Cuphead: l’incontenibile bellezza della difficoltà [RECENSIONE]

Oggi abbiamo deciso di parlarvi di Cuphead, uno dei giochi più difficili ed esteticamente meravigliosi che potrete mai provare

cuphead
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Sono passati ormai 4 anni da quando i fratelli Chad e Jared Moldenhauer dello StudioMDHR hanno sviluppato pubblicato Cuphead, run’n’gun che ci vede nei panni di due tazzine a caccia di boss da sconfiggere per ripagare il proprio debito col Demonio. La trama ha un’importanza decisamente relativa anche se le cut scene con le quali i momenti focali del plot ci vengono introdotte sono ben curate ed anche interessanti. Sono essenzialmente due gli elementi che hanno reso questo gioco un autentico must per tutti gli amanti della sfida videoludica: la difficoltà (qui la nostra top dei giochi più difficili) davvero importante e la clamorosa bellezza estetica. Ma andiamo con ordine e svisceriamo tutti i punti con calma.

Il comparto grafico e sonora di Cuphead

cuphead grim

Tutto in questo gioco, dalle ambientazioni, ai personaggi, alla fotografia è ispirato ai cartoni animati americani degli ’30, in particolare ai lavori dei fratelli Max e Dave Fleischer, con riferimenti anche a Walt Disney e Ub Iwerks. Ogni elemento che vedrete su schermo è dettagliato in ogni sua parte per essere perfettamente coerente con un programma televisivo per bambini del primo dopoguerra. Gli stessi concept dai quali hanno preso ispirazione gli sviluppatori sono tutti privi dell’eventuale evoluzione che un particolare design può subire negli anni. Prendiamo ad esempio il drago Grim, uno dei nemici più tosti che incotrerete in Cuphead.

Essendo per l’appunto una creatura il cui design ha subito decine e decine di cambiamenti nel corso degli anni, si sarebbe potuto correre il rischio di creare un drago “moderno”. Tuttavia questo non accade. Grim è infatti simile a quanto potremmo vedere nei classifici di animazione piuttosto che quello che potremo trovare in un cartone animato contemporaneo. Il fatto che gli sviluppatori siano riusciti a calare ogni singolo elemento nell’era che avevano preso a riferimento, conferisce a Cupehad un aspetto unico, inimitabile. Un’autentica gioia per gli occhi.

Le animazioni sono anch’esse perfettamente coerenti con tutto il resto. I nemici infatti hanno a disposizione un numero limitato di movimenti che ripetono in loop per tutta la durata della battaglia. Attenzione però, stiamo parlando soltanto dell’aspetto meramente estetico perchè i nemici sono ovviamente scriptati per eseguire determinate mosse in ogni situazione ma hanno anche un’Intelligenza Artificiale abbastanza sviluppata, cosa che li rende tutti davvero complicati da eliminare.

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Ovviamente una componente fondamentale come la colonna sonora, composta da Kristofer Maddigan, non poteva sfuggire a questi canoni scelti per il comparto visivo. Ogni brano infatti è un tripudio di musica d’antan: jazz, valzer, ragtime. Ogni singola nota ci porta direttamente in un’era che non abbiamo vissuto ma che sentiamo comunque nostra.

Per quante volte sarete costretti a ripetere livelli difficilissimi non vi stancherete mai di guardare i meravigliosi disegni e di ascoltare i bellissimi brani che questo gioco possiede. Provare per credere.

Il Gampleay di Cuphead

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Parliamo ora dell’elemento cardine di Cupehad: il suo gameplay. Il gioco si presenta come un classico run’n’gun nel quale dobbiamo affrontare dei livelli dalle smaccate componenti platform o uccidere dei boss. Tuttavia il titolo ha un grande merito. Ha deciso di puntare sulla qualità e non sulla quantità.

Le aree che visiteremo sono infatti non esageratamente numerose così come i Boss. Tuttavia sono tutti unici ed inequivacbili. Colori, disegni, animazioni, strategia. Ogni nemico fa storia a sè. Non potrete mai affrontare due avversari con la stessa strategia. Questo introduce forse il motivo per il quale Cuphead è celeberrimo: la difficoltà.

La curva di apprendimento del gioco infatti non riguarda la totalità del gameplay, ma ogni singola zona. Se sconfiggerete un nemico difficile dopo svariati tentativi non avrete acquisito le capacità per battere in scioltezza anche i successivi. Assolutamente no. Il Boss del livello seguente avrà pattern, movimenti, difficoltà totalmente diverse rispetto al precedente. Cosa che vi porterà a dover ricominciare da capo il vostro processo di apprendimento.

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Questo è anche uno dei punti deboli del gioco. Dover ripetere decine di volte ogni singolo nemico alla lunga può diventare snervante. La consapevolezza di dover morire decine di volte prima di poter andare avanti può far decidere di smettere. Tuttavia il riuscire a trovare soluzioni alle mille trappole e sfide che il gioco ci propone è un motivo sufficiente per decidere di arrivare fino in fondo.

Menzione decisamente d’onore per la varietà di armi e di abilità che le nostre amate tazzine sbloccheranno nel corso dell’avventura. L’eterogeneità estrema dei nemici può essere arginata scegliendo il giusto equipaggiamento. Capire quale siano gli strumenti migliori per sconfiggere quello o quell’altro boss è forse la cosa più importante per approcciare al meglio ad ogni battaglia. Davvero spassosi (ma non meno difficili ovviamente) i livelli nei quali voleremo con l’aereo. Una gradita variazione sul tema che accresce ancor di più l’esperienza di gioco.

Conclusioni

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Cuphead non è un gioco esente da difetti. I comandi non sono sempre perfetti e questo in un mondo nel quale dobbiamo stare attenti a decine di cose contemporaneamente alla lunga può diventare tedioso. Risulta a tratti esageratamente punitivo con il giocatore e a volte le difficoltà arrivano in maniera così massiccia, tutte insieme, da essere quasi impossibile evitarle tutte.

Tuttavia nella maggior parte del tempo è un gioco onesto con i suoi giocatori. Fin da subito ci rendiamo conto del ginepraio nel quale ci stiamo cacciando. Possiamo mollare subito o decidere di andare a scoprire quant’è profonda la tana del Bianconiglio. Ebbene, arrivati alla fine, superando ogni difficoltà, vi renderete conto di aver appena portato a termine una delle esperienze videoludiche più soddisfacenti della vostra vita.

Bello, spietato, unico, inimitabile. Cuphead è tutto questo e anche di più.

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Cuphead | Testato su PlayStation 4

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RECENSIONE
VOTO
8.3
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Matteo Furina
In teoria sono un giornalista. In pratica scrivo di cose belle su un sito bellissimo. Perchè dai, nessuno è più fico della Scimmia.
cuphead-recensione-cartoni-animati-anni-30Cuphead è un gioco difficile, tra i più difficili che abbiamo giocato. Ogni livello, ogni boss, è una dura prova di riflessi e tentativi. Lo stile grafico e la varietà dei nemici a schermo, sia nel design che nei moveset, rendono Cuphead un gioco praticamente unico nel suo genere.