Mark Zuckerberg ha trasformato la sua multinazionale in Meta per dare vita alla sua visione del “metaverso”: che cosa significa esattamente?
Ormai tutti ne parlano: Meta, ex-Facebook, è il nuovo orizzonte multimediale verso il quale Mark Zuckerberg sta spingendo la sua multinazionale. Negli scorsi giorni l’imprenditore americano ha parlato del “metaverso”, o “metaverse”: una sua visione utopistica del futuro che sfida e si pone sullo stesso livello di quella di un Elon Musk.
Di cosa si tratta? In queste ore e in questi giorni tutti stanno cercando di capirlo, ma in realtà è semplice. Partiamo dall’etimo “meta”, derivante dal greco, che Treccani riporta ai significati di: mutamento, trasformazione; partecipazione, affinità; successione, posteriorità. L’idea, come vediamo, è già ben descritta dal termine accuratamente scelto da Zuck e i suoi.
Il metaverso sarà quindi un universo “in trasformazione” e che stimolerà “la partecipazione” guardando ad una “posteriorità”, cioè al tanto decantato futuro. In concreto? Immaginiamo il panorama social attuale filtrato attraverso una realtà virtuale tridimensionale e pluri-partecipativa. Ecco che cosa sarà Meta.
L’idea sarebbe semplicemente quella di creare un unico grande social simulativo e digitale. Nel video dimostrativo qui sotto ci viene illustrata una possibilità (che Zuck stesso ammette essere ancora remota) di come Meta potrà essere. Un ambiente fittizio ma realistico, caratterizzato a piacimento, nel quale incontrarsi con gli amici per giocare e chiacchierare.
Zuck spiega che gli elementi fondamentali di costruzione del metaverso saranno la possibilità di “sentire” (to feel) le altre persone attraverso il realismo della loro rappresentazione in digitale; e l’utilizzo di avatar, proiezioni in 3D customizzate a piacere come quelle di Ready Player One e adattate a seconda del contesto in cui dovranno apparire.
Oltre all’avatar sarà possibile personalizzare il proprio ambiente abitativo, comprensivo anche di un “home office”. La casa virtuale sarà collegata ad altri ambienti simulati, creati a piacimento dagli utenti, tra i quali ci si potrà spostare con il “teleporting” (teletrasporto?), che Zuck spiega sarà semplice “come cliccare su un link”.
Una realtà virtuale e realistica allo stesso tempo
Una fusione di realismo e fantasia, quindi, che non sarà nient’altro che un adattamento in 3D e in VR (Virtual Reality) di ciò che già facciamo sui social. Naturalmente si potrà decidere di avere una mise per il lavoro, una per il tempo libero, una di fantasia per il gaming e così via. Le possibilità sembrano infinite, come dimostra il logo scelto dall’imprenditore per la sua azienda.
Ovviamente, niente è lasciato al caso: Meta prevedrà (come dimostra il video) l’integrazione verticale di tutti i servizi offerti da quello che fino a pochi giorni fa era il gruppo Facebook. E cioè Whatsapp ed Instagram, già al momento due dei servizi di comunicazione più utilizzati al mondo; il tutto ricreato e integrato tra le funzionalità di Meta grazie alla tecnologia VR sviluppata da Oculus, altra azienda del gruppo.
Il ritorno economico sarà naturalmente garantito: già parlando delle “skin” che sarà possibile utilizzare, per esempio, Mark dà ad intendere che saranno progettati da specifici creatori e firme (gli stilisti del futuro?); e quindi, presumibilmente, acquistabili magari con meccanismi simili a quello della microtransazione nel mercato videoludico oppure tramite criptovalute ed NFT.
A questo riguardo si pone molto l’accento sulle possibilità del “produser”, un neologismo che indica la possibilità per qualunque utente di essere sia cratore che acquirente di contenuti in un contesto utopistico di mercato libero online. Si parla anche di semplici decorazioni digitali, ideate per abbellire case e ambienti; ma i risvolti, possiamo capire, sono tantissimi.
C’è da aspettarsi che svariati servizi vengano offerti a pagamento e di certo si troverà il posto per inserzioni e ads (pubblicità) che, come già avviene su Facebook, verranno adattate alle preferenze e agli interessi dell’utente. Ma a questo riguardo, la parte più interessante è quella nella quale Zuck parla di proprietà e di sicurezza.