Ghostbusters Afterlife, distribuito in Europa con il nome di Ghostbusters Legacy, è un sequel canonico della saga di Ghostbusters. Il film è stato presentato in anteprima europea all’apertura della diciannovesima edizione di Alice nella Città. Uscirà nelle sale italiane il 18 novembre 2021. Ghostbusters Legacy è diretto da Jason Reitman, figlio di Ivan Reitman, regista dei primi due capitoli della saga.
Ghostbusters Legacy: un preambolo
Prima di scoprire Ghostbusters Legacy, un appunto è debito. L’anteprima europea all’Auditorium della Conciliazione, insieme all’apertura della Festa del Cinema di Roma con Gli occhi di Tammy Faye, con una Jessica Chastain astronomica, rappresentano un evento dalla portata storica. Per la prima volta, dall’inizio della situazione di emergenza, torniamo in sala per un evento con la capienza massima, e si può ben immaginare che questi contesti richiamino quanto più pubblico possibile: entrambe le proiezioni erano sold-out.
Questo significa, dopo quasi due anni, ritrovarsi gomito a gomito con il proprio vicino di posto, entrambi immersi in una platea completamente piena. Certo, abbiamo ancora le mascherine, ma il primo grande diktat è caduto: il cinema ha riacquistato la sua dimensione collettiva. Ed è un dato praticamente certo, Ghostbusters Legacy è uno di quei film che riporterà il pubblico nelle sale. O quantomeno, è ciò che ci auguriamo di cuore.
Sarebbe bellissimo vedere famiglie intere riempire file e file di posti, padri e madri vicini ai figli a vivere ciò che Ghostbusters Legacy si propone di realizzare. In fondo è nel titolo, che in maniera centrata sostituisce ad Afterlife, aldilà, Legacy, eredità. Riproporre quella magia che trasformò, ormai 37 anni fa, Ghostbusters in un cult istantaneo, collegando generazioni diverse di spettatori. Il che ci porta al punto centrale della recensione del film.
Trama
La morte del padre di Callie trascinerà lei e i suoi figli, Phoebe e Trevor, ai confini con il paranormale. Un padre e nonno distante, che ha dedicato la sua vita ad un segreto che, purtroppo, non è morto con lui. La sua eredità saranno gli strumenti per sfidare l’imminente tragedia, in una sfida a vecchi e sopiti nemici.
Probabilmente cercare una via semplicistica alla critica di questo film, ridurrebbe tutto ad unico, tranciante giudizio: è fan-service. Una sentenza lapidaria, che tipicamente riduce un’opera al solo motivo per cui è stata concepita, spesso con connotati necessariamente e inevitabilmente negativi. Come se il fan fosse un individuo da demonizzare, e con lui qualsiasi operazione che a lui stesso si rivolge.
Ghostbusters Legacy è senza ombra di dubbio un film che strizza l’occhio ai seguaci della saga, ma che allo stesso tempo guarda con amore agli spettatori più giovani. Quella che avviene è una vera e propria transizionegenerazionale, in cui cortocircuitano tanti livelli di lettura del film. Non solo nella sua fruizione, infatti, si incontreranno spettatori con età ed esperienze completamente differenti. Un passaggio di consegne non simbolico, ma sostanziale, è avvenuto tra Ivan Reitman e suo figlio, Jason Reitman, regista e co-sceneggiatore di quest’ultimo film. E sono tutti presupposti che fanno di Ghostbusters Legacy un film profondamente sentito e genuino, prima che una manovra economica.
La cosa più interessante è cercare di capire come questo delicato passaggio avvenga da un punto di vista filmico. Chi avrà la pazienza di non fermarsi al pregiudizio troverà un film convincente, che sfrutta meccaniche rodate pur cedendo il passo alla capacità di svecchiarsi e adattarsi. Per tutti gli altri che non hanno dubbi, che siano o no fan della saga degli acchiappafantasmi, ad aspettarli ci sarà un film di grande e solido intrattenimento.
Consegnare l’eredità
Quel bambino, oggi adulto, che nel 1984 rimase incantato dalle prodezze dei Ghostbusters, aspetterà al varco i giocattoli della sua infanzia. E lui troverà esattamente quello che si aspettava, probabilmente cresciuto, o invecchiato, insieme a loro. Ritroverà le trappole per i fantasmi, lo zaino e i fucili protonici, le tute, ormai logore, e la Ecto-1 ad aspettarlo nel garage. Nel modo in cui Reitman indugia sugli oggetti, con continui primi piani e dettagli, non è mai celata un’innegabile e amorevole malinconia, ma piuttosto viene svelato quanto questi feticci siano custodi di un enorme valore affettivo.
L’effetto nostalgia è ovviamente dietro l’angolo, e condurrà lo spettatore a prevedere l’ovvio svolgimento della trama. D’altronde parliamo di Ghostbusters, una grande giostra cinematografica. La sceneggiatura è naturalmente fluida, sicuramente priva di spessore ma eretta su caratterizzazioni essenziali e funzionali che, ancora, ripagano con l’esattezza e la rapidità la loro mancanza di tridimensionalità.
La progressione del film è decisamente chiara sin dalle prime battute, ma ciò non toglie mordente ad una narrazione in cui trionfa una linea comica capace di recuperare la forza espressiva del primo, glorioso, capitolo. Abbondano quindi rimandi continui, che faranno la gioia dei predatori di easter eggs, e che rappresentano un legame che non può essere rescisso in alcun caso.
Come tutto ciò venga consegnato alle nuove generazioni è la via ai nuovi sviluppi della saga. Innanzitutto, viene ribadito ulteriormente il discorso meta-filmico sul valore che la saga ha sedimentato nell’immaginario, pur approcciandolo in un altro modo. È una scena chiave quella che ritrae la giovane protagonista di fronte ad un video di Youtube relativo all’incursione a New York di Gozer e il provvidenziale intervento dei Ghostbusters. Non ci ricorda solamente che, a differenza del reboot del 2016, Legacy coabita nello stesso universo narrativo dei primi due Ghostbusters e ne è un sequel diretto. Costringe lo spettatore più giovane a misurarsi, anche lui, con la storia di questa saga leggendaria.
L’incontro col nuovo pubblico porta a traghettare la saga a nuove rive. Alla comicità sprezzante da Saturday Night Live, spesso più adult che young, vengono sostituite piccole parabole del coming of age. Frammenti di romanzi di formazione diventano stilemi fondamentali per cambiare il registro dell’opera, riuscendo a disegnare e intrecciare le traiettorie dei due protagonisti in maniera pulita, senza inesattezze di scrittura.
Alla svolta nella sceneggiatura si accompagna anche un’evoluzione registica. Jason Reitman innesta qualche sequenza più squisitamente action nella miscela così esplosiva di horror e commedia che ha fatto la fortuna di Ghostbusters, svecchiando il ritmo narrativo e donandogli un respiro più vicino ai gusti del cinema contemporaneo.
Nonostante questo, però, Ghostbusters Legacy rimane saldo alla natura originale della serie. Persino negli effetti speciali, nonostante sia ormai forte di una computer grafica di alto livello che setta nuovi standard audiovisivi per il franchise, è possibile rintracciare quella purezza artigianale che lo contraddistingue.
Ghostbusters Legacy, ovvero quando il fan-service è un punto a favore
Nessuno vuole dire quindi che Ghostbusters Legacy non sia un prodotto concepito e confezionato per gli estimatori della saga. Lo è dichiaratamente, apertamente, spassionatamente. E lo è in un modo amorevole, capace di far sorridere e commuovere i più affezionati senza estraniare i nuovi avventori, che troveranno degli altrettanto giovani alter-ego in cui riconoscersi.
Il film è quindi la dimostrazione che dedicarsi al proprio pubblico può essere un esercizio virtuoso, che porta sulla giusta via per donare nuova linfa e continuità ad un pezzo di Storia. È inevitabile pensare già ai prossimi capitoli, che gioveranno di un nuovo pubblico pronto ad imbracciare le armi contro gli spettri. E che sicuramente vedrà ancora tra le proprie file qualche irriducibile, inguaribile, e ormai attempato Ghostbuster.