Hayao Miyazaki è uno dei registi di film di animazione più famosi al mondo. Definito il “Walt Disney degli anime” (soprannome che lui ha sempre odiato), ci ha incantato negli anni attraverso film mozzafiato, ricchi di fascino, con una semplicità unica nel suo genere, attraverso la sua casa di animazione, la Studio Ghibli. Ecco a voi quindi 10 curiosità che forse non sapevate su Miyazaki e la Studio Ghibli.
1. La passione per gli aereoplani
Partiamo dal presupposto che nella vita, Hayao Miyazaki non voleva disegnare cartoni animati, bensì pilotare aerei. Questo sogno però, non è mai stato realizzato, per via di un difetto agli occhi.
2. Lupin III
Dopo aver conseguito la laurea in economia, Miyazaki si appassionò all’animazione, e si fece assumere dalla TOEI Animation Studios come character designer. Sotto questa casa di animazione ha lavorato a famosi anime come Heidi, Anna dai Capelli rossi, e Lupin III. Aveva anche intenzione di proporre la trasposizione animata di Pippi Calzelunghe, che non vide mai la luce, in quanto la scrittrice dell’omonimo romanzo non acconsentì.
Quanto a Lupin III, Myazaki regalò ai personaggi la personalità che noi tutti oggi conosciamo. La versione originale di Monkey Punch infatti, era molto più cattiva e lontana dal famoso ladro gentiluomo. Myazaki l’ha reso più umano e positivo. Il suo personaggio piacque talmente tanto che venne chiamato per la creazione de IlCastello di Cagliostro(1979).
Non è chiaro ancora oggi come si debba pronunciare il nome della famosa casa di animazione, ma la storia che c’è dietro è quella di una grande amicizia. Durante gli anni alla TOEI Animation Studios, Miyazaki conobbe Isao Takahata, con cui a seguito del successo del loro film Nausicaa e la valle del vento (1984), decisero di fondare la Studio Ghibli, insieme a Toshio Suzuki e Yasuyoshi Tokuma .
Il nome è ispirato al Ghibli, vento del deserto proveniente da sud-est, e il suo logo, usato dal 1991, raffigura Totoro de Il mio vicino Totoro (1988). La scelta ricadde su di lui in quanto di tutti i film era il più riconoscibile e simbolico.
4. C’è sempre qualcosa di vero
Il modo in cui Myazaki realizza i propri film, si rifà sempre alla realtà che vive: molto spesso personaggi, ambientazioni e vicissitudini che fanno parte delle sue opere sono ispirati a situazioni e persone realmente conosciute.
Ad esempio, la protagonista de La Città incantata (2001), Chihiro, è ispirata alla figlia di un suo amico; le due bimbe che si trasferiscono in campagna per via della malattia della loro madre ne il mio vicino Totoro, reincarnano l’esperienza di vita che lo stesso Myazaki visse con sua madre, quando era un bambino: infatti la donna si ammalò di tubercolosi, e questo è sempre stato un ricordo molto triste per il regista; nel film Si alza il vento (2013), parla di Jiro Horikoshi, ingegnere aereonautico realmente esistito, che nel film vive le sensazioni ed esperienze dello stesso Miyazaki.
5. Come mai i personaggi principali sono sempre femmine?
Se guardiamo la filmografia di Hayao Miyazaki, noteremo che nella maggior parte dei film, il personaggio principale è una femmina. Donne emancipate, ragazzine coraggiose, bambine intraprendenti, insomma il suo mondo fantasy è quasi tutto al femminile. E quando gliene viene chiesto il motivo lui risponde:
«Il motivo per cui presento un’eroina femmina dipende probabilmente dal fatto che la società accorda tradizionalmente il controllo all’uomo, in Giappone come nel resto del mondo».