La Leggenda di Al,John e Jack: La Vera Storia dell’uomo senza memoria

Henry Molaison, l'uomo senza memoria, soffriva di un rarissimo disturbo simile a quello di cui soffre Al in La Leggenda di Al, John e Jack

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Aldo, Giovanni e Giacomo in La Leggenda di Al, John e Jack
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La Leggenda di Al,John e Jack (stasera alle 21 su Cine34) è un film del 2002  diretto dal trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo insieme a Massimo Venier (qui la recensione di Odio l’Estate, il loro ultimo film). Racconta le vicende di tre mafiosi italo-americani nella New York degli anni ’50 che devono cercare di salvarsi la vita dopo aver combinato una serie interminabile di guai.

Uno degli elementi di maggior interesse dell’intera opera risieda tuttavia nella malattia che affligge uno di loro, Al. Egli infatti non è in grado di incamerare nuovi ricordi e dimentica tutto ciò che gli è accaduto ogni volta che si addormenta. Il tutto causato da una potente scarica elettrica che lo ha colpito anni prima.

Tuttavia Al conosce il suo vocabolario e il suo registro linguistico essendo quindi in grado di parlare, ma anche di muoversi e compiere gesti quotidiani. Nel film questa rara malattia viene chiamata Sindrome di Quaggot, citazione che il trio fa al loro precedente film, Chiedimi se sono Felice, nel quale Giacomo doppiava un personaggio di un film, Mr. Quaggot per l’appunto.

Eppure, sebbene Al sia solo un personaggio di fantasia, è esistito nella storia una persona con un disturbo unico nel suo genere che può far ricordare quello de La Leggenda di Al John e Jack. Ecco la sua storia.

Henry Gustav Molaison: L’uomo senza memoria

Henry Gustav Molaison, meglio conosciuto come H.M, nacque il 26 febbraio 1926 a Brooklyn. All’età di 9 anni subì un gravissimo trauma cerebrale dopo una violenta caduta in bicicletta, cosa che gli causò una forma di epilessia, resistente ai farmaci. In realtà Molaison aveva una familiarità con l’epilessia, in quanto ne erano affetti tre cugini di primo grado.

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Nel 1953 fu mandato presso l’Hartford Hospital, per ricevere le cure del dottor William Scoville. Il medico localizzò l’origine dei suoi attacchi epilettici nel lobo temporale mediale, decidendo dunque di asportarlo.

Il 1° settembre di quell’anno dunque H.M. si sottopose al delicato intervento, nel quale gli venne asportata parte di entrambi i lobi temporali del cervello. In particolare gli venne rimosso tre quarti dell’Ippocampo e l’Amigdala.

L’intervento ridusse sensibilmente l’epilessia, ridotta a un paio di crisi annuali, ma causando tuttavia un’amnesia anterograda che non ha abbandonato mai più H.M.

Molaison non era dunque in grado di immagazzinare e preservare nuovi ricordi e dimenticava qualsiasi nuova informazione nel giro di pochissimo tempo.

H.M. soffriva inoltre di una leggera amnesia retrograda; non riusciva dunque a richiamare alla mente ricordi fino a 3-4 giorni prima dell’intervento. Egli conservò tuttavia la capacità di muoversi e parlare, oltre ad essere in grado di imparare nuove attività motorie, senza però ricordarsi di averle imparate.

Quello di Molaison è stato il cervello più studiato della storia delle neuroscienze, vivendo fino alla sua morte, il 2 dicembre 2008 presso una casa di cura nel Connecticut.

Le parole di Suzanne Corkin che lavorò per 50 anni con H.M.

Suzanne Corkin, professore emerito di Neuroscienze al Massachusetts Institute of Technology, incontrò Henry Molainson nel 1962. Da quel momento per quasi cinquant’anni, lo seguì e lo studiò, anche se, ogni volta che lo incontrava, per Henry era la prima volta. Nel 2015 la dottoressa rilasciò un’intervista a Repubblica dove parlò della sua esperienza con H.M.

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Henry è il paziente neurologico più studiato nella letteratura medica e scientifica, e il suo caso è stato fondamentale per una serie di scoperte decisive sulla natura della memoria e sugli specifici processi attraverso i quali viene costruita – spiegava la dottoressa.

Henry ci ha insegnato che, diversamente da quanto si credeva in precedenza, esistono diversi tipi di memoria con differenti “indirizzi” nel cervello. La memoria può essere a breve e a lungo termine; quella a lungo termine può essere divisa in due categorie: dichiarativa e non dichiarativa.

La prima è il recupero cosciente, consapevole di fatti ed eventi. Se le chiedo di raccontarmi la sua esperienza a cena ieri sera, lei attiverà i circuiti della memoria dichiarativa per rispondermi. La memoria non dichiarativa è diversa perché si tratta di abilità e abitudini apprese senza consapevolezza conscia, come quando si impara ad andare in bicicletta o a giocare a tennis.

La memoria dichiarativa di Henry era profondamente compromessa, mentre quella non dichiarativa era stata preservata. Per esempio, sapeva usare il deambulatore e non dimenticava come farlo. Questa dissociazione di funzioni ha mostrato che i due tipi di memoria dipendono da differenti circuiti cerebrali. Così, paradossalmente, Henry, l’uomo senza memoria, non verrà mai dimenticato

Conoscevate questa incredibile storia? Avete notato le somiglianze col personaggio del film La Leggenda di Al John e Jack? Se voleste rivedervelo per confrontare le due storie, l’appuntamento è per questa sera alle 23,35 su Italia 1.

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