L’incredibile carriera di Elio e le Storie Tese in 8 eventi pazzeschi che ne hanno segnato l’evoluzione
Lo sappiamo: se c’è una band musicale che in Italia ha sempre saputo stupire, conquistare e andare fuori da ogni schema, è proprio Elio e le Storie Tese. La storica formazione ha navigato nella storia della musica italiana dagli anni ’80 fino alla fine degli anni ’10, dimostrandosi sempre straordinariamente innovativa ma anche fortemente auto-ironica. Elio e i suoi colleghi sono diventati istituzioni pur, nel contempo (e loro forse più grande pregio) facendo di tutto per smentire tale nomea.
Di tre decadi o quasi di carriera ci sarebbe tanto da dire. Tantissime le canzoni sulle quali soffermarsi, le performance leggendarie passate alla storia, le controversie, i contributi a film e programmi televisivi e persino gli eventi tragici, come la morte di Feiez nel 1998. Il loro stile è ed è sempre stato sinonimo di eccellenza completa ed ancora oggi è impossibile, per qualunque musicista italiano di qualunque genere, non confrontarsi con la loro eredità.
Un’eredità enorme che, come si diceva, non passa solo per brani, dischi e concerti, ma per una serie di eventi che li hanno visti, a più riprese, protagonisti della storia stessa della cultura italiana. Ce ne sarebbero parrecchi da riprendere e commentare, ma qui scegliamo di dedicarci ai loro otto momenti più significativi, quelli da conoscere per chi del gruppo ancora non afferra l’importanza e l’influenza. Iniziamo subito.
8. Il CD Brulè
Questo avviene durante il tour del 2004 in promozione dell’album Cicciput. Semplicemente, durante ogni singola tappa del tour, il gruppo registra in tempo reale l’esibizione di ogni serata (solo la prima ora), per poi masterizzare e mettere in vendita dei cd con il contenuto direttamente a fine concerto. L’iniziativa è proseguita con vari titoli: Ho Fatto Due Etti e Mezzo, Lascio?, Grazie Per la Splendida Serata ed Emozioni Fortissime, dai quali sono stati poi tratti vari best of delle migliori esecuzioni live della band in quell’era.
Brano di culto della band, che oggi verrebbe probabilmente giudicato gravemente scorretto. Si tratta di un dialogo di coppia tra lui (di solito Elio) e lei (sovente Rocco Tanica) che gira in gran parte attorno alle ipocrisie, incoerenze ed eterne insoddisfazioni della donna. “Mi sento confusa / Devo stare un po’ da sola / Esco da una storia di tre anni con un tipo / Non mi voglio sentire legata”: frasi tratte dalla realtà e, con questa canzone, divenute parte della cultura popolare.
6. La Canzone Mononota
Di questo brano vi abbiamo già diffusamente parlato in questo articolo. Semplicemente e in gran scioltezza, il gruppo si esibisce in una composizione metatestuale che prende in giro il virtuosismo musicale pur esprimendone allo stesso tempo l’apice assoluto. Una canzone di “una nota” che esplora mille stili e possibilità. La semplicità e la complessità della visione musicale del gruppo prende forma in un brano che supera ogni ambizione di ogni band contemporanea.
5. Gli Occhi del Cuore
Potevano gli Elii non aver avuto a che fare con uno dei prodotti di culto della televisione italiana per eccellenza, ossia l’acclamatissima serie Boris? Ovviamente, no. E infatti sono stati proprio loro a comporre ed interpretare la sigla della serie, “così italiana” e allo stesso tempo oggi leggendaria quanto gli episodi stessi, pure se fatta “un po’ a cazzo di cane”.
4. Balla coi Barlafus
A inizio anni ’90 gli Elii sono ospiti fissi della trasmissione cult Mai Dire Gol, per la quale compongono, in diverse stagioni, sigle sempre più fantasiose. L’apice di questo loro lavoro è sicuramente Balla coi Barlafus, una parodia della celebre Time Warp di The Rocky Horror Picture Show che coinvolge in una complessa coreografia anche Aldo, Giovanni e Giacomo, Daniele Luttazzi, Marina Massironi e gli altri comici che partecipano alla trasmissione. L’anarchia più totale.
Truccati come nel film Amadeus (o come il Conte Uguccione), i pazzi musicisti eseguono una versione impeccabile di Largo al Factotum, famosa aria dell’opera Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini (1816). Di sicuro una esecuzione superiore a tutte le altre del Sanremo di quell’anno (2008). Ma non è tutto: l’unico motivo per il quale viene scelta proprio questa composizione sta nel pretesto, per Elio, di poter cantare sul climax del brano: “Fiiiiiiiiiiga…. [breve pausa] roooooo”.
2. Neanche Un Minuto di Non Caco
Come sappiamo, gli Elii partecipano trionfalmente a Sanremo nel 1996 con la famosissima La Terra dei Cachi, di certo nella top 10 delle loro canzoni. Purtroppo il brano non vince (e figurarsi) ma la band lascia comunque il segno eseguendone una versione accelerata, della durata di meno di un minuto, durante l’ultima serata per “ripassare” le proposte. Il limite di tempo è imposto in quella occasione dalle regole del Festival stesso che solo loro interpretano così. Tutti gli altri si limitano a suonare un minuto “normale” dei loro pezzi.
1. Primo Maggio 1991
Uno degli atti più trasgressivi nella storia della televisione e della musica italiana. Al Concerto del Primo Maggio 1991 la band finge di iniziare l’esecuzione di un altro brano per “depistare” la Rai e darsi poi a una jam di pura denuncia politica, durante la quale Elio non ha paura di fare nomi coi toni di una amara satira. La Rai fa intervenire frettolosamente il buon vecchio Vincenzo Mollica ed è leggendario il commento di Elio quando viene letteralmente trascinato via dal palco: “Come Jim Morrison!”