Che il regista giapponese non abbia mai avuto simpatia per il paese a stelle e strisce non è mai stato un mistero. Quando vinse l’Oscar come miglior film di animazione grazie a La Città incantata nel 2003, non si presentò alla premiazione. All’epoca gli USA, erano in guerra con l’Iraq, ed egli affermò che non aveva alcuna intenzione di visitare un paese che ne stava bombardando un altro.
7. “Niente tagli.”
Un’altra cosa che Myazaki non tollera sono gli adattamenti del cinema americano. Quando nel 1984, uscì il suo film Nausicaa e la valle del vento, l’adattamento americano lasciò molto a desiderare: cambiarono il titolo e tagliarono 22 minuti di film. Da quel momento Miyazaki volle sempre vedere in anticipo il lavoro delle case di produzione americane.
Non ebbe mezze misure invece quando si trattò della Principessa Mononoke(1997): all’epoca, il compito dell’adattamento venne dato a Harvey Weinstein, che voleva completamente stravolgere il film. Così gli arrivò un pacco direttamente dalla studio Ghibli con dentro una katana, e un biglietto con si scritto “Niente tagli”.
La maggior parte dei film della Studio Ghibli non furono adattati in Italia prima dell’enorme successo de La Città incantata. Un motivo vero e proprio non c’è, ma molti dei capolavori di Miyazaki non erano stati presi in considerazione dalle case di produzione italiane prima del premio Oscar.
E ciononostante, dopo di esso, solo alcuni dei film della studio Ghibli furono adattati. Con invece il successo di Ponyo sulla scogliera (2008), allora anche i restanti film arrivarono in Italia.
9. L’erede
Nei tentativi di andare in pensione, Myazaki cercò un degno erede che portasse avanti il nome della casa di animazione. Puntò tutto su un disegnatore con cui aveva già collaborato, Yoshifumi Kondo, mettendolo alla prova affidandogli la sceneggiatura de IsospiridelmioCuore (1995). Il film di Kondo ebbe un grandissimo successo, sembra la nuova speranza della Studio Ghibli, ma non lo sapremo mai, perché morì poco dopo per un aneurisma.
Provò anche a dare una possibilità a suo figlio Goro, dandogli l’occasione di poter lavorare al riadattamento di Racconti Terramare (2006) e La collina dei papaveri (2011) che purtroppo non ebbero il successo sperato.
Hayao Miyazaki ha tentato di andare in pensione ben 4 volte. Nel 1996, si rese conto che non voleva continuare a disegnare per la Studio Ghibli, così produsse come quello che doveva essere il suo ultimo film La principessa Mononoke; più tardi tornò con una nuova idea, e nel 2001 girò La Città incantata; quando sembrava convinto di volersi ritirare, eccolo costretto a tornare a lavorare su Il castello Errante di Howl del 2004; per rimediare al flop di suo figlio con Racconti Terramare del 2006, tornò in scena con Ponyo sulla scogliera, e concluse “definitivamente” la sua carriera con Si alza il vento nel 2013.
La Studio Ghibli dopo che Myazaki si ritirò non ebbe vita facile, anzi, nel 2014 si è trovata costretta a chiudere. Nel 2016 Myazaki decise di riaprirla per produrre un cortometraggio e lavorare a i suoi ultimi 2 film:Earwig e la strega (uscito nelle sale nel luglio 2021 e diretto da Goro Miyazaki) e un altro di cui ancora sappiamo ben poco.