The Beatles: l’edizione super-deluxe di Let It Be con tonnellate di materiale inedito [ASCOLTA]

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I Beatles dietro le quinte in un momento unico della loro carriera: alla fine

Sono trascorsi ben più di cinquant’anni da quando i Beatles si dedicarono alle registrazioni di quello che sarebbe divenuto poi il loro ultimo album, Let It Be. Le canzoni, prodotte durante la realizzazione del documentario dal titolo stesso (Let It Be, 1970), vennero create negli studi di Twickenham sotto l’occhio vigile delle telecamere.

Alla fine, di gran parte di quei brani non si fece nulla al momento. I quattro terminarono il loro film con il famoso rooftop concert (concerto sul tetto), per poi separarsi quasi defintivamente. Tornando sui propri passi, decisero poi di riunirsi un’ultima volta nell’estate del 1969 per produrre un ultimo album, un addio come si doveva: Abbey Road.

E le canzoni di Let It Be? Avrebbero trovato poi spazio in un disco compilato da Phil Spector l’anno successivo: il “penultimo” album dei Beatles divenne quindi l’ultimo. Un risultato peraltro criticato per trent’anni, finché nel 2003 Paul McCartney non lavorò ad una edizione diversa del disco, Let It Be: Naked, spoglia di tutti i fronzoli aggiunti da Spector.

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Oggi sono trascorsi altri vent’anni, e in occasione del cinquantesimo dall’uscita del disco (e della realizzazione del documentario di Peter Jackson sul quartetto), ci viene fatta ascoltare una versione super-deluxe di Let It Be. Questa nuovissima edizione comprende le dodici tracce originali dell’album in un “2021 Mix”, e tonnellate di materiale inedito.

Un totale di ben 57 canzoni, per 2 ore e 30 minuti di musica circa. Possiamo ascoltare prove, versioni tronche, demo e abbozzi di brani che sarebbero poi comparsi in Abbey Road; ma anche cover, reprise di vecchi pezzi e futuri successi individuali. Esempi: Gimme Some Truth, canzone poi pubblicata da Lennon da solista nel 1971, o All Things Must Pass, successo di Harrison del 1970.

Insomma, ce n’è abbastanza per fare la gioia di qualunque appassionato del quartetto e per coinvolgere tutti quelli curiosi di approfondirne il mito da prospettive finora inedite. Il lavoro di Peter Jackson ci fornirà sicuramente ulteriori “insight”, anche a livello video, tratti dalle riprese scartate del documentario del 1970.

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