Angelo Duro, apprezzato ed affermato comico, nell’ultimo periodo ha visto il suo lavoro quasi del tutto azzerato a causa delle ben note restrizioni dovute alla pandemia. In molti casi ha organizzato proteste contro le restrizioni volute dal Governo per quanto riguarda i lavoratori dello spettacolo (qui le ultime novità ). Una delle ultime ha avuto come sede un luogo insolito: l’altare di una chiesa a Roma. A causa di questo gesto, Duro è andato incontro ad una denuncia da parte del parroco al quale il comico avrebbe sottratto l’uditorio. A rivelarlo è stato lui stesso sui suoi social.
Vi rendete conto? Ovviamente, anche un bambino lo capisce, non era mia intenzione offendere il prete o attaccare la chiesa. Vi ringrazio per la stima ma non sono ancora così forte. Forse tra qualche anno. Ma adesso no. Le mie incursioni, come avete visto, sono state solo un modo per evidenziare disuguaglianze, sì insomma, le cazzate, fatte da chi sta gestendo l’emergenza sanitaria. Scelte che hanno penalizzato molti settori, tipo, in questo caso, il mio, appunto.
Quindi, in attesa che qualcuno mi delucidi sulla questione, mi auguro che il parroco, che è un uomo di chiesa, perciò, sicuramente, una persona comprensiva e disponibile ad aiutare e ad ascoltare gli altri, ritiri la denuncia a mio carico, che tra l’altro è pure una denuncia penale, e accolga il mio invito ad incontrarci nuovamente di persona, per chiarirci e magari avere la possibilità di ricevere anche il suo supporto. Ho commesso un peccato per dar voce e sostenere il mio settore, settore con migliaia di posti di lavoro in pericolo da due anni. Vorrei essere punito con ventidue padre nostro, sedici atto di dolori, venticinque Ave Maria, mettici pure sei Salve Regina, ma non merito una denuncia penale. La pena l’ho già subita con due anni di stare a casa a non fare nulla e a sopportare i miei familiari. Più pena di questa. Un saluto.