Perché Facebook, instagram e whatsapp sono andati in down?

Nella giornata di ieri i principali social media sono crollati, rendendone impossibile l'utilizzo. Ecco tutto quello che è successo

Facebook
Immagine di Simon Steinberger per Wikipedia
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Il giorno del 4 ottobre 2021 probabilmente verrà ricordato come il “blackout” più lungo dei maggiori social media: Instagram, Whatsapp e Facebook, infatti, hanno cominciato a dare problemi dalle 17.30 (ora italiana), prima di andare in crash.

I tweet con gli hashtag #facebookdown, #instagramdown e #whatsappdown hanno cominciato a fare capolino su Twitter sin dai primi disservizi, fino a entrare nella trend topic del social cinguettante.

Rispetto ai down avvenuti in passato, quello del 4 ottobre rappresenta una novità dal momento che i tre social media hanno smesso di funzionare contemporaneamente, creando problemi a livello globale.

Un’altra particolarità è che questa volta il down che ha colpito Instagram, Facebook e Whatsapp era più difficile di quelli avvenuti in passato: ha infatti richiesto molto più tempo per essere sistemato e i social hanno cominciato a rifunzionare correttamente in tutto il mondo solo dopo che era passata mezzanotte.

Secondo quanto è stato riportato la causa principale dell’enorme disservizio è stato un problema al Domain Name System, il famoso DNS che – in poche parole – serve a “trasformare” i nomi dei siti nei loro indirizzi IP numerici, permettendo così agli internauti di raggiungerli.

Ci sarebbe dunque stato un problema durante la configurazione del Border Gateway Protocol (BGP) di Facebook. Si tratta del sistema che coopera alla scelta del percorso di navigazione migliore, di modo da organizzare in modo efficiente il traffico internet, di modo che non si “ingolfi” e, appunto, cada.

Il problema, tuttavia, è stato di tale portata che secondo il New York Times gli stessi dipendenti di Facebook hanno avuto seri problemi quando hanno provato ad accedere ai sistemi dell’azienda per cercare di risolvere il guaio che ha lasciato milioni di utenti senza i maggiori social media.

La situazione era così grave che Mark Zuckerberg non ha trovato altra scelta se non quella di mandare un team in California per resettare manualmente i server. Il vecchio metodo dello “spegni e riaccendi” è stata la tecnica usata anche dal magnate di Internet per restituire il servizio.

Per lo stesso motivo, i dipendenti di Facebook non hanno potuto usare la mail – perché interna ai server malfunzionanti – e sono stati costretti a comunicare via sms: mentre coloro che dovevano recarsi in ufficio non sono riusciti a entrare, perché i loro badge non funzionavano.

Una situazione quasi farsesca, che potrebbe benissimo essere trattata in un libro di Asimov, e che ha avuto ripercussioni gravi. Il valore delle azioni di Facebook è infatti sceso del 5% mentre Mark Zuckerberg ha visto la sua ricchezza diminuire di sei miliardi di dollari.

Il down è stato particolarmente grave perché, di fatto, che piaccia o meno, Instagram e Whatsapp hanno il predominio sulle comunicazioni: hanno sostituito sms e telefonate e rappresentano alcuni dei servizi principali utilizzati per lavoro. Se cade Facebook, di fatto, cade anche una buona fetta di economia mondiale.

In mezzo a questo caos, però, c’è chi ne ha giovato. Twitter, ad esempio, ha raggiunto il livello record di circa 60 milioni di utenti e anche Telegram, la variante di Whatsapp, ha avuto una vera e propria impennata.