Dov’è finito Jason Alexander, l’interprete del mitico George Costanza di Seinfeld?
Sappiamo bene che uno dei motivi principali per seguire e amare Seinfeld ha nome e cognome: George Costanza. Il personaggio, basato su Larry David (autore della serie stessa assieme a Jerry Seinfeld), viene interpretato dall’esplosivo Jason Alexander e rappresenta l’archetipo, negli anni ’90, dello “sfigato”.
Figura tondeggiante, altezza appena sufficiente, calvizie incipiente, occhialoni da talpa e insicurezza da vendere, George è, in Seinfeld, l’esempio della figura negativa, meschina, fedifraga e senza speranza. Non ha possibilità di riscatto, quasi mai, perso com’è nei propri difetti, che cozzano l’uno contro l’altro in una costante di espressioni distruttive e comportamenti auto-lesionisti.
Ma, per quanto personaggio non certo educativo (e, in molte sue azioni, curiosamente molto simile ad Homer Simpson), George si è negli anni conquistato l’amore del pubblico al pari dei tre co-protagonisti. Lo ha fatto proprio in virtù dei suoi numerosi difetti, che lo rendono così disperatamente umano.
Ma oggi, che fine ha fatto “George”? O meglio, dov’è finito Jason Alexander, il geniale attore interprete del personaggio? Cominciamo col dire che Alexander aveva già fatto la sua comparsa in molte famose produzioni durante la messa in onda di Seinfeld, o subito dopo. Un esempio? Friends. Proprio così: l’attore compare nella serie rivale di Seinfeld, nell’episodio 13 della stagione 7.
Altro caso eclatante: tutti conosciamo e amiamo Il Gobbo di Notre Dame (The Hunchback of Notre Dame, 1996), uno dei classici Disney a tutt’oggi più apprezzati e rivisti. Ebbene, il nostro George da la voce ad Hugo, uno dei tre gargoyles animati che Quasimodo vede (o crede di vedere) nella sua solitudine in cima alla cattedrale parigina.
George Costanza è uno dei protagonisti indiscussi di Seinfeld
Neanche a dirlo, i ruoli affidati ad Alexander sono spesso molto vicini a quello da lui interpretato in Seinfeld. Personaggi comici ma anche nevrotici, insicuri ma anche esplosivi. Negli anni Alexander è apparso in Pretty Woman (1990, con Richard Gere e Julia Roberts); Il Ritorno di Jafar (sequel di Aladdin, 1994); e Hachiko (2009, ancora con Richard Gere).
Questi sono, naturalmente, solo alcuni titoli. Aggiungiamo una serie infinita di comparsate in serie televisive come Star Trek Voyager, Malcolm, Monk, Criminal Minds, American Dad, Community, Young Sheldon e The Orville. Vero è che finora, dalla fine di Seinfeld, ad Alexander raramente sono stati affidati ruoli importanti, essendone stata più sfruttata più l’abilità come caratterista.
Fa eccezione la serie animata per adulti Duckman, trasmessa negli Stati Uniti dal 1994 al 1997 e in Italia a più riprese ad inizio millennio. Alexander è anche apparso a fianco alla sua controparte, Larry David, nella serie Curb Your Enthusiasm. Con il compagno Jerry Seinfeld si è riunito nel 2014 in un episodio della serie Comedians in Cars Getting Coffee, comprendente anche un’apparizione del malvagio Newman.
E oggi? Forse Jason Alexander non sarà tra i grandi protagonisti della tv e del cinema contemporanei, ma un posto per lui c’è sempre. L’ultima sua apparizione notevole in una serie è stata nientemeno che in The Marvelous Mrs. Maisel, per due episodi, nella quale ha interpretato il personaggio di Asher Friedman.
Al cinema il suo ultimo progetto è appena dell’anno scorso: Faith Based, un film comico del regista Vincent Masciale. In tutto questo, non bisogna dimenticare la sua attività teatrale, che lo ha visto diverse volte su palchi prestigiosi e lo ha trovato di recente regista del musical The Last Five Years, sempre a New York. A teatro, del resto, Alexander è attivo fin dai primi anni ’80.
Insomma, c’è un po’ da smentire la leggenda della “maledizione di Seinfeld”, che sostiene che dopo la serie nessuno dei protagonisti sia riuscito più a lavorare seriamente. Vero, la popolarità di Alexander è di certo calata da quando ha dismesso i panni del buon George Costanza; ma ne è emerso un attore di solido talento che, oggi come trent’anni fa, sa ancora conquistare il suo pubblico.