Lana Del Rey sprofonda ancora nella malinconia con il suo nuovo album, ma stavolta senza trarne niente (o quasi) di interessante
Blue Banisters è il secondo album pubblicato dalla sempre mogia Lana Del Rey nel corso del 2021; il primo, Chemtrails Over the Country Club, è uscito il primavera con un ottimo (e meritato riscontro). Questo secondo, anticipato e annunciato per mesi, in qualche strano modo riesce ad andare in una direzione completamente opposta.
La cosa strana è che la buona vecchia Lana non manca di utilizzare ancora una volta quella formula malinconica così ben sperimentata e che ormai tutti associano automaticamente alla sua musica. La formula è la medesima dell’album precedente, ma per qualche ragione lì ha funzionato, e qui no.
Blue Banisters infatti suona come un disco vuoto, per la maggior parte tedioso, quasi come se la cantante voglia affidarsi completamente solo alla tessitura delle atmosfere, scartando idee e invenzioni compositive. Che, nel suo caso, sono sempre essenziali per la buona riuscita delle canzoni. Lana funziona ancora, in musica, non per via del suo personaggio: ma grazie alle belle canzoni che scrive.
Se così non fosse, una figura come la sua sarebbe già svanita. Forse, in questo caso, lo scivolone è dovuto all’assenza dell’altrimenti onnipresente super-produttore Jack Antonoff, praticamente garanzia di ogni album riuscito negli ultimi anni. Senza di lui, Lana si affida ad altri collaboratori, ma il risultato è tutto tranne che buono.
Il disco suona pesante, ombroso, fumoso, colmo di colori sbiaditi a malapena identificabili e lamenti senza forma e senza direzione. Per certi versi, pare una sorta di espansione della sua criticata esibizione al Saturday Night Live di qualche anno fa, quando la cantante eseguì una performance giudicata da gran parte del pubblico finta ed esasperata fino al cringe.
Qui non è proprio la stessa cosa: Blue Banisters è sempre un una raccolta di canzoni nel pieno stile tipico di Lana Del Rey e non è escluso che alcuni fan storici non possano trovarvi qualcosa di buono e apprezzabile. Ma per il resto, il consiglio nostro è di dimenticare questo disco; se ve ne dovete ricordare uno, tra i due da lei pubblicati nel ’21, fate che sia Chemtrails Over the Country Club.