Seinfeld: 5 motivi per vedere subito la regina di tutte le sit-com [LISTA]

Le nove stagioni di Seinfeld sono ora disponibili su Netflix. Ecco 5 ragioni per vedere subito la sit-com che ha cambiato per sempre le regole del gioco, anticipando intuizioni fondamentali per Friends, Scrubs, How I Met Your Mother e The Office.

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3. Saranno famosi. Tutte le future star apparse in Seinfeld

Nel corso delle sue 9 stagioni la serie vincerà 10 Emmy Award e 3 Golden Globe, mentre Jerry Seinfeld nella seconda metà degli anni ’90 ottiene un contratti senza precedenti e si attesta come l’attore più pagato dai network americani.

Tra le molteplici ragioni che rendono questa serie unica e imbattibile, c’è poi la straordinaria attenzione al casting. Tra i personaggi secondari e la miriade di frequentatrici di Jerry compaiono infatti molte future star, ancora poco conosciute, ma pronte a diventare protagoniste di serie di successo.

Bryan Cranston, prima di Malcolm e Breaking Bad, apparirà in diversi episodi come il dentista di Jerry. Tra le ragazze figurano poi Courtney Cox e Maggie Wheeler, ovvero Monica e Janice di Friends.

Ben prima del successo di Sex and the city la serie scopre Kirstin Davis, alias Charlotte, ma anche Debra Messing e Megan Mullany di Will & Grace, Marcia Cross e Teri Hatcher di Desperate Housewives, oltre a Lauren Graham di Una mamma per amica e tante altre future celebrità.

Tra i personaggi reali che sceglieranno di apparire nella parte di loro stessi, troviamo quindi il sindaco di New York Rudy Giuliani, David Letterman, Marisa Tomei, Candice Bergen e molti altri ancora.

4. Bob Sacamano, Art Vanderlay e l’universo dei personaggi secondari

Tra i segreti di Seinfeld c’è che vi farà innamorare perfino dei personaggi che non si vedono mai. Se non esistono “linee narrative orizzontali”, infatti, una serie di personaggi e battute ricorrenti formano invece un sistema di rimandi interni, essenziali per comporre il rocambolesco immaginario della serie.

Tra le figure leggendarie citeremo anzitutto Art Vanderlay, che è forse il Godot della situazione. Art Vanderlay in effetti non esiste, ma verrà evocato di volta in volta da tutti i protagonisti per puntellare qualche patetico castello di bugie.

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Sarà un esperto di import-export, uno scrittore contemporaneo particolarmente oscuro, amato da George che in realtà non legge, oppure un misterioso amante di Elaine. Certo Art Vanderlay non si paleserà mai, così come il mitico Bob Sacamano, amico di Kramer e protagonista di aneddoti surreali.

Nella serie esiste poi un autentico villain, un antagonista, Newman (Wayne Knight) vicino di casa che adora Kramer e odia Jerry. Il suo “Hello, Newman” è uno dei tormentoni della serie, così come il mitico “Jada Jada Jada” usato al posto del solito “Blah blah blah”.

Per quanto la versione doppiata offra il piacere di sentire Francesco Pannofino nella parte di Kramer, per apprezzare davvero tutte le battute, le allusioni e i giochi di parole della serie non possiamo che consigliarvi la versione originale.

Tra le battute che hanno fatto storia, citate in una miriade di serie e film successivi, non possiamo non citare le mitologiche figure del Closer-talker, riferito a tutti quelli che si avvicinano troppo all’interlocutore, o dell’amante Sponge-worthy, degno delle spugnette anti-concezionali amate da Elaine.

Inventore del Festivus, ovvero una festa più aperta e inclusiva del Natale, è poi Frank Costanza, interpretato dal compianto Jerry Stiller, che nella realtà non è il padre di George ma di Ben Stiller.

Se George ha un rapporto tormentato con i suoi surreali genitori, Frank ed Estelle, Jerry va sicuramente più d’accordo con Morty ed Helen Seinfeld, tipica coppia di ebrei newyorkesi trasferiti in Florida dopo la pensione. In ogni caso, si tratta di altri 4 personaggi irresistibili, che vi conquisteranno con le loro gag.

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Questa galleria di battute e personaggi potrebbe continuare praticamente all’infinito, già che ogni episodio orbita attorno a qualche assurda vicissitudine, che si tratti di una costosissima giacca di pelle, un piatto di zuppa o dei tempi di attesa al ristorante cinese.

A proposito di zuppa… Uno degli episodi che vale la visione dell’intera serie è “The Soup Nazi”, ispirata da un vero ristoratore di Manhattan. Da qui una delle battute più celebri di Seinfeld: “No soup for you!”.

5. Seinfeld non è invecchiata di un giorno

Seinfeld racconta una New York probabilmente scomparsa. Le acconciature sono voluminose e così le spalline di quelle giacche mastodontiche. Non esistono internet, i cellulari né i social, mentre la vita quotidiana ruota attorno alle segreterie telefoniche, i telefoni pubblici e i cerca-persone.

Ci sono gli stereo, le videocassette e la tv via cavo, eppure, anche se tutti questi arnesi vi sembrano ormai pezzi di modernariato o peggio residuati bellici, il segreto del successo di Seinfeld è non invecchiare mai di un giorno.

Un classico non smette mai di parlare al presente e supera così lo spazio e il tempo, diceva Italo Calvino. E allora il nostro “show sul nulla” è davvero un classico, capace di fotografare con ironia implacabile lo smarrimento dei quasi-quarantenni nella società contemporanea.

Tutto è veramente assurdo, eppure tutto è tremendamente vero, dalle smanie consumistiche alla disgregazione dei rapporti sentimentali, dall’ossessione per le apparenze al terrore del fallimento professionale.

E se non vi basta questo assurdo equilibrio tra comedy e spietato realismo, la “cattiveria” sottile ma politicamente scorretta di Seinfeld resta probabilmente unica nella Storia, per una sit-com che ha ispirato tutti, ma continua a non somigliare a nessuna.