Maurice Tillet, la Vera Storia dell’uomo che avrebbe ispirato Shrek

La vera storia dell'uomo che avrebbe ispirato Shrek.

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Il wrestler Maurice Tillet detto “French Angel” potrebbe aver ispirato Shrek, il personaggio del capolavoro della Dreamworks (che però non ha mai confermato).

La notizia era apparsa la prima volta nel Dicembre 2013 su Mind Blowing Facts, una pagina Twitter con larghissimo seguito nota per pubblicare stranezze di ogni sorta.

E in effetti la somiglianza tra il famoso orco verde e Maurice Tillet, un wrestler vissuto nei primi anni del Novecento e soprannominato “The French Angel” è assolutamente emblematica.

Non solo le dimensioni della testa, ma anche le espressioni facciali, gli zigomi e il sorriso del famoso orco della Dreamworks sembrano non lasciare spazio a dubbi: che il disegno di Shrek non sia stato concepito esclusivamente dala mente dei suoi creatori?

La storia dietro al “vero” Shrek

Maurice Tillet nasce nel 1903 in Russia, forse sugli Urali, forse a San Pietropurgo (le fonti sono incerte in merito) da una famiglia di orgini borghesi, con madre insegnante e papà ingegnere ferroviario che lavorava alla modernizzazione della rete Transiberiana. Rimasto presto orfano di padre, fugge via dopo la Rivoluzione e si trasferisce a Reims, in Francia.

Appena diciassettenne nota un rigonfiamento anomalo alla mano, e scopre di essere affetto da acromegalia, una patologia che comporta una crescita sproporzionata delle ossa del corpo, dovuta ad una presenza eccessiva proprio del GH, l’ormone della crescita. Ben presto la malattia degenera ulteriormente modificando la sua conformazione fisica e facciale.

Tillet si iscrive comunque alla facoltà di giurisprudenza dell’università di Tolosa, imparando ben 14 lingue. Il suo sogno, sembra, fosse quello di diventare avvocato, carriera che cerca di intraprendere dopo la laurea, ma con scarsi risultati, forse proprio dovuti al suo aspetto fisico.

Senza perdersi troppo d’animo, Maurice Tillet entra nella marina militare francese, dove rimane per 5 anni. Nel 1937, durante un viaggio a Singapore, incontra Carl Pojello, un wrestler piuttosto noto all’epoca, che lo convince a intraprendere quella carriera, offrendosi di essere il suo allenatore. Ed è proprio ciò che Tillet fa, rientrato a Parigi, nei due anni precedenti allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Nel 1939 circa, Tillet decide di lasciare la Francia alle prese con il confllitto mondiale ed emigra negli Stati Uniti, poco lontano da Boston, Massachussets, continuando la sua carriera di wrestler.

Il soprannome “The French angel”, l’angelo Francese, lo conia il suo promoter di incontri di wrestling, Paul Bowser proprio durante questi primi anni americani; il nome comincia a comparire sui manifesti delle città contribuendo alla fama di Maurice nel settore.

Sul ring Tiller vinceva sempre: divenne noto come l'”imbattibile”, restando campione in carica per 19 mesi consecutivi al campionato mondiale dei pesi massimi (World Heavyweight Championship). Dopo pochi anni di gloria, tuttavia, la sua salute cominciò a peggiorare costringendolo ad ridurre sempre più il numero di combattimenti, e nel 1953 perse il suo ultimo incontro a Singapore, contro Bert Assirati. Morì l’anno seguente in seguito a un attacco cardiaco provocato da una complicazione dell’acromegalia.

Nonostante le somiglianze palesi con il personaggio di Shrek, la Dreamworks non ha mai confermato ufficialmente questa notizia. Le ragioni non sono chiarissime. In fondo non è cosa anomala o condannabile l’aver tratto ispirazione da un personaggio reale per uno di finzione e di animazione.

Anzi, negli anni successivi all’uscita del capolavoro Dreamworks è successo più volte nel settore che nel disegnare animali e personaggi fiabeschi ci si ispirasse agli attori e doppiatori di quel personaggio (ve lo ricordate il pesciolino-Will Smith di “Shark Tale”?).


E’ possibile che la riservatezza della casa di produzione in questo caso sia dovuta proprio alla malattia di Maurice, e al fatto che l’associazione ad un “orco” poteva risultare offensiva.

Ad ogni modo, a noi non importa poi così tanto. Amiamo Shrek e la sua saga proprio perché ci insegna ad andare oltre l’aspetto esteriore per trovare buon cuore, coraggio e amore. In un certo senso, amiamo Shrek perché è l’orco più umano che ci sia; chissà che Maurice Tillet non abbia davvero qualcosa a che fare con questo?