Manuel Agnelli non si trattiene nell’elogiare i suoi protetti, i Maneskin
Manuel Agnelli, lo si può tranquillamente dire, è stato un po’ il mentore nonché padrino dei Maneskin e della loro musica. Li ha cresciuti ad X Factor, aiutandoli a diventare quelli che sono. Li ha poi accompagnati a Sanremo 2021 e ora li guarda dalla distanza, mentre conquistano il mondo, cercando nel frattempo di individuare i loro successori tra i concorrenti della nuova edizione.
Parlando a Repubblica, il cantante si dice orgoglioso di loro e dei risultati ottenuti, a partire dal ringraziamento a loro indirizzato dal dio del rock, Mick Jagger: “Sono orgoglioso di questi ragazzi perché riescono a vivere le cose godendosele, che è una dote più unica che rara. Chiunque, alla loro età, aprendo un concerto dei Rolling Stones si sarebbe bloccato”.
“Invece loro riescono a partecipare a cose gigantesche traendone piacere, con uno spirito molto bello. Sono strutturati veramente bene: tanti altri si sarebbero montati la testa, per non parlare del nervosismo e dell’emozione, il fatto di sentirsi all’interno di un gioco più grande… Invece i Maneskin sono sereni, gioiosi: di questo sono invidioso”.
“La musica che fanno ha riaperto dei portoni che fino a poco tempo fa erano chiusi: oggi i ragazzi grazie a loro stanno riscoprendo il rock. Anzi, a riscoprirlo siamo noi, che lo conoscevamo e che siamo abituati a criticarne i cliché. […] Per la prima volta i ragazzi riconoscono la potenza di un modo di suonare che non è appartenuto ai trend degli ultimi vent’anni”.
“[Il rock] riesce a raccontare con un linguaggio più forte quello che i ragazzi in questo momento sentono di dover esprimere. E poi c’è un ritorno al ‘noi’: per anni il rap e la trap sono stati basati sull’io esasperato. Io, io, io. Erano attratti dal rap, dalla trap. Ma il rock è più potente: rappresenta meglio, probabilmente, quello che sta accadendo attialmente nella società”.
E Agnelli aggiunge, tra paragoni con altre band italiane di successo internazionale come la PFM e i grandi come Lou Reed e David Bowie: “I Maneskin sono i Beatles italiani, che lo si voglia o no. Un gruppo che nasce una volta ogni cento anni e che sta cambiando il costume. Musicalmente ne parleremo tra dieci anni, quando vedremo che cosa hanno combinato”.