I 5 migliori Film di Ridley Scott [LISTA]

Sulla scia dell'enorme successo di The Last Duel, abbiamo stilato una personale classifica dei 5 migliori film di Ridley Scott.

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Rutger Hauer in Blade Runner
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Un percorso attraverso i generi. La versatilità di Ridley Scott.

Ridley Scott ha consegnato alla storia del cinema capolavori moderni, ancora oggi considerati veri e propri capisaldi del genere. Dalla fantascienza al thriller, dalla commedia allo storico d’azione, il regista britannico ha ormai dimostrato la sua grande versatilità unita a una cura dell’immagine spesso minuziosa. Ma la sua si presenta come una carriera incerta, non sempre costellata di brillanti intuizioni. 

Si contrappongono a film apprezzati dalla critica come Sopravvissuto – The Martian o American Gangster, titoli deludenti come Robin Hood, Prometheus (sfortunato sequel della serie Alien), Exodus – Dei e re e Tutti i soldi del mondo. Titoli che hanno lasciato ben più d’una perplessità nello spettatore pronto a godersi un film dello stesso regista di Blade Runner. 

È universalmente accettato, tuttavia, che lo straordinario successo delle prime opere basti a conservare al regista un posto nella storia dei grandi del cinema. Senza considerare che, anche nell’ultimo ventennio, Ridley Scott è riuscito a regalarci cult in grado di segnare i decenni successivi: pensiamo a Thelma e Louise o a Il gladiatore che inaugurò il nuovo secolo. 

Lo scorso 14 ottobre le sale italiane hanno finalmente accolto l’entusiasmante The Last Duel. Un film crudo e intenso che sembra segnare, in qualche modo, un lieto ritorno alle origini del regista. Sulla scia dell’enorme successo che il film sta riscuotendo in questi giorni, abbiamo pensato a una personale Top 5 di Ridley Scott. Un percorso che possa, almeno in parte e attraverso le opere più meritevoli, spiegare l’arte del regista e il suo fare cinema. 

5) Il gladiatore

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Russell Crowe ne Il gladiatore (2000)

Anno 2000. Il mondo del cinema si affaccia sul nuovo secolo non senza contraddizioni. In quest’anno vedono la luce numerosi titoli riconosciuti, ancora oggi, come capolavori senza tempo: Memento, Amores Perros, Requiem for a Dream, American Psycho. Non è difficile immaginare il fermento di un anno così ricco di novità.

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Il 2000 è anche l’anno de Il gladiatore, colossal di genere storico che consacrò Russell Crowe (vinse nel 2001 l’Oscar come attore protagonista, in competizione, tra gli altri, con Tom Hanks per Cast Away) ma anche lo stesso Scott. Il film, infatti, fu considerato il migliore agli Oscar 2001 e la critica fu tutt’altro che spietata. Elogi alle interpretazioni di Crowe e Phoenix, ma anche alla regia, alla fotografia, alle sequenze d’azione e alla splendida colonna sonora firmata Hans Zimmer.

È giusto notare, come già molto si è fatto sul web, che Il gladiatore porta tristemente con sé una serie piuttosto cospicua di difetti e imprecisioni. L’abuso della CGI e la pomposità di alcuni dialoghi appesantiscono un film che, oggi, non sembra più in grado di sopravvivere al passare del tempo. 

Nonostante ciò, Il gladiatore resta interessante perché è stato in grado di riportare in auge un genere ormai superato: il peplum. Un filone a soggetto storico/mitologico che ha visto protagonisti, in circa trent’anni di storia del cinema, film di straordinario spessore come Quo vadis? o Ben Hur.

La storia è ispirata al romanzo del 1958 Those about to die di Daniel P. Mannix. Racconta le gesta del generale Massimo (Russell Crowe) che, ridotto in schiavitù da Commodo (Joaquin Phoenix), appare tra le file dei gladiatori per vendicare la sua famiglia.

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Una delle qualità principali di questo sword and sandal moderno è proprio la costruzione dei personaggi. Figure di grande carisma che spiccano per le loro principali caratteristiche. Massimo è un leader temerario che non ha paura di rivelarsi e sfidare il potere. Commodo è un antagonista spietato, divorato dalla frustrazione e da un senso terribile di inferiorità. 

Un’opera, dunque, che merita uno spazio all’interno di questa classifica. Non per la sua eccellenza tecnica, piuttosto per quella capacità, mai scontata, di fare breccia nel cuore delle persone. 

4) Thelma e Louise

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Susan Sarandon e Geena Davis in Thelma e Louise (1991)

Il quarto posto della classifica spetta a Thelma e Louise, film del 1991 con protagoniste Susan Sarandon e Geena Davis. La sceneggiatura, scritta da Callie Khouri, si aggiudicò un Oscar nel 1992.

Il film racconta il viaggio di due donne vittime delle proprie vite che cercano disperatamente una possibilità di evasione all’interno di una realtà fin troppo claustrofobica. A bordo di una splendida Ford Thunderbird, Thelma e Louise abbandoneranno i ruoli di casalinghe disperate, per abbracciare le montagne degli Stati Uniti d’America verso un destino piuttosto tragico che le vedrà trasformate in criminali improvvisate, ingenue fuggiasche a corto di soldi.

Con questo film si definì una modalità anticonvenzionale di racconto al femminile nel cinema. Thelma e Louise, a partire dagli anni ‘90, contribuì alla consapevolezza di un nuovo orizzonte di spazio all’interno della società. Uno spazio libero e aperto in cui ogni donna potesse finalmente comprendere il valore della propria storia e l’importanza di scegliere, rischiare e osare senza alcun pentimento.