Il film d’apertura dell’edizione 2021 del Trieste Science + Fiction Festival è The Last Journey di Romain Quirot, affascinante sci-fi ambientato in un futuro distopico, a ridosso dell’apocalisse, interpretato da Hugo Becker, Jean Reno e la giovanissima Lya Oussadit-Lessert.
Un inizio in grande stile per il più importante Festival italiano dedicato alla Fantascienza, l’Horror e il Fantastico, che sperimenta quest’anno un’edizione ibrida, live al Politeama Rossetti e il Cinema Ariston di Trieste, in streaming attraverso il portale My Movies.
E dopo la recensione del delirante musical Annette di Leos Carax, uno dei grandi film-evento di questa edizione, passiamo alla recensione di un altro titolo decisamente interessante, The Last Journey, titolo originale Le Derniere Voyage, firmato dal giovane scrittore e regista francese Romain Quirot.
The last journey: Trama
Nel prossimo futuro, in un mondo devastato dai cambiamenti climatici, la principale fonte di energia è diventata la Luna Rossa. Il terzo pianeta, ormai più importante della Luna e del Sole, è infatti la fonte del Lumina, creato dal geniale Henri W.R. (Jean Reno), indispensabile per la maggior parte dei dispositivi del pianeta.
Purtroppo, dopo essere stata depredata per anni, la Luna Rossa è improvvisamente uscita dalla propria orbita. Presto entrerà in rotta di collisione con la Terra, distruggendo ogni forma di vita. L’unica speranza resta l’intervento del più grande astronauta vivente, il figlio minore di Henri, Paul W.R. (Hugo Becker).
Peccato che poche ore prima del lancio Paul W.R. scompaia misteriosamente nel nulla, mentre il mondo intero sembra lanciarsi al suo inseguimento.
The last journey: Recensione in anteprima
Nel 2015 Romain Quirot aveva già realizzato un cortometraggio dal titolo Le dernier voyage de l’énigmatique Paul WR. Ora la figura tormentata di quest’eroe riluttante, che non è disposto a eseguire gli ordini neanche a ridosso della fine del mondo, viene ora sviluppata in un lungometraggio dal sapore retrò, chiaramente ispirato ai classici della Fantascienza anni ’80.
Dalla colonna sonora alla fotografia dai colori saturi e brillanti, fino alle scenografie post-apocalittiche e i costumi, The Last Journey si presenta come un autentico pastichepost-moderno, carico di citazioni, che spaziano dal cinema di Ridley Scott e arrivano alle iconiche maschere di Star Wars, con una speciale attenzione alla filmografia e il linguaggio audiovisivo di Luc Besson.
Non che si tratti di una replica sbiadita o un’opera banalmente nostalgica. Al contrario, Romain Quirot sa infondere di inquieta vitalità i suoi personaggi, mentre seduce lo spettatore con le atmosfere ultra-pop di un film che è insieme pre e post-apocalittico, estetizzante e sentimentale, nel senso più drammatico e familiare del termine.
Trieste Science + Fiction Festival conferma con The Last Journey la propria vocazione. Ovvero, selezionare dal panorama internazionale le opere prime, le produzioni indipendenti e le migliori espressioni di quel cinema underground che resta sistematicamente escluso dai grandi circuiti della distribuzione e dal mainstream.
Continuate a seguirci. In arrivo tante altre recensioni, spaziando dal fanta-thriller agli horror a tema vampirico, fino all’attesissima anteprima del nuovo film del maestro Abel Ferrara, Zeros and Ones.