Remi Wolf è ufficialmente una delle artiste assolutamente da seguire nel panorama contemporaneo
Facendosi lentamente largo nei meadri della rete e tra i vari fenomeni viral degli ultimi anni, Remi Wolf si è faticosamente costruita un nome. L’ha fatto sulle fondamenta bizzarre ed assolutamente atipiche di una musica, la sua, completamente originale e del tutto auto-ironica. Cosa che le consente, oggi come oggi, di essere nominata come la più interessante figura esordiente in musica, o giù di lì.
Potrà non piacervi il suo genere, una specie di electro funk con elementi pop e soul mischiati in un acquerello senza tinte dominanti; potrà non piacervi lei, sfrontata, provocatoria ed inarrestabile; ma non potrete restare indifferenti di fronte alla pletora di idee e invenzioni che emergono ad ogni nota nelle tredici fantastiche tracce del suo album d’esordio, Juno.
La cosa interessante della musica di Remi è che sembra non porsi limiti, viaggiando continuamente tra lo scanzonato e il psichedelico, mescolando le trovate produttive una con l’altra e creando un caos degno di una tela di Jackson Pollock. L’esuberanza e l’energia da lei costantemente espresse spingono ogni brano al meglio delle sue potenzialità e creano una musica leggera ma coinvolgente e dinamica.
In questo senso, Remi Wolf sembra affrancarsi da qualunque definizione di figura femminile nel mainstream contemporaneo. Non un pop tradizionalmente “elegante” alla Ariana Grande o Camila Cabello; non il dark pop tenebroso e introspettivo promosso da Billie Eilish e Madison Beer; e nemmeno le produzioni raffinate di Kelly Lee Owens o Caroline Polachek.
Il suo segreto sta forse nel non prendersi mai troppo sul serio, a partire dalla sua figura scoppiettante e colorata che trascende qualunque coevo concetto di moda e, se vogliamo, di seduzione. Remi seduce con la sua personalità e con un accento espressivo sempre incline più all’eccentricità che all’ars, gratia artis.
Juno è allora un disco pieno di musica gioiosa da apprezzare e da ingoiare, canzone dopo canzone, come mangiando da un sacchetto di mandorle caramellate. Le canzoni migliori? Tutte, ma scegliamone cinque: Anthony Kiedis, wyd, Quiet On Set, Sally e Street You Live On. Ma ce n’è davvero per tutti. Da qui in poi, la strada per Remi Wolf sembra insomma in discesa ed è giusto che sia così.