I 10 migliori Film sul Calcio da vedere assolutamente [LISTA]

In attesa dell'uscita di Zlatan, dall'11 novembre al cinema, eccovi una bella watchlist dedicata ai migliori film sul calcio! Quali sono i vostri preferiti?

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I migliori film sul Calcio

Il mio amico Eric (2009), Ken Loach

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Quando il calcio diventa ispirazione. Il mio amico Eric racconta di un postino di mezza età, Eric appunto, che vive un momento critico della sua esistenza. La figlia abbandonata vent’anni prima, rientra nella sua vita in cerca d’aiuto.

Questa nuova sfida, il confronto a lungo rimandato, lo mandano in crisi, ma, mentre si crogiola nella sua autocommiserazione, d’un tratto gli appare Eric Cantona, leggenda della nazionale francese e del Manchester United.

Da buon tifoso dello United, Eric vede Cantona come eroe assoluto, un mito, un’ispirazione. Sebbene The King sia solo un frutto della sua immaginazione, il suo apporto risulta determinate nel percorso di ricostruzione personale intrapreso dal nostro protagonista.

Il campione sul campo diventa eroe e guida nella vita quotidiana. Perché il calcio, come ogni passione profondamente radicata, può essere più di un gioco. Può essere fuga, apprendimento, crescita.

Il mio amico Eric è un film da vedere per chi ama lo sguardo delicato di Ken Loach, ma anche per chi si è innamorato della consapevole spavalderia di King Eric.

L’uomo in più (2001), Paolo Sorrentino

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Primo lungometraggio firmato Sorrentino, L’Uomo in più ci accompagna nella vita di due uomini diversi e omonimi, legati da una comune disfatta.

Antonio Pisapia è un calciatore all’apice del successo; Tony Pisapia un cantante di musica leggera, anch’egli sulla cresta dell’onda. Cinico, scontroso ed egocentrico il primo, timido, chiuso e ingenuo il secondo.

Il successo, si sa, è una dimensione effimera: Antonio subisce un grave infortunio e deve ritirarsi; Tony seduce una minorenne e finisce in carcere. Per entrambi si tratta del definitivo tramonto.

“La tattica è il passaggio dal caos giovanile alla maturità”

Così lo stesso Sorrentino parla de L’uomo in più, un percorso che entrambi i suoi protagonisti affrontano, fallendo miseramente. Il declino inevitabile porta entrambi alla rovina, sebbene con un’illusione di effimero riscatto finale.

Con lo stile che caratterizzerò il resto della sua carriera, Sorrentino ci mostra la fragilità dietro al trionfo, regalandoci un’opera da vedere per specchiarci nell’uomo dietro la copertina.

Diego Maradona (2019), Oscar Asif Kapadia

Passiamo ora a un meraviglioso documentario firmato Oscar Asif Kapadia. Diego Maradona ci racconta il campione che cambiò le sorti del Napoli, narrandone la storia dai primi passi in Argentina fino ai successi al San Paolo.

Il film è il frutto di tre anni di meticolosa ricerca di materiale prima inedito. Kapadia ci racconta il campione, le gesta, l’estasi della città di fronte all’arrivo del più grande campione vivente.

Ma oltre la celebrazione del mito, c’è il dirupo della vita privata, dagli scandali al rapporto con la malavita. Diego Maradona è un uomo scisso, che illumina sul campo per poi cadere nell’ombra una volta levati gli scarpini.

Il documentario si addentra in questa frattura che separa uomo e mito, raccontandoci la leggenda a 360 gradi. Il modo migliore per addentrarsi in quel fenomeno unico che era El Pibe de oro.

Prima del calcio di rigore (1972), Wim Wenders

Prima del calcio di rigore

Altro giro, altro grandissimo autore che si cimenta con un film sul calcio. Prima del calcio di rigore ci parla di Joseph Bloch, portiere che viene espulso per una furiosa lite con l’arbitro. Uscito dallo stadio, vaga senza meta per le strade di Vienna.

Trascorre la notte con una ragazza, Gloria, ma all’indomani, apparentemente senza motivo, la strangola. Cerca di ripulire le prove del misfatto e si dirige in bus verso un paesino vicino, dove una vecchia amica gestisce una locanda.

La volontà di rendersi invisibile agli occhi della polizia viene però sempre meno nel protagonista, che nel suo vacuo vagabondare comincia a disseminare elementi colpevolizzanti. Joseph Bloch si trasforma gradualmente, vuole essere preso.

Ci troviamo di fronte a un personaggio senza storia, una vuota maschera in cerca di una narrazione che la sostenga. Nel finale, il portiere si ritrova a guardare una partita, mentre ci spiega come tiratore ed estremo difensore debbano concentrarsi l’uno su l’altro durante la battuta di un calcio di rigore.

Joseph Bloch si riappropria così della sua dimensione, forse troppo tardi, forse invano. Prima del calcio di rigore non è il classico film sul calcio, ma un anti-poliziesco che ci porta a riappropriarci di questa passione. Da non perdere.