La recensione di Psychonauts 2, il titolo sviluppato di Double Fine e disponibile dal 25 agosto su Xbox Game Pass. Un geniale platform nostalgico.
Gli ultimi due mesi di Xbox Game Pass sono stati a dir poco eccezionali. Tra i titoli più importanti rileviamo Flight Simulator e The Ascent a Luglio, Hades e 12 Minutes ad agosto. L’ultimo arrivato in ordine cronologico è Psychonauts 2, di cui oggi possiamo leggerne la recensione.
Il platform sviluppato da Double Fine è straordinario e meraviglioso, la cui creatività setta nuovi standard di eccellenza per i prossimi videogiochi del genere. Un viaggio emozionante in compagnia del piccolo Razputin, il protagonista del primo episodio della saga uscito nel 2005.
I limiti, come le paure, sono spesso un’illusione
Psychonauts 2 è un titolo nostalgico, che vuole riesumare nel giocatore le emozioni del videogiocatore di vecchia data. Questa operazione nostalgia viene innescata non solo grazie al platform puro dei giochi di una volta, ma anche attraverso una storia che introduce una nuova linea narrativa che non si dimentica del precedente titolo realizzato da Tim Schafer. All’avvio della partita infatti, ecco un filmato che riassume quanto avvenuto nel passato. Concluso l’intro, il giocatore si troverà già sul campo, ad affrontare un primo viaggio mentale nella testa di una vecchia conoscenza, il Dr. Loboto. Inizia così a svilupparsi il racconto che ci vedrà coinvolti nel tentativo di sventare un complotto volto a riesumare la pericolosa Maligula, un potentissimo essere idrocinetico.
I temi fondanti del plot di Psychonauts 2 sono estremamente delicati. Nel corso della nostra avventura affronteremo i disturbi tipici di ogni essere umano, come ansia, dipendenza e stress. Questi aspetti vengono trattati con grande maturità senza però dimenticare una verve di ironia e comicità . Non a caso infatti i nemici che incontreremo nei nostri viaggi nella mente dei diversi NPC sono delle rappresentazioni, molto caricaturali, di tutti i nostri limiti naturali. Ci sono ad esempio i Dubbi la cui descrizione recita “un freno costante”, che altro non sono che mostruose creature velenose pronte a spedirci all’altro mondo.
Psychonauts 2 insegna al giocatore a superare le sue paure e debolezze, fattori che limitano la nostra vita e che ci conducono ad una inesorabile vecchiaia fatta di rimpianti. Ci invita anche ad inseguire i nostri sogni, senza curarci di chi vorrebbe diversamente per noi. La forza della produzione risiede quindi nella capacità di tradurre questi delicati temi in un platform unico, creativo e indimenticabile.
Non appena finito il prologo, Raz si troverà all’interno del quartier generale degli Psiconauti, che funzionerà da Hub principale. Oltre ad esplorare le diverse aree dell’HQ raccogliendo collezionabili ed oggetti necessari a potenziare il protagonista, potremo interagire con i nostri compagni di viaggio. Per portare avanti la narrazione, il pattern ideato è spesso il seguente. Comprendere informazioni circa la missione e compiere tutte le azioni necessarie per parlare con un personaggio specifico. Entrare nella sua mente per mettere “ordine” e riuscire così ad aggiungere un piccolo tassello necessario a svelare il complotto nemico. Trama principale e sotto trama che seguono due binari apparentemente paralleli che si incontrano ed esplodono in sezioni di gioco quasi indescrivibili.
Ogni viaggio mentale è quindi il cuore di Psychonauts 2. Ciò che permette a questo cuore di battere, sono i salti, le capriole, gli enigmi ambientali da risolvere, per portare a termine il nostro obbiettivo. Si passa da paesaggi onirici e riflessivi ad ambientazioni che ci ricordano la bellezza dell’arte nel videogioco. Tutte le insicurezze e i timori personali si traducono in una realizzazione artistica e creativa che raggiunge picchi difficilmente replicabili. Ogni livello, con i suoi colori, i suoi ambienti e le sue musiche, è unico, originale e letteralmente fuori di testa. Il level design è impressionante ed è veramente difficile riuscire a raccontarlo nero su Wordpress. Una rappresentazione sconfinata del potenziale del nostro cervello.
La componente platform è quindi di altissimo livello e raggiunge l’eccellenza in determinati momenti della nostra partita.
Non solo platform, anche action
A supporto di Razputin, avremo anche i tipici poteri degli psiconauti. Questi, saranno fondamentali nelle fasi di esplorazione. Potremo bruciare alcuni elementi di design per aprirci passaggi segreti. Rallentare il tempo per raggiungere più facilmente delle piattaforme o utilizzare un nostro alter ego di carta per entrare in aree altrimenti inaccessibili.
Questi power up saranno importantissimi (sul piano teorico) anche nelle fasi action del titolo. Quando il cervello inizierà ad opporre resistenza, ecco che arriveranno diversi nemici, tutti generati dalla mente che ci ospita. Ogni mob avrà una debolezza specifica e starà a noi usare in battaglia quelli più efficaci. A questo si aggiunge il puro combat system, fatto essenzialmente di cazzottoni di energia incalanata che esplode in combo ottenibili con il solo tasto d’attacco.
I “combattimenti” sono l’unica componente che non convince del titolo. Le debolezze nemiche finiscono per avere un ruolo marginale e nella confusione generale, complice anche la macchinosità nell’alternare i poteri (equipaggiabili fino a quattro), si finisce con fare del button mashing privo di emozioni. Le boss fights invece svolgono un ruolo a parte. Ben caratterizzate ed estremamente diversificate, offrono un piacevole diversivo tra una fase platform ed un’altra.
La crescita dello stagista Razputin
Quando completeremo una missione, recupereremo un certo numero di collezionabili o combineremo un nucleo e 8 carte PSI, otterremo un credito stagista. Questi, come per ogni stagista – studente che si rispetti, sono fondamentali per la crescita di Razputin. Potremo così potenziare la telecinesi, aumentare il numero di colpi consecutivi negli attacchi in mischia e così via. Un sistema estremamente basilare ma molto efficace considerando i vantaggi che si ottengono incrementando il grado di specifici poteri.
Conclusioni
La componente artistica di Psychonauts 2 garantirà almeno una canditura Goty per la Best Art Direction. Ma non stupitevi se ci saranno almeno altre due candidature. Il titolo creato da Tim Schafer potrebbe semplicemente essere riassunto con il più banale degli “stupendo oltre ogni immaginazione”.
Una perfetta combinazione di scrittura matura, capace di trattare con i guanti temi umani, toccanti e divertimento che dovrebbe essere comune ad ogni videogioco. Un vero e proprio inno al platform, a cui non possiamo che augurargli una lunga vita. Passano gli anni, ma questo genere, quando raggiunge l’eccellenza come succede in Psychonauts 2, riesce a portare il giocatore indietro nel tempo, grazie ai suoi salti, ai suoi colori e alla sua storia.