltato, ma essere solo “sentito”. Una musica di sottofondo che, però, ha lo scopo di penetrare pian piano tra i nostri neuroni, svolgendo un’attività, che qui viene annunciata fin dal titolo, di carattere terapeutico.
Music for Psychedelic Therapy fa questo? Numero uno: no, non proprio. Numero due: questa non è musica psichedelica, anche se ci si può confondere facilmente. I confini tra i generi sono molto labili ed è facire definire “psichedelico” qualunque cosa sia lento e ipnotico. In realtà con psichedelia ci si riferisce principalmente a musiche che prendono ispirazione dall’uso di sostanze psicotrope o che cercano di ricrearne l’effetto.
Quello che invece Hopkins cerca di ricostruire qui, semmai, è proprio il comfort raro di uno studio di uno psicoterapeuta. Lo prova l’ultimo brano, nel quale veniamo accompagnati dalla voce di Ram Dass, psicologo, guru yoga e “insegnante spirituale”, attraverso il più classico percorso di auto-guarigione. Che, certo, di questo tempi male non fa.
Ma detto questo, la domanda che sorge spontanea è: sì, ma è bello questo disco di Jon Hopkins? Interessante? Intrigante, ci travolge con quei suoni elettronici potenti, colorati e fantasiosi che siamo abituati ad associare a lui? Risposta: no, proprio no. Ma il punto è che il progetto stesso, di partenza, non intende essere questo.
Si tratta fondamentalmente di un esperimento, che Hopkins conduce certo con le migliori intenzioni e che, pur riuscendo esattamente come vuole lui, soffoca ogni genere di idea e trovata elettronica geniale che siamo abituati a distinguere nelle sue produzioni. Parliamo di un ambient del resto neppure della miglior fattura, ma a livello di qualità rientra appena nella media. Che dire: stavolta è andata così.