Un’astronave aliena atterra in una foresta della California per condurre alcuni studi di carattere botanico. L’atterraggio attira un gruppo di agenti di polizia, che cercano di indagare sul bizzarro fenomeno intravisto. Costretti a una celere ripartenza, gli alieni dimenticano uno di loro sulla Terra. La creatura, attirata dal tintinnio delle chiavi, comincia a seguire gli agenti…
E.T. rappresenta una pietra miliare, sia per la fantascienza che per il regista stesso, che da allora indagò sempre più a fondo sulle emozioni umane. Il film nacque da Night Skies, un progetto irrealizzato che sfociò poi in E.T. e in Poltergeist. Inoltre, sono presenti spunti autobiografici di Steven Spielberg, come il suo desiderio di avere un amico alieno dopo il divorzio del genitori. Non mancano poi le citazioni ai film più amati dal regista, come Ladri di biciclette di Vittorio De Sica (1948).
L’opera, infatti, è la storia di amicizia fra un bambino di nome Elliot (Henry Thomas) e un bizzarro extra-terrestre. Pat Welsh presta la voce inglese dell’alieno, mentre Elsa Camarda quella italiana (ridoppiata nel 2002 da Germana Dominici). Carlo Rambaldi, invece, creò la fisionomia dell’alieno, premiata con l’Oscar insieme a Dennis Muren e Kenneth Smith. E come dimenticare la colonna sonora di John Williams, garanzia musicale cinematografica.
Sin dalla sua uscita, critica e pubblico acclamarono E.T., considerandolo da subito un classico. Alcuni recensori hanno visto un parallelismo spirituale tra l’alieno e Gesù Cristo, non inteso però dal regista. Infine, come per ogni blockbuster, anche da E.T. derivò un massiccio merchandise, che va dai giocattoli agli accessori per la scuola.
Re per una notte – Martin Scorsese (1982)
Rupert Pupkin (Robert De Niro) è un trentaquattrenne scapolo che sogna di diventare un comico affermato. Una sera, l’uomo aiuta Jerry Langford, comico e presentatore televisivo di successo, a sfuggire a un’orda impazzita di fan. Rupert, ammiratore a sua volta di Jerry, desidera ottenere una parte nello show “The King of Comedy” ed è disposto a tutto pur di riuscirci…
La collaborazione tra Robert De Niro e Martin Scorsese non si smentisce in questo curioso cambio di genere per il regista. Re per una notte è, infatti, una commedia nera ben lontana dai precedenti lavori drammatici della coppia. Ma l’attore riesce a destreggiarsi bene nel genere, dipingendo uno dei personaggi più squilibrati della sua filmografia. Lo affianca un veterano della comicità Jerry Lewis, che qui interpreta un personaggio più drammatico.
I principali temi toccati dal film sono divismo, fanatismo e mesmerizzazione dei media. La scena in cui Rupert improvvisa uno sketch di fronte a un pubblico di cartapesta le cui risate immaginarie coprono il monologo è emblematica. Ma la confusione tra realtà e immaginazione vissuta dal dissociato Pupkin è ulteriormente sottolineata nello stile da Martin Scorsese. Il regista impiega frequenti stacchi bruschi con vistosi errori di continuità .
Come suggerisce il nome, Pink Floyd The Wall è un lungometraggio che porta al cinema uno degli album più noti dell’immortale band inglese. The Wall, uscito nel 1979, è infatti un concept album che racconta la storia di una rockstar in preda all’alienazione sociale. Pink, questo il suo nome, è interpretato nel film da Bob Geldof, cantante, attore e attivista irlandese.
Il progetto di The Wall deriva dalla fase di alienazione vissuta da Roger Waters in seguito al successo degli anni Settanta. Sono, però, evidenti anche i rimandi al mai dimenticato fondatore della band, Syd Barrett, uscito dalle scene già nel 1970. Il film poi tratta anche molti altri temi, come guerra, fascismo, giustizia, violenza, sesso e consumo di droghe. La sequenza di bambini con maschere senza volto destinata a un tritacarne, infine, è tuttora un’evocativa critica metaforica all’istruzione scolastica.
Per la regia del film venne scelto Alan Parker, fautore di un tipo di cinema crudo, evocativo e privo di retorica. Parker stravolse il progetto che aveva in mente Waters, ossia alternare scene animate alle immagini live dei concerti. Il regista decise di alternare i disegni a scene tratte dalle canzoni dell’album The Wall, quasi tutte incluse nel film. Le parti animate sono invece state affidate a Gerald Scarfe, creatore delle grafiche dell’album.
La lavorazione del film fu veramente difficile e le riprese estenuanti, senza contare alcuni incidenti sul set. Tuttavia, il film risultò terzo al botteghino (dietro a E.T. e Ufficiale Gentiluomo di Taylor Hackford) e venne accolto da recensioni positive. Pink Floyd The Wall è tuttora ricordato come il film musicale più famoso, influente e celebre di tutti i tempi.