L’attesa è finalmente giunta al termine. L’ultima fatica di Denis Villeneuve, Dune, è disponibile e possiamo goderne nella fantastica atmosfera di una sala. Le aspettative erano alle stelle e possiamo dire che il regista canadese non le abbia deluse.
La trasposizione segue fedelmente il primo libro del ciclo di Dune di Frank Herbert. Lo fa con il solito stile Villeneuve, cui ci ha abituato nelle precedenti opere. Predilige un racconto rarefatto, intimista, senza cedere il passo ad un ritmo frenetico e all’azione allo stato puro.
Molto spazio è concesso ai personaggi e ai loro sentimenti, in particolare quelli di Paul Atreides (Timothee Chalamet) e della madre Jessica (Rebecca Ferguson). L’ambito tecnico non è da meno, il film eccelle per fotografia e scenografie e gode di una conturbante colonna sonora firmata Hans Zimmer.
Insomma, siamo di fronte a un blockbuster d’autore che concede allo spettatore un’esperienza completa di intrattenimento ed emozione. Bisogna comunque riconoscere che l’opera risulti incompleta, ideata per far parte di una saga, proprio come i libri cui si ispira. Quindi per chi abbia ancora bisogno di quel genere di visione, sperando nell’arrivo del sequel, consigliamo 10 film da vedere se hai amato Dune.
Film da vedere se hai amato Dune
1) Pitch Black, David Twohy, 2000
Il film segna un grande successo per il regista, tuttora poco conosciuto, di A perfect Getaway. Segna anche il primo riuscitissimo film di una saga riguardante le avventure dell’antieroe Riddick (Vin Diesel), di cui un quarto capitolo sarebbe in fase di produzione. L’opera predilige l’azione a tinte horror e, proprio come Dune, è ambientata in un pianeta desertico.
Le uniche forme di vita presenti sono delle creature pronte a sbranare qualsiasi essere vivente. Un gruppo di coloni, capitato per un incidente sul pianeta, è costretto a lottare per sopravvivere, nel terrore che il nemico si nasconda anche tra di loro.
Il film, con le caratteristiche del perfetto B-movie, costruisce la tensione e dà vita a un personaggio memorabile, Riddick. Il protagonista è un criminale dall’atteggiamento brutale e primitivo, ma che nasconde più umanità di altri insospettabili personaggi.
Nonostante il budget limitato, le scenografie e gli effetti speciali funzionano perfettamente per creare un mondo abbandonato e selvaggio, dove regna la sopravvivenza. Le ambientazioni brulle riescono a creare degli effetti suggestivi e fanno da perfetto sfondo a scene d’azione di ottima fattura. Il ritmo è indiavolato ma mai confuso e la narrazione segue perfettamente la storia e i personaggi, tratteggiati con grande perizia.
2) Serenity, Joss Whedon, 2005
Se avete amato Dune e più genericamente il filone della space opera, non potete perdervi questo film del regista di The Avengers, Joss Whedon. Di certo virato verso una diegesi più divertente e divertita e dall’animo più spensierato, non mancano scene grandiose e sequenze di grande impatto emotivo. L’opera non gode di grandissima fama, ma meriterebbe una menzione tra le più interessanti del genere fantascientifico degli ultimi anni.
La storia narrata è quella della nave spaziale Serenity, nella quale sono confluiti i più disparati personaggi. Tra questi c’è River, una ragazza dotata di poteri telepatici, inseguita dall’Alleanza, una superpotenza intergalattica. Il capitano della nave, il disilluso mercenario Malcolm Reynolds, nonostante l’iniziale contrasto, decide di fraternizzare con la causa di River e di suo fratello, Simon. Insieme allo sgangherato equipaggio e con l’aiuto di Inara, la sua ex fidanzata, intraprende la missione.
L’opera, nonostante gli anni passati, mostra una grandissima freschezza, sia nelle tematiche sia nella messa in scena. Effetti speciali, fotografia e montaggio seguono perfettamente le necessità narrative del genere. Lo spettatore è coinvolto nell’esperienza spaziale dei personaggi all’interno della Serenity. Inoltre, le relazioni interpersonali che si creano sullo schermo denotano una scrittura di alto livello.
3) Prospect, Zeek Earl & Chris Caldwell, 2019
Film di fantascienza che rinuncia agli stereotipi del genere per dedicarsi maggiormente ai personaggi e alla costruzione di un mondo. Scritto a quattro mani, si tratta di un’opera “arthouse” che ricorda per questo nello stile e nel ritmo il nostro Dune. Ma in questo caso la dimensione si riduce e lo sguardo si focalizza unicamente su due personaggi e su ambientazioni minimaliste.
Protagonisti sono infatti Cee (Sophie Tatcher) ed Ezra (Pedro Pascal). I due, da nemici, si ritrovano a dover collaborare per sopravvivere su un pianeta, preso d’assalto dai ricercatori di una preziosa risorsa, che ricorda il far west. Nell’obiettivo di trovare un mezzo per andarsene, si crea tra i due un rapporto ambiguo e profondo, che supera le barriere interposte fra loro.
I personaggi emergono attraverso le loro azioni, durante la narrazione, scoprendosi più sfaccettati di quanto si pensasse. Il film è fatto di sensazioni, inquadrature su oggetti, alberi e su una natura incontaminata appartenente a un altro mondo.
Primi piani stringenti denotano un’attenzione particolare verso i protagonisti. Inoltre, il ritmo lento conferisce spazio al mondo nel quale ci troviamo e contribuisce alla creazione di un’atmosfera tesa di sospensione e mistero.