Dan Aykroyd sulla Cancel Culture: “Si può far ridere senza offendere”

Parlando con The Hollywood Reporter, Dan Aykroyd ha dato la sua opinione su uno degli argomenti caldi di questo periodo, la Cancel Culture

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Dan Aykroyd ha parlato con The Hollywood Reporter in occasione dell’uscita di Ghostbusters: Legacy, nuovo film della celeberrima saga degli Acchiappa Fantasmi che lo vede protagonista. Per l’occasione ha espresso il suo parare su diversi temi tra i quali, la cosiddetta Cancel Culture.

C’è una gamma sufficiente di umorismo in cui non si deve dire oscenità o qualcosa di divisivo per farti una risata – dice l’attore. C’è così tanto al mondo da commentare che è al di fuori del regno dell’offensività. Come scrittore, puoi andare in altre aree e avere sforzi creativi di successo. L’umorismo offensivo è divertente. È facile far ridere così. Ma c’è una scrittura più intelligente che arriva se stai lontano dal materiale offensivo che dovrebbe essere giustamente cancellato per la sua nocività. Chi può offendersi oggi? Questa è un’area di discussione. Posso fare la mia imitazione di James Brown? Era uno dei miei migliori amici. Faccio abbastanza bene la sua voce. Ma forse non dovrei più.

Sono in molti che, come Dan Aykroyd, nell’ultimo periodo si stanno esponendo per parlare della Cancel Culture. Uno dei nomi a far maggior rumore in tal senso è stato James Gunn che, parlando con il New York Times, aveva parlato del suo caso che lo aveva portato ad essere stato allontanato per qualche tempo dal franchise di Guardiani della Galassia.

[La Cancel Culture] È un problema più grande di me – aveva spiegato Gunn. Perché la Cancel Culture è per gente come Harvey Weinstein, che dovrebbe davvero essere cancellata. Le persone che sono state cancellate e poi rimangono tali – la maggior parte di loro lo meritava. Poi bisogna dire che i paparazzi non sono solo le persone per strada, sono quelli che setacciano Twitter alla ricerca di peccati passati. Tutto ciò fa schifo. È doloroso. Ma in parte c’è anche responsabilità. E quella è la parte buona. Si tratta solo di trovare quell’equilibrio

Che ne pensate?