Non poteva mancare un film dei fratelli Coen, altro sodalizio assiduo della Swinton. In questo caso si tratta però di una delle pellicole meno note del duo e per questo merita una giusta menzione.
Siamo negli anni ’50 e imperversa la moda dei peplum, film in costume ambientati nell’antica Roma. Gli studios di Hollywood fanno a gara per produrne a decine e nella Capitol Pictures non si fa eccezione.
Eddie Mannix (Josh Brolin) è un fixer, un uomo preposto a risolvere situazioni scomode per gli studi. Deve districarsi tra una difficile vita privata, cui è sottratto dal proprio lavoro, e la scomparsa di un attore. Ad aggravare la situazione ci si mettono le sorelle Thora e Thessaly Thacker (Tilda Swinton), gemelle giornaliste per una testata scandalistica.
Qui l’attrice interpreta ben due parti sdoppiandosi in una nuova veste. I caratteri insopportabili, seppur diversi, delle sorelle sono interpretati perfettamente confermando la versatilità di Tilda Swinton.
Come si è detto, un importante sodalizio è quello tra Guadagnino e Swinton, che si trovano in sintonia dentro e fuori dal set. Il film in questione ha ricevuto tante critiche quante esntusiastiche lodi.
La giovane e talentuosa ballerina Susie Bannion dall’America si reca in una rinomata scuola di Francoforte per essere guidata da Madame Blanc (Tilda Swinton). Nella accademia però non tutto è come sembra e orribili segreti sono nascosti tra le mura del fatiscente palazzo che la ospita.
In quest’opera la Swinton si spinge oltre e interpreta ben tre personaggi, per quanto sbalordente possa sembrare. Tale scoperta può arrivare solamente dopo una attenta ricerca. Infatti, oltre alla severa maestra interpreta lo psicoterapeuta Josef Kempeler ed Helena Markos, la padrona di tutta la “congrega”. Oltre ad una splendida interpretazione della dura Madame Blanc, l’unica che mantiene le sembianze dell’attrice, negli altri ruoli brilla di bravura per la naturalezza delle sue trasformazioni.
Dalla regista di You were never really here, con protagonista Joaquin Phoenix non ci si poteva che aspettare un’opera conturbante.
La storia è quella del rapporto tra Eva, madre atipica, e suo figlio Kevin. Il rapporto tra i due è conflittuale, mentre Kevin intrattiene una relazione sana con il padre. Il ragazzo si macchia di un crimine atroce e sta alla madre ricostruire i passaggi della sua mente.
L’interpretazione di Tilda Swinton è viscerale. Dona anima e corpo nel personaggio di Eva, costruito perfettamente anche grazie alla maestria della regista Lynne Ramsay. L’interpretazione risulta così credibile per la forza impressa senza mai andare sopra le righe. Freddezza ed emozioni estreme qui sono equilibrate perfettamente, come solo una fuoriclasse come la Swinton poteva fare.