Per molti di noi, prima del 2021 Squid Game era questo: Takeshi’s Castle
Diciamolo: in moltissimi, guardando Squid Game, non abbiamo potuto allontanare una certa sensazione di deja vu. Che cos’era? Sono stati fatti molti paragoni tra la serie coreana e diversi altri prodotti popolari che, nella narrativa o nell’impostazione, hanno in precedenza adottato espedienti simili: Hunger Games, Maze Runner o il film The Cube.
Ma ce n’è un altro da fare, ben noto solo a chi si ciba (e si cibava) regolarmente di “trash”. Parliamo di Takeshi’s Castle, ed ecco il nostro deja vu. Il programma, andato in onda in Giappone dal 1986 al 1990, seguiva appunto le vicende di un gruppo di concorrenti alle prese con prove al limite dell’assurdo (anche se di certo non “crudeli” quanto quelle della serie).
In Italia il programma era ed è noto come contenuto trash specialmente in virtù del suo ruolo nell’aver lanciato la carriera della Gialappa’s Band (Carlo Taranto, Marco Santin, Giorgio Gherarducci). Parliamo del trio di voci in seguito celeberrimo per tutta la fila delle trasmissioni marca Mai Dire…, e in particolar modo per Mai Dire Gol.
Non a caso il primo format da loro seguito, che mescolava scene di Takeshi’s Castle e di un’altra trasmissione simile, The Gaman, era stato chiamato Mai dire Banzai. In onda su Italia 1 a partire dal 1989, ha reso famosi i tre commentatori e ha portato Takeshi e le sue sfide alla celebrità nazionale anche da noi.
Takeshi e le sue sfide impossibili e assurde: un cult
Qui potete godervi un episodio originale della trasmissione, con sottotitoli in inglese. Come possiamo vedere, l’impostazione non è troppo distante da quella di Squid Game, anche se chiaramente indirizzata verso toni comici e demenziali. Una comicità molto slapstick, che in vari momenti non può non richiamare persino la voce di Paolo Bonolis che sbraita: “Ma che fa? Vada!”
Nella versione originale i concorrenti (pochissimi) in grado di sconfiggere il perfido Takeshi si portavano a casa un bel premio sostanzioso di un milione di yen: circa 8000 euro. Il successo del programma, a sua volta associato a format simili come Giochi Senza Frontiere e It’s a Knockout, è stato internazionale.
Ciò s’è dovuto probabilmente alla caratterizzazione comica e spensierata delle gare, ben lontana dalle atmosfere “seriose” di altri contest del genere. In Takeshi’s Castle non contava tanto essere intelligenti, furbi o atleticamente prestanti. Il più delle volte, i concorrenti che riuscivano a passare alla fase successiva ce la facevano per pura fortuna.
Fun fact: qualche anno dopo Takeshi in persona ha partecipato come personaggio nel film Battle Royale, tutt’altro che comico ma con una trama anche in questo caso vicina a quella di Squid Game. Nel film, diretto nel 2000 da Kinji Fukasaku e basato sull’omonimo romanzo del 1999, gli studenti di una scuola media sono costretti ad uccidersi a vicenda in uno scontro letale ambientato su di un’isola remota.
Takeshi’s Castle è terminato nel 1990 ma negli anni successivi è stato ripreso e ri-trasmesso in più formati e in molteplici contesti. In Italia è stato occasionalmente ri-commentato da Lillo e Greg, mentre a livello di produzione c’è stato nel 2005 un revival isolato. Un format la cui influenza di certo ha superato ogni aspettativa e le cui scene, in qualche modo, ancora tutti ci portiamo nel cuore.