Il gatto che Marlon Brando tiene è un randagio che Coppola trovò mentre si trovava in un lotto della Paramount Pictures. Il gatto cominciò a fare le fusa quando Marlon Brando cominciò a recitare le sue scene che alla fine anche il gatto venne scritturato nel film.
Lo schiaffo
Il ceffone che Vito da a Johnny Fontana non era previsto nella sceneggiatura. Marlon Brando improvvisò lo schiaffo e la reazione confusa di Al Martino era reale. Secondo James Caan, Martino non sapeva se ridere o piangere.
Il sogno di Orson Welles
Orson Welles sognava di poter avere il ruolo di Don Vito Corleone, offrendosi anche di perdere peso pur di avere la possibilità di interpretare il personaggio nato dalla penna di Mario Puzo. Per Coppola – da sempre grande fan di Welles – fu difficile rifiutare l’offerta, ma aveva già in mente Marlon Brando per il ruolo e sapeva che Welles non sarebbe stato adatto.
Al Pacino scelse di boicottare la cerimonia degli Oscar. L’attore, infatti, era furioso per aver ottenuto la nomination come miglior attore non protagonista, sottolineando come il suo personaggio fosse in scena per un numero di scene (e di minuti) maggiori rispetto a quelli di Marlon Brando, che invece vinse come miglior attore.
Gli accordi con la mafia
Stando a quanto si sa, la Paramount Pictures subì una serie di minacce da parte di Joe Colombo. Il mafioso – alla guida di una lega contro la discriminazione ai danni degli italo-americani – non voleva che il film si facesse. Alla fine, però, grazie a un accordo con un produttore, riuscì ad avere un buon controllo sulla sceneggiatura e ottenne anche che le parole mafia e Cosa Nostra non comparissero mai nel film.