Il 10 giugno 2021 From Software mostra finalmente il primo trailer di Elden Ring. Un mese dopo, l’8 luglio Microsoft annuncia che anche Dark Souls 3 beneficerà dell’FPS Boost. Uno dei titoli più importanti della generazione uscente potrà esser giocato a 60 fps su Xbox Series X/S. A corredo di questo upgrade, lo sconto di quasi il 70% della Deluxe Edition del titolo, con tanto di DLC. Coincidenze? Non lo sappiamo con certezza. Ciò che è certo però, è che la voglia di rigiocare il titolo che chiude la trilogia di Hidetaka Miyazaki, era troppo grande.
Sorgi dalle ceneri Fiamma Sopita, il tuo viaggio nel regno di Lothric ha di nuovo inizio. Attenzione, da qui in poi, essendo questa una non-recensione di Dark Souls 3, potrete trovare dei piccoli spoiler.
Alla ricerca dei Signori dei Tizzoni.
“E gli antichi Signori dei Tizzoni si svegliano dalla loro sepoltura. Aldrich, Santo delle Profondità. La legione di non-morti di Farron, I Guardiani dell’Abisso e il solitario signore della capitale profanata ,Yhorm il Gigante“.
Dark Souls 3 inizia con un breve filmato introduttivo. In puro stile From Software capiamo tutto o nulla della narrativa. Starà a noi portare avanti la storia e raccogliere gli oggetti di gioco. Solo così sveleremo tutti i tasselli della narrazione scritta di Miyazaki. Nel pericoloso regno di Lothric, il nostro alter ego partirà alla ricerca dei Signori dei Tizzoni per sconfiggerli e vincolare la prima fiamma che altrimenti svanirà.
Il tema portante dell’opera è la scoperta che cammina di pari passo con la nostra sete di sapere. Vogliamo capire il perché del comportamento di ogni npc, di ogni mob e di ogni boss. Conoscere il loro passato. Impossibile non appassionarsi ad esempio allo struggente dramma dei Principi Gemelli. La loro storyline ci accompagna sin dall’inizio della run e viene sviscerata durante tutta l’opera. Arrivare all’inesorabile epilogo, passando per Oiceros il Re Consumato ed Emma l’Alta Sacerdotessa, è un meraviglioso esempio della capacità della software house giapponese di farti legare a personaggi, buoni o cattivi che siano, profondi e umani.
Ogni frammento di racconto è estremamente affascinante, così come i luoghi che fanno da setting a questo fantasy. Ogni nostra conquista in termini di trama è un passo in avanti verso la rivelazione dell’intricata lore di gioco. La forza che riceviamo da ogni tassello del puzzle, ci sprona a proseguire nonostante le difficoltà che dobbiamo affrontare. Perché, parliamo sempre di un titolo molto punitivo che non fa sconti a nessuno.
Dark Souls 3 a 60 fps
L’FPS Boost ci consente quindi di giocare Dark Souls 3 a 60 fps costanti su Xbox Series X/S. Una gioia per chi ha dovuto affrontare il titolo sulle vecchie console con un frame rate non sempre stabile. I combattimenti sono estremamente fluidi, veloci, anche nelle fasi più concitate. Il combat system assume una connotazione spiccatamente action e diventa infinitamente divertente.
Creiamo il nostro personaggio, scegliamo la sua classe e siamo subito sul campo. Nessun tutorial, subito dei nemici ostici da affrontare e se prendiamo una direzione sbagliata, eccoci di fronte ad un’imponente creatura molto più forte di noi. Se proseguiamo dritti invece, arriviamo al primo boss di gioco. DS3 ci ricorda che siamo e saremo sempre le vittime. Non importa quanto livelliamo o quanta expertise accumuliamo. Ogni volta lo scontro sarà ostico. Starà a noi imparare le aree di gioco e i move set di boss e mob per sopravvivere. Ecco quindi che la scoperta assume, nel caso del gameplay, una seconda connotazione. Quella di imparare i pattern di ogni nemico. Scoprirli morendo in battaglia. Solo così potremo percorrere il nostro cammino.
Uno degli aspetti migliori del combat system è che, anche se prediligiamo un nostro stile offensivo e difensivo, non sempre sarà vincente. Spesso dovremo anche adattarlo a seconda di chi ci troviamo di fronte. Ecco tre esempi.
Danzatrice della Valle Boreale, Re Senza Nome e Anima dei Tizzoni.
Contro la Danzatrice della Valle Boreale, in una delle boss fights più evocative della saga, abbiamo abbandonato del tutto lo scudo e scelto un approccio incentrato sulle schivate. Leggiadri come la Danzatrice, non lasciavamo mai un punto di riferimento al nemico. Ogni finestra che lasciava aperta, una spadata veloce e pronti ancora ad evitare le sue lame. Contro il Re Senza Nome invece, la scelta è ricaduta, per la prima volta nel corso della run, su un’arma impugnata a due mani. Abbiamo affrontato la paura con la voglia di fare più male del boss probabilmente più forte del gioco (qui la nostra classifica).
Infine, contro il “mostro finale” Anima dei Tizzoni, abbiamo scelto un approccio molto più difensivo. Gli attacchi che concatenava erano troppi anche per noi, abili rotolatori. Ci siamo allora alleggeriti il giusto. Abbiamo equipaggiato lo Scudo di Yhorm il Gigante e ci siamo messi in posizione difensiva. Il suono dei colpi che si schiantavano contro uno degli scudi più forti del gioco ci davano la carica per affondare, al momento giusto, il contrattacco. Tre stili diversi, tre vittorie che fanno salire a mille l’asticella della soddisfazione. Una partita a scacchi ogni volta che accendiamo la console, appassionante e tachicardica grazie anche ad una meravigliosa colonna sonora che rende il tutto ancora più epico.
Uno dei fiori all’occhiello di Dark Souls 3 è forse il suo punto di forza maggiore: l’esplorazione. La scoperta assume quindi il suo terzo significato che si collega ai due precedenti. Perdersi nella mappa di gioco significa scoprire zone segrete opzionali. Aprirsi scorciatoie per raggiungere prima quell’area dove siamo morti in battaglia. Tutto è interamente interconesso ed è impossibile non rimanere sbalorditi dinanzi ad un level design creato ad arte. Percorrere centinaia di metri, superare ogni combattimento per tirare una leva. Salire sulla piattaforma appena attivata e ritrovarsi così al falò di inizio “livello”. Tornare indietro non è mai una sconfitta, significa guardare avanti perché la vittoria è lì che ci aspetta. Significa anche salvare un ingente numero di anime, prima fonte di ansia del giocatore Soulsborne, per poter salire di livello.
Infine, non si può non parlare del mondo di gioco. Dal punto di vista artistico, il titolo From Software ha pochi eguali. Prima di percorrere la via, ci si ferma spesso ad ammirare il paesaggio e le sue costruzioni. La Valle Boreale, le montagne innevate del Dipinto di Ariandel o la famosa Cattedrale di Anor Londo che si ispira al Duomo di Milano. Ambientazioni bellissime da vedere ma piene di pericoli. Succederà diverse volte che, ingolositi da un oggetto su un cadavere, correremo verso di esso senza pensare ad una trappola che il buon Hidetaka ha piazzato contro di noi. Un vero e proprio marchio di fabbrica della produzione.
Il ciclo si chiude.
Con l’ultimo capito di Dark Souls si chiude una delle trilogie videoludiche più importanti di sempre. Un titolo che puoi amare, odiare o entrambe le cose contemporaneamente. Puoi detestare gli attacchi che attraversano i muri oppure una telecamera ballerina che ogni tanto perde il lock del nemico. Puoi non apprezzare una narrativa frammentata, oscura ed aver gradito invece quella di Sekiro. I titoli From Software dividono il pubblico e ogni partito ha diverse argomentazioni a favore della sua tesi.
Il consiglio rimane sempre quello di provare l’opera uscita nel 2016, soprattutto alla luce dell’imminente (speriamo) uscita di Elden Ring. In più, i 60 frame per secondo dell’FPS Boost assicurano a Dark Souls 3 una veste nuova, diversa. Un po’ come trovare quell’area segreta che ci era sfuggita nel corso della run con un nuovo boss nascosto dalla nebbia, pronto ad eliminarci.